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Impresa come fattore di sviluppo conferenza di Ciccolella all'UPM
15 dicembre 2012

Impresa come lavoro per i giovani, ma soprattutto come fonte di sviluppo. Questo il tema centrale della conferenza «L’impresa come fattore di sviluppo del territorio» tenuta dal dott. Vincenzo Ciccolella, presidente dell’omonimo gruppo florovivaistico, leader in Europa e quotato in Borsa, all’Università Popolare Molfettese. Presentato dal giudice Antonio Maralfa, vice presidente dell’Upm, Ciccolella ha sostenuto nel suo discorso la grande importanza dell’impresa, si è soffermato sulle attività del Gruppo florovivaistico, spiegando come la sua azienda specializzata nella produzione di fiori, utilizzi anche l’energia termica di scarto prodotta dalla Centrale Edison di Candela nella più grande serra d’Europa grande ben 87 ettari, poi ci sono anche altre sedi a Molfetta, a Terlizzi e a Melfi con circa mille dipendenti. Anche se questi dati possono sembrare rassicuranti, Ciccolella ha parlato delle difficoltà dell’attuale congiuntura che ha comportato la perdita del 35% del fatturato, con la conseguenza di alcuni licenziamenti. Dopo aver parlato della situazione generale di crisi che attraversa l’Italia e delle cause di questa congiuntura, Ciccolella ha sottolineato le difficoltà di accesso al credito per la scarsa propensione delle banche a concedere prestiti, a cui si aggiungono i problemi dei cosiddetti “derivati” che potrebbero mandare in tilt il sistema. Si è passati, quindi, ad esaminare le criticità, ma anche le opportunità dello sviluppo, pur nella difficile fase economica che stiamo attraversando, soprattutto se viene data priorità alle imprese del territorio che creano anche occupazione. Le strade da percorrere sono: la reciprocità, l’internazionalizzazione, le sinergie, la valorizzazione delle risorse umane collegata con una formazione di livello. Esiste oggi una responsabilità sociale dell’impresa che non va sotto lutata, ma esiste anche una responsabilità amministrativa che va sanzionata (chi sbaglia paga, per evitare un aggravio dei costi per l’intera comunità: vedi il caso di Punta Perotti, dove il Comune dopo aver abbattuto le palazzine, dovrà risarcire l’impresa di costruzioni). Magari anche esercitando il diritto della class action da parte dei cittadini. Quello che fa la differenza è la capacità di riposizionarsi sul mercato sia dell’impresa, riconvertendo le produzioni che non tirano più, sia dei dipendenti che devono accettare una maggiore flessibilità, per adeguarsi ai tempi che cambiano.Importante è anche essere competitivi attraverso l’innovazione e la ricerca, offrendo servizi di qualità e innovativi. Di qui la necessità di un marketing territoriale delle aziende. Bassa produttività e scarsa competitività sono tra i maggiori fattori negativi per le imprese. Se a queste si aggiungono le carenze infrastrutturali: strade, ferrovie e mancanza di aerei cargo per trasportare la merce nei Paesi più lontani, il panorama delle difficoltà e delle criticità, soprattutto al Sud, è evidente. Facendo riferimento alla propria azienda, Vincenzo Ciccolella ha sottolineato la necessità di comunicare all’esterno un proprio stile, proprio come sta facendo il Gruppo floricolo molfettese con il marchio “Dolcefiore”. Per venire fuori dalla crisi, ha concluso Vincenzo Ciccolella, occorre un patto fra le aziende e i cittadini per superare le pastoie burocratiche e i ritardi della politica, per puntare decisamente verso lo sviluppo.

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