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Il piroscafo Triestino
15 febbraio 2009

Negli anni Trenta del secolo scorso, tra la numerosa flottiglia commerciale molfettese, costituita da bastimenti a vela, facevano spicco quattro piroscafi: Aida, Citta' Di Molfetta Poi Gioconda, Tosca E Triestino (C. Pappagallo, I piroscafi di Molfetta, «Molfetta nostra», 2006/4). Per avere un'idea di come velieri e piroscafi animavano il nostro porto basta osservare alcune vecchie cartoline e foto amatoriali, fonti iconografiche preziose, in quanto ci restituiscono direttamente una realtà remota. Ancor più gratificante, poi, è rinvenire altra documentazione che, di prima mano, rivela la storia o meglio le vicende vissute dalla nostra marineria. In questa sede proponiamo una rarità: trattasi di un quadro ad olio che raffigura il piroscafo Triestino in navigazione nel golfo di Napoli. Dobbiamo ringraziare la disponibilità e la sensibilità del dott. Mario Saverio Cozzoli, nipote dell'allora proprietario e armatore Mario Saverio Cozzoli fu Vito (1869-1953), per aver messo a nostra disposizione il dipinto. Mario Saverio Cozzoli fu Vito sin dal 1900 gestiva un'agenzia di trasporti marittimi, era agente della Società di Navigazione a Vapore “Puglia” di Bari e agente delle Assicurazioni Generali di Venezia. Era proprietario e armatore di due piroscafi: Triestino e Trentino. Svolse tale attività almeno fino agli anni Quaranta del secolo scorso. Nella veste di agente di agenzia trasporto marittimo nel 1928 entrò a far parte del Consiglio Provinciale dell'Economia in rappresentanza delle agenzie di trasporti marittimi. Diamo alcune notizie sul piroscafo Triestino. Fu costruito in acciaio a Irvine nel cantiere Irvine S. B. & Eng. Co. Ld. e varato nel 1899. Gli fu dato il nome di Player. Le sue caratteristiche erano: lunghezza 52,42 m, larghezza 8,44 m e altezza 3,13 m; aveva una stazza lorda di 541,11 tonnellate e netta di 245,06 tonnellate; aveva un ponte e tre alberi. Era mosso da una motrice a vapore compound a due cilindri che sviluppava 85 hp nominali e 400 hp indicati. La motrice fu costruita nel 1899 a Paisley dalla ditta Campbell & Calderwood, mentre la caldaia nel 1900 fu sostituita e costruita dall'Arsenale di Pola. In seguito gli fu sostituito il nome prima con Eugenio e, poi, con Triestino. Nel 1926 era di proprietà di Saverio Cozzoli di Molfetta. Nel 1934 fu venduto a Carmelo Tricomi di Catania. Abbiamo già trattato in altra sede delle bitte del Porto di Molfetta segnalando le varie ditte costruttrici di tali manufatti. Colgo l'occasione di rendere ancora un contributo su tale argomento e specialmente a riguardo di un'altra ditta molfettese fornitrice di bitte: segnalo che nel Porto di Trani diverse bitte a fungo con appendice portano la targa con la dicitura: E.(manue)Le Garofalo F.(U) Vito - Molfetta. Emanuele Garofalo fu Vito (1862-1922), commerciante, gestiva con altri parenti un negozio per la vendita di carbone, ferro e altra ferramenta in via S. Domenico in un locale di fronte alla chiesa omonima. Aveva altre sedi a Cerignola e a Palazzo S. Gervasio. La ditta risulta in attività dal 1882 al 1930. Sulla scorta di tali notizie non risulta in quel periodo in attività a Molfetta fonderia o altro opificio intestato ai Garofalo, ma possiamo solo ipotizzare che Emanuele Garofalo abbia partecipato alla gara, aggiudicandosi l'appalto per la fornitura delle suddette bitte nel porto di Trani.
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