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Intreccio tra passato e presente. Presentato a Molfetta 'Terra di confine': la prima guerra mondiale tra fonti e documenti
17 maggio 2017

MOLFETTA – Facile è ammirare, difficile è appassionarsi alla ricerca e trasmettere la passione agli altri: il principale scopo del progetto realizzato dalla classe 2ª I dell’Istituto Comprensivo ‘Manzoni-Poli’ di Molfetta e dall’Istituto Superiore ‘Amerigo Vespucci’ insieme con i rappresentanti dell’archivio di Stato di Bari, dell’Università degli Studi di Bari, dell’ANIMG – Puglia e dell’Associazione culturale ‘Eredi della storia’ di Molfetta è stato quello di proporre ai ragazzi un metodo di studio diverso.
Al termine del progetto, oltre all’arricchimento culturale dovuto all’esperienza svolta, è stato pubblicato, grazie alla collaborazione della casa editrice ‘Nel Diritto’, la cui presidente è la dott.ssa Maria Elena Mancini, il libro “Terra di confine”, che verte sulle vittime civili della prima guerra mondiale. A presentarlo presso l’Auditorium ‘Achille Salvucci’ del Museo Diocesano di Molfetta è Michele Laudadio, dirigente dell’Istituto di scuola secondaria di primo grado ‘Poli’, che ne descrive le caratteristiche essenziali: il saggio, tradotto anche in lingua inglese per agevolarne la diffusione, si sofferma sui drammatici eventi che hanno colpito Molfetta, Bari e le città limitrofe durante il primo conflitto mondiale ed è corredato da documenti, foto ed illustrazioni.
Segue la visione di un cortometraggio che sottolinea come la fame e la povertà abbiano destabilizzato il nostro territorio, mietendo numerose vittime: si cita il caso di Pasquale Pappagallo, la cui figlia Anastasia viene colpita nel luglio del 1916 da una bomba lanciata dagli austriaci e la cui situazione viene presa in considerazione dal sindaco della città che lo aiuta a scrivere una lettera al governo, il quale era tenuto a dare contributi a coloro che avevano riportato danni in seguito ai combattimenti. Basta una storia per capire come l’Italia, e il nostro Comune in particolare, non fosse assolutamente estranea a tutto ciò che concerneva il conflitto: nel libro, infatti, sono presenti intere sezioni dedicate alla aree pugliesi nelle quali erano collocati campi di concentramento austriaci o alle zone, come quella di Foggia, in cui era situato un campo di addestramento per l’aeronautica.
Concluso il documentario, la parola passa a Beatrice Viganotti, dell’Archivio di Stato di Bari, che pone l’attenzione sulla definizione degli archivi di Stato, luoghi di custodia della memoria storica che non rivestono più un ruolo statico all’interno della società in quanto accessibili al pubblico e non più frequentati da soli esperti in ambito storico-artistico-culturale.
Durante il progetto, infatti, gli studenti hanno potuto consultare in maniera libera e gratuita i testi in loco, sviluppando così la capacità di creare collegamenti fra la teoria e le fonti dirette quali atti notarili e documenti giuridici.
Secondo il docente di storia moderna Giuseppe Poli la consultazione di testimonianze è un approccio efficace alla storia, che consente di evitare la sintesi e di dedicarsi all’approfondimento, creando continui nessi fra passato e presente. Egli apre una parentesi sulle cause che hanno provocato lo scoppio della prima guerra mondiale, citando, oltre quelle già note, la profonda crisi respirata dall’Europa nei primi anni del Novecento. A tal proposito parla in maniera più specifica dell’Italia, che approfittò della situazione anche per i propri scopi propagandistici.

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