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Il vice sindaco di Molfetta, Bepi Maralfa, rivendica i risultati della buona politica e del cambiamento contro disfattisti e denigratori, figli della sconfitta elettorale
15 gennaio 2016

MOLFETTA – Mentre all’interno del Pd di Molfetta si trama contro la stessa propria maggioranza, con buona pace del segretario provinciale Ubaldo Pagano, che sembra non controllare più la situazione di schegge impazzite, aduse al trasformismo e incapaci di mantenere fede a un impegno assunto all’inizio della legislatura, nella peggiore tradizione della politica italiana, c’è qualche amministratore che, orgogliosamente, rivendica i propri meriti, pur mettendosi in ascolto della città.

E’ il vice sindaco Bepi Maralfa (nella foto di Mauro Germinario) che utilizza i social network per fare un sintetico bilancio delle iniziative dell’amministrazione di centrosinistra del sindaco Paola Natalicchio che in questi giorni sta affrontando la sfida della raccolta dei rifiuti porta a porta, che, malgrado perplessità e critiche, sta funzionando perfettamente e comunque, in questa fase di rodaggio, ha bisogno ancora di qualche aggiustamento: non si cambiano abitudini di anni, in qualche giorno.
Ecco il pensiero di Bepi Maralfa rivolto a cittadini e amici, che annuncia anche qualche novità come l’arrivo delle telecamere per un maggiore controllo del territorio: «Penso che buona pratica politica di un pubblico amministratore sia quella di mettersi sempre in ascolto per migliorare. Penso che le cose da fare per la Città siano ancora tante e questo costituisce impegno, ma al tempo stesso stimolo per un politico. Una cosa, però, mi pare certa. La liberazione di Piazza Municipio e del Duomo dell'ammasso di autovetture che ne oscuravano la bellezza artistica e storica (è finalmente arrivata l'autorizzazione del Ministero delle telecamere della ZTL che fra poco saranno operative), la liberazione integrale della banchina nella zona antistante piazza Minuto Pesce come pure dalla linea dello specchio dell'acqua portuale dagli abusivi della frutta, del pesce e dalle 20 bancarelle del commercio degli extracomunitari che da un decennio erano lì posizionati in pianta stabile, la installazione dei Parcometri in città, le donne e gli uomini con le pettorine gialle dei Cantieri di Servizio che sorvegliano le scuole e puliscono villette e giardini, e da ultimo la raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta siano segnali forti di una amministrazione presente sul territorio che mostra vicinanza e prossimità ai cittadini. Sembra facile. Sembra. Mi viene da dire che c'è un terzo della popolazione che ne va orgogliosa e plaude, un terzo che storce il muso per il cambiamento ma poi ragiona e apprezza, che comprende l'impegno, il lavoro del politico, e c'è infine un terzo che mena sassi e strali. Non interessa questo. Perché di quest'ultimo terzo, una parte ci è stata, ci è, e ci sarà sempre avversa perché il dolore della sconfitta elettorale è ancora tanto, un'altra parte soffre a prescindere. Penso che, ormai, il quadro è chiaro a tutti. Lo sento, lo vedo e lo percepisco dai commenti per strada e sui social. Ringrazio infinitamente tutti coloro i quali privatamente e pubblicamente ogni giorno ci sostengono e ci incoraggiano. Ringrazio coloro i quali, con garbo e correttezza, ci suggeriscono preziosi miglioramenti. A chi soffre o chi scalpita o chi rosica, dico... rassegnatevi: l'onestà, le buone pratiche e qualche ceffone di Anticorruzione mancano le differenze».

Fin qui la nota di Maralfa, alla quale non si può non aggiungere il nostro commento: Molfetta, dopo anni di scandali, arresti e cattiva amministrazione, che è difficile da sradicare, ha diritto alla buona politica, alla trasparenza, che si fa anche emarginando coloro che remano contro e soprattutto additando all’opinione pubblica quei personaggi sconfitti e ancora non rassegnati, che vorrebbero tornare indietro per continuare a sguazzare nell’illegalità diffusa che, giustamente, la magistratura sta colpendo. Nella politica della denigrazione continua, del disfattismo fine a se stesso (in questo certi molfettesi sono maestri, come dimostrano le vicende del passato) nella quale in questa città esiste una tradizione consolidata di servi, mercenari e voltagabbana, che non fanno onore alle migliori figure che, nel migliore passato, hanno lavorato disinteressatamente al progresso e alla crescita di Molfetta, un ruolo di comprimari viene svolto da certi personaggi che tutti conoscono che si servono e utilizzano mezzi di informazione, che si nascondono dietro false obiettività, per fare politica, arrivando perfino ad alterare la verità dei fatti. Un magma melmoso di cui si servono anche discutibili personaggi, che non si rassegnano alla sconfitta (e all’età, occorre aggiungere per qualcuno) interessati più ai propri interessi e a dei propri compari, che a quelli della collettività e di una città che vuole cambiare e lo ha dimostrato votando in modo alternativo alle ultime amministrative. La volontà popolare va rispettata, soprattutto quando prevalgono onestà e buona amministrazione. Dannoso e inutile è provocare scosse telluriche che danneggiano solo i cittadini, creando l’instabilità a cui ci avevano abituato i governi della prima repubblica. I bilanci si fanno alla fine e non in corso d’opera, altrimenti non si produce nulla e si torna al punto di partenza, col passo del gambero che piace a coloro che non accettano le regole e il ripristino della legalità, ma pensano solo al proprio tornaconto personale, i cui effetti negativi la città ha sperimentato sulla propria pelle, respingendoli e condannandoli e puntando al cambiamento e alla discontinuità rispetto a certe pratiche clientelari e affaristiche che la cronaca giudiziaria a farci, purtroppo, conoscere.

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Autore: Q
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