Il Lessico botanico di de Santis e Valente
È fresco di stampa il “Lessico Botanico Molfettese. Storia– Tradizioni–Etimologie”, nono Quaderno del Centro Studi Molfettesi. Ne sono autori Marco Ignazio de Santis e Vincenzo Valente. Frutto di una pluridecennale ricerca, condotta con passione e dedizione, ma sorretta anche da una solida preparazione scientifica, l’opera è degna di figurare tra i capisaldi della futura bibliografia molfettese. La conoscenza della flora popolare è importante sotto diversi aspetti: quello antropologico e culturale, quello legato all’impiego terapeutico, alimentare e pratico dei vegetali, quello relativo all’utilizzazione in sede linguistica, ed in particolare onomastico e toponomastico. La grande difficoltà di questa ricerca è derivata dai diversi e spesso lontani ambiti che potevano concorrere ad ampliarla ed a conferirle compiutezza e solidità scientifica. Più che della letteratura esistente, ovviamente consultata ma lacunosa e spesso datata, il professor Marco de Santis si è avvalso di materiali di prima mano raccolti dalla viva voce di uno stuolo di informatori quali contadini, ortolani, bovari, marinai. Una serie copiosa di contatti che ritengo abbia ripagato la fatica con un arricchimento di preziosi risvolti umani. Molti riscontri hanno evidenziato derivazioni bibliche, grecolatine, e italiane colte: la trafila, dotta o semi dotta, non è stata sempre di facile compilazione, considerate tutte le innumerevoli contaminazioni dovute all’interazione di fattori sociali, spaziali, e cronologici. Va inoltre ricordato che quest’opera, oltre che per la sua specificità scientifica, riveste un valore, per così dire, di testimonianza storica. Le profonde trasformazioni del territorio molfettese, dovute principalmente all’espansione urbana, alla meccanizzazione agricola, e all’impiego di vari antiparassitari e concimi chimici, causavano da tempo un inarrestabile depauperamento del patrimonio floristico spontaneo, e imponevano con urgenza il rilevamento di quanto restava. Prelievi e schedature furono quindi effettuati sul limitare di una irrimediabile scomparsa. Dietro i nomi dei due studiosi presenti sul frontespizio, si nasconde certamente una proficua collaborazione, ma soprattutto una reciproca stima ed amicizia che il prof. de Santis non manca di ricordare con grata memoria. Vincenzo Valente, insigne dialettologo ed etimologista, quando l’indagine etnobotanica di de Santis era già avviata, offrì spontaneamente la sua guida per quanto riguardava l’apparato critico di ordine etimologico e linguistico. Purtroppo, quando la schedatura dei fitonimi dialettali molfettesi era quasi terminata, una gravissima perdita familiare, la scomparsa della moglie del prof. Valente, Grazia Cascarano, scrittrice e poetessa, avvenuta il 15 agosto 1983, interruppe bruscamente il comune lavoro. Intanto moltissimo materiale era rimasto presso il prof. Valente. In seguito alla morte di quest’ultimo, avvenuta il 26 gennaio 2006, de Santis grazie anche all’interessamento delle due figlie dell’Estinto, Teresa e Tonia Valente, riuscì a recuperare gran parte delle schede relative al “Lessico Botanico Molfettese”, mentre non rinvenne traccia di quelle aggiuntive al Lessico di Rosaria Scardigno, né di quelle, numerosissime, della “Flora popolare pugliese”. Ho colto personalmente dalle parole accorate dell’amico de Santis il rammarico per la fatica perduta, ma ancor più il rimpianto per l’inopinata fine di un lungo sodalizio. Quanto è stato fortunosamente recuperato costituisce oggi questo Lessico che riporta 262 lemmi, dei quali 228 vanno attribuiti a Valente e 34 a de Santis. La vegetazione spontanea terrestre e marina del nostro territorio, quella ormai scomparsa e quella tuttora presente è così definitivamente raccolta in maniera sistematica. È appena il caso di ricordare quanto nel corso dei secoli, i molteplici impieghi, alimentare, medicinale, agricolo, artigianale, magico, e persino ludico della vegetazione spontanea, abbiano costituito uno dei segnali più fecondi per definire, pur nella sua continua evoluzione, lo “spirito” di una comunità, colta o popolare che sia. Anche la grande avventura delle ascendenze, modificazioni, e varietà linguistiche, in primis per gli addetti ai lavori, ma anche per chiunque abbia un minimo di curiosità per la storia della propria terra (mai il termine fu così opportuno!), riveste un fascino cui è difficile sottrarsi. Molto utilmente, ogni voce del lessico è affiancata dalla relativa illustrazione tratta dalla terza edizione della “Iconographia Florae Italicae” di Adriano Fiori, edita a Firenze nel 1933. Questo Lessico va segnalato alla nostra comunità, certamente per il suo valore intrinseco, ma anche per la costanza di chi ha voluto che non andasse perduto il lavoro del suo Maestro.