Recupero Password
Il Molfetta day celebra i molfettesi emigrati nel mondo
13 settembre 2014

MOLFETTA – Finita la Festa patronale, il Molfetta day ha concluso il 33° Convegno dei Molfettesi nel mondo. La giornata dedicata agli emigranti molfettesi nel mondo quest’anno ha avuto inizio nella villa comunale con la deposizione della corona d’alloro innanzi al busto eretto in onore di Simon Bolivar, generale, patriota e rivoluzionario venezuelano. Presenti il sindaco Paola Natalicchio, il presidente dell’Associazione Molfettesi nel Mondo Marco Vito De Virgilio, e il presidente del consiglio comunale Nicola Piergiovanni, i soci dell’Associazione e le altre autorità, insieme alle delegazioni partecipanti al 33° convegno “Molfettesi nel Mondo”. Dalla villa comunale è quindi partito il corteo in direzione di Piazza Municipio: in testa lo stendardo dell’Associazione e a seguire le bandiere di Canada, Australia, Stati Uniti, Europa, Venezuela, Argentina e Germania, i Paesi in cui i nostri cittadini emigrarono, spinti dalla necessità e dal sogno di una vita migliore, portando però nel cuore l’eterna malinconia per la città natìa. Giunto a Palazzo Giovene, il corteo  si è sciolto per assistere e partecipare al consiglio comunale monotematico dedicato ai molfettesi emigrati a cui ha preso parte anche il vescovo Mons. Luigi Martella.

A prendere la parola, il consigliere Antonello Pisani che ha esordito richiamando alla memoria dei presenti la figura di Benito Cimillo per l’interesse e l’attenzione dimostrata agli italiani all’estero e (in sala era anche presente il portavoce della famiglia Cimillo, l’avv. Mauro Palma) ha poi riflettuto su cosa significa emigrare, perdere le proprie tradizioni, su quanto possa essere duro il distacco della propria terra. Anche oggi, si assiste all’emigrazione dei giovani costretti a lasciare la città; giovani che si fanno ambasciatori della “molfettesità” nel mondo. Anche lui, che per dieci anni è stato lontano da Molfetta, ha vissuto quest’esperienza come un’opportunità di crescita e ritiene estremamente necessario mantenere un contatto costante tra chi è rimasto e chi è partito.

Subito dopo, il consigliere comunale Roberto La Grasta ha invitato tutti ad immedesimarsi in quegli italo-stranieri che adulti, ragazzi o bambini, si sono lasciati alle spalle gli affetti più cari per un’altra patria e paragona l’amore di costoro per Molfetta a quello per una donna. La loro città è sempre lì ad aspettare il ritorno dell’amato. E ancora, invita i molfettesi emigrati a ricordarla sempre come la città amata da don Tonino, la città di Giovanni Carnicella, di Gaetano Salvemini e del sen. Beniamino Finocchiaro.

Il presidente dell’Associazione, Marco Vito De Virgilio, dopo aver ricordato il suo predecessore scomparso Franco Pappagallo, racconta del ’53, anno della sua migrazione, e di quanto i molfettesi si sacrificavano per mandare il frutto del proprio lavoro alle loro mogli per comprare una casa a Molfetta. “Eravamo così tanti che a Caracas si sentiva parlare il molfettese”.

Il vescovo Luigi Martella ha voluto manifestare con la sua presenza la vicinanza della comunità cristiana diocesana a tutti gli emigranti, ricordando che in questi giorni anche i molfettesi all’estero, in Argentina, in Patagonia, in Australia festeggiano la Madonna dei Martiri portandola in processione. Aggiunge che la Chiesa vorrebbe fare di più per loro, ma non è semplice. Ed esprime un sentito ringraziamento a tutti gli emigranti che rendono vivo il senso dell’esistenza, dell’essere emigranti su questa terra. Rammenta che la stessa Sacra Famiglia ha vissuto lo stato di emigrante e ci sprona a coltivare questo senso della provvisorietà perché, aggiunge, siamo destinati altrove.

Il sindaco Paola Natalicchio ha evocato il ricordo delle buste dal profilo rosso e blu delle lettere che arrivavano in tutte le case molfettesi soprattutto dal Venezuela e dal Canada. A casa sua giungevano da Port Pirie, in Australia, inviate dalla sorella della nonna, la zia Luccia: lettere semplici che parlavano di vita quotidiana. Parla poi di Molfetta, di quanto la navigazione appartenga a questa città, terra di naviganti e migranti. “Ma questi giorni,” continua poi con rammarico, “abbiamo anche sentito storie che non possono lasciare indifferenti, come il fatto che si possa morire manifestando in Venezuela e ci si sta interrogando su ciò che si può fare per raggiungere chi è in difficoltà in quella terra”.

A conclusione del consiglio è avvenuta la premiazione dei rappresentanti dei molfettesi nel mondo a cui si è aggiunta quest’anno quella per i molfettesi che si sono distinti all’estero. Infine l’appello di un membro dell’Associazione: “L’associazione continuerà ad esistere, ma abbiamo bisogno di contributi, perciò passiamo il testimone ai giovani, in particolare a Roberto Pansini, l’ideatore del logo “I love Molfetta”, ma non dovete sbagliare perché noi saremo giudici inflessibili”.
E’ stato poi nominato simbolicamente membro dell’Associazione, proprio per riporre il suo futuro nelle mani delle nuove generazioni, anche un bambino di nove anni che ne aveva espresso il desiderio, il piccolo Alessio del Rosso.

SUL PROSSIMO NUMERO DELLA RIVISTA MENSILE QUINDICI UN ARTICOLO SUL CONVEGNO

© Riproduzione riservata

Autore: Marianna Palma
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet