Il “Molfetta Calcio” sale in Promozione
Dopo anni di oblio il calcio molfettese archivia una stagione positiva
Missione compiuta. Dopo un solo anno di Prima categoria il “Molfetta Calcio” centra l'obiettivo di riportare il calcio locale ad una dimensione più consona alla tradizione calcistica della città. Le ultime gare si sono rivelate una formalità: secco 5-0 contro il Mattinata e 2-0 contro i garganici del N.D. Foggia. Il primo posto a 70 punti, 20 vittorie, 10 pareggi, 58 reti all'attivo e 20 subite, dimostrano un successo ampiamente meritato, maturato nelle ultime 5 giornate, cioè da quando i biancorossi hanno strappato al Corato lo scettro del primato, coronando un inseguimento durato ben 25 giornate. Ora il “Molfetta Calcio” contenderà alle vincenti degli altri gironi, Alberobello e Monteroni il titolo regionale della categoria. Ma ripercorriamo i temi più salienti emersi nel campionato.
Sin dalle prime gare si era capito che il Molfetta e il Corato si sarebbero contesi la vittoria finale. Anzi si parlava, e probabilmente cosi sarà, di promozione certa per entrambe in virtù di probabili ripescaggi. Nonostante ciò il Molfetta non ha mai mollato anche quando inseguiva la capolista ad otto lunghezze. E' stata questa la caratteristica della squadra che ha sempre reagito e recuperato venendo fuori alla distanza. I numeri sono indicativi: 33 punti alla fine del girone d'andata con 21 reti all'attivo e 8 al passivo, nel girone di ritorno 37 punti, 37 reti fatte e 12 subite. Una capacità di recupero che suggella il successo finale anche se di un solo punto sul Corato.
Certo, si è visto un gioco tipico di questa categoria: lunghi lanci a scavalcare il centrocampo, dove alla fine conta la tenuta atletica e l'atteggiamento mentale più che la qualità del gioco. Il reparto avanzato è quello che ha sofferto di più nonostante la buona volontà dei vari Brattoli, Di Vittorio, Facchini, Novene e Uva. Non inganni le 58 reti all'attivo di cui 19 realizzate nelle ultime 5 gare contro avversari già dimessi. A centrocampo Belviso è apparso l'unico in grado di impostare la manovra, mentre gli altri si limitavano a correre e a buttare la palla in avanti.
Qualcosa di buono ha fatto intravedere il trequartista De Bari, spesso però fuori per infortunio. Certamente il reparto più forte è stato quello difensivo. Il portiere Mastrorilli sì è confermato una saracinesca dando tranquillità ad una linea difensiva diretta da capitan Sigrisi con Gadaleta, Carlucci, Tuberoso, Cesareo, Di Mola. Un reparto sicuramente di livello superiore, sancito dal fatto che il Molfetta è l'unica squadra imbattuta in tutti i campionati pugliesi. Insomma anche se al “P. Poli” il gioco spesso non è stato gradevole, non dimentichiamo che stiamo parlando di 1ª Categoria, la tenuta atletica e la voglia di vincere è sempre stata evidente.
Il successo sul campo è stato figlio di una scommessa vinta: la costruzione di un modello societario competitivo. Da un lato la società che non ha lesinato risorse, si parla di un costo oltre i 100mila euro, dall'altro un gruppo d'atleti motivato, compatto e affiatato, diretti da mister Riccardo Di Giovanni e nel mezzo quello che riteniamo l'architetto di questa nuova realtà: il Prof. Angelo De Gennaro. All'inizio della stagione conoscemmo il d.s. molfettese e ci colpì la competenza e la conoscenza del calcio pugliese, la chiarezza delle idee e dei programmi. Nel proseguo del torneo abbiamo costatato che nulla è stato improvvisato, dalla prima squadra, al settore giovanile alla scuola calcio e non ci sono state interferenze negli ambiti di responsabilità sia nell'organizzazione societaria, sia nelle scelte tecniche e i risultati si sono visti.
Un altro obiettivo centrato è stato il ritorno al “P. Poli” dei tifosi, inizialmente incuriositi dai risultati, ma poi convinti di aver ritrovato una squadra cui affezionarsi. Insomma vittoria su tutti i fronti che apre scenari nuovi. Sappiamo che la Promozione è il primo tassello di un programma ambizioso a cui il presidente Spezzacatena e i suoi collaboratori stanno già lavorando. Ci sarà tempo e modo di scoprire cosa bolle in pentola.
Anche il “Levante” ha fatto parlare di sè per la facilità di segnare e di farsi trafiggere. Chi ha seguito le 30 gare del “Levante” si è visto 118 tra i 60 fatti e i 58 subiti, 3,9 reti a gara, in virtù di 9 vittorie, 7 pareggi e 14 sconfitte, che hanno prodotto 34 punti e il 10° posto. Se l'obiettivo era di divertirsi e divertire senza particolari obiettivi di classifica, il risultato è stato pienamente raggiunto. Meno contento sarà stato il tecnico Ignazio Giancaspro per tre quarti del torneo sulla panchina prima di essere sostituito dal redivivo Spadavecchia. Tutto sommato il “Levante” può ritenersi soddisfatto, anche perché nei derby ha imposto ai cugini due pareggi (1-1) e con la vittoria in casa con il Corato, ha contribuito alla vittoria finale del “Molfetta calcio”. Infine la ciliegina dell'attaccante Stefano Petruzzella capocannoniere con 26 reti.
In termini di sarabanda del gol la “V. Mazzola” ha fatto ancora meglio in 2ª Categoria. I granata molfettesi in trenta gare sono andati a segno per 70 volte e subito 60, un'abbuffata di reti per chi ha seguito la squadra (media di 4,3 reti a gara), conquistando 53 punti e un onorevole 5° posto. I vari Luigi Minervini (14 reti), Pietro De Gioia (13), Antonio La Mastra (11) e Nicolò Messina (9) non si sono smentiti, mentre sia il centrocampo che la difesa hanno lasciato a desiderare con qualche rammarico per la società che spera ora in un'eventuale ripescaggio.
Settimo posto per la “Pro Molfetta” a 43 punti che ha portato in porto un campionato tranquillo, mai in difficoltà con qualche significativa soddisfazione per i giovani e il tecnico Angelo Germinarlo.
Alla luce dei risultati finali, possiamo affermare che i segnali che si avvertivano alla vigilia si sono rivelati più che fondati. Qualcosa si è mosso e quindi nell'archiviare la stagione possiamo parlare d'annata positiva, un'inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni che lascia ben sperare in un trend crescente.
Francesco del Rosso