“Io ricordo…”. Al Liceo Scientifico di Molfetta si riflette sulle Shoah di ieri e di oggi, come l’odio verso i migranti
MOLFETTA - La storia come un grande burattinaio che muove i fili dei comportamenti umani e che desta la coscienza dell’uomo di oggi a volte assopita ed anestetizzata dalle contingenze che ciclicamente connotano i periodi storici. È la tematica che quest’anno i docenti e gli alunni del Liceo Scientifico “A. Einstein” di Molfetta hanno voluto trattare nella tradizionale manifestazione “Io ricordo…” che, giunta ormai alla quinta edizione, costituisce un’occasione perché il Liceo possa confermare la propria vocazione alla formazione integrale dei giovani ed essere presenza qualificante sul territorio.
In questa edizione docenti, studenti e studentesse si soffermeranno non solo sulla Shoah come evento storico ma anche sulle molte piccole “Shoah” che quotidianamente si verificano sotto i nostri occhi e che costituiscono muri insormontabili, costruiti dall’indifferenza e dall’intolleranza verso il diverso, lo straniero, il meno abbiente e verso coloro che rimangono “inquadrati” nelle stereotipie sociali. Anche la scienza non sfugge a questa regola della storia in quanto molte scoperte scientifiche nel campo della fisica e della scienza sono avvenute come reazione a conoscenze sedimentate e/o ritenute immodificabili e intoccabili a causa di pregiudizi eretti nei confronti di chi è portatore di un pensiero divergente.
L’evento si svolgerà sabato 26 gennaio nel Liceo Scientifico “A. Einstein” e si articolerà in due momenti: alle ore 18 avrà inizio la mostra itinerante, “Il muro”, durante la quale la tematica verrà rappresentata con manufatti, disegni, pitture e rappresentazioni grafiche che raccontano, con il linguaggio espressivo dell’arte, l’incedere della storia e i condizionamenti che hanno caratterizzato soprattutto il XX secolo. Successivamente, nella palestra coperta, verrà messa in scena la rappresentazione musico-teatrale “Io ricordo…” che, attraverso i linguaggi molto cari ai giovani (musiche, danze e coreografie), proporrà una serie di quadri animati che stimoleranno lo spettatore ad interrogarsi sul presente e sull’incidenza che gli avvenimenti di oggi hanno nei confronti della coscienza individuale e collettiva, utilizzando la metodologia comunicativa tipica del metateatro.
L’invito a partecipare e ad essere protagonisti di un momento di riflessione collettiva, dunque, è rivolto ai giovani, ai genitori e all’intera comunità cittadina perché, come dice Josè Saramago, «Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo; senza memoria non esistiamo e senza responsabilità non meritiamo di esistere».