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Irsea promuove l'integrazione di immigrati attraverso corsi di formazione professionale
06 ottobre 2010

BARI - Favorire l’integrazione lavorativa degli immigrati nell’area del Nord-Barese in un momento in cui flussi d’entrata annuali rivolti agli stranieri sono chiusi ma recenti statistiche dimostrano che la richiesta di manodopera straniera resta alta a livello nazionale.
Questa è la sfida che si è posta l’I.R.S.E.A. (Istituto di ricerche e formazione nel sociale, economico ed ambientale) che, con l’autorizzazione della Provincia di Bari e il finanziamento del Fondo Sociale Europeo, ha attivato 2 corsi per favorire l’integrazione degli immigrati nel contesto lavorativo della zona. “Lo straniero che perde il lavoro ha tempo sei mesi per trovarne un altro.
Se, passato questo termine, non lo trova, diventa irregolare: condizione difficilissima, senza via d’uscita, e che, alla luce della nuova normativa, è diventata anche un reato rilevante dal punto di vista penale”, afferma Ugo Melchionda, Project Manager dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), membro del Comitato Tecnico Scientifico del progetto.
“L’iniziativa dell’IRSEA”, continua Melchionda, “propone una tipologia di intervento che sosteniamo con interesse, in quanto ha lo scopo di prevenire il problema aiutando l’immigrato a scongiurare il rischio dell’irregolarità e venendo incontro allo stesso tempo alle necessità di manodopera di alcuni settori particolarmente ricettivi” Dopo aver individuato i profili professionali che avevano la possibilità di risultare più competitivi nel panorama economico del Nord-Barese e aver preso contatti con aziende disposte a offrire stage ai partecipanti ai corsi, l’IRSEA ha dato inizio al primo corso, rivolto ad "Addetti all’igiene di ambienti interni ed esterni” e conclusosi il 22 di luglio.
Finalizzato a promuovere l’inserimento sociale e lavorativo di 18 uomini e donne di nazionalità albanese, in possesso di regolare permesso di soggiorno, all’interno di aziende del territorio che si occupano di servizi d’igiene e di pulizia, il corso ha previsto 400 ore di attività, suddivise tra lezioni di orientamento linguistico, giuridico-culturale e alfabetizzazione informatica, e lezioni teoricopratiche ed applicative, finalizzate a contestualizzare le conoscenze apprese in aula e a sviluppare le abilità specifiche della professione. “Siamo orgogliosi - afferma il presidente dell’I.R.S.E.A. Michele Grassi - che la Provincia di Bari abbia inteso mettere a disposizione del territorio del Nord-Barese risorse finanziarie del Fondo Sociale Europeo per sostenere l’inserimento lavorativo e sociale dei migranti e contrastare le discriminazioni, al fine di promuoverne la condizione di pari opportunità, favorire l’integrazione e l’occupazione tramite azioni informative, orientative e di formazione specifica”. Il primo corso ha dato la possibilità agli immigrati di imparare ad utilizzare il computer, a scrivere un cv in formato europeo, a cercare offerte di lavoro on-line, a studiare e comprendere la normativa italiana in materia di lavoro, a migliorare il proprio italiano nonché, tramite lo svolgimento di stages presso aziende della zona, ad arricchire il proprio curriculum tramite un’esperienza pratica. La sezione del corso riguardante il mestiere di addetto all’igiene ha previsto una formazione specifica su elementi di sanificazione, derattizzazione e disinfestazione, tecniche di pulizia, igiene ambientale e verde urbano, classificazione dei rifiuti e creazione d’impresa. Il secondo corso, rivolto alla formazione di Operatori Turistici - e attualmente in fase di realizzazione - si concluderà invece a dicembre. “Quella che stiamo realizzando è una esperienza pilota di grande importanza per la zona del Nord- Barese”, sottolinea il Presidente Grassi. “Ora restiamo concentrati da una parte sul monitorare l’efficacia pratica, per gli immigrati, del primo corso e dall’altra stiamo lavorando affinché il secondo corso possa offrire una valida esperienza formativa” Per informazioni: Flavio Di Giacomo - Ufficio Stampa OIM - Tel. 06 44 186 207 fdigiacomo@iom.int

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Oltre all'integrazione lavorativa, gli immigrati necessitano anche di una educazione umanistica. Quella educazione umanistica necessaria anche nelle nostre scuole medie, superiori e universitarie, in un tempo come il nostro in cui le continue migrazioni creano società multietniche, dove sarà possibile convivere solo se buoni e sostanziosi insegnamenti umanistici avranno creato quel RELATIVISMO CULTURALE che insegna agli uomini il rispetto delle differenze? Non è proprio oggi urgente incrementare a dosi massicce la cultura umanistica per rendere l'istruzione all'altezza dei problemi che il nostro tempo crea intorno alla convivenza e ai diritti di cittadinanza? Sono, questi, alcuni problemi sollevati da Martha Nussbaum nel suo libro "Coltivare l'umanità. I classici, il multiculturalismo, l'educazione contemporanea", dove, accanto al sapere tecnico-specialistico, si raccomanda un forte incremento del sapere filosofico-umanistico sul modello socratico che non fornisce un SAPERE (Socrate si è sempre vantato della sua "dotta ignoranza"), ma la capacita di interrogare e di argomentare in forma autonoma, senza affidarsi a quei giudizi acritici che sono il precipitato ridotto in pillole dell'informazione televisiva. Questa educazione filosofico-umanistica è oggi molto urgente, non tanto per compensare il tecnicismo specialistico, quanto per riuscire a convivere in società sempre più multietniche dove, senza una cultura ampia, critica e perciò tollerante, sarà sempre più difficile coabitare se si resta rattrappiti nella difesa della propria specificità. (Tratto da: "I miti del nostro tempo" - U.Galimberti)
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