I problemi della sporcizia a Molfetta e della scarsa propensione di noi cittadini a mantenerla pulita, sfortunatamente non sono argomenti nuovi. Per fronteggiare il fenomeno è stata tentata la via delle blande esortazioni a non sporcare o inquinare, con risultati piuttosto deludenti e con il coro dei cittadini infastiditi, che vivono questa situazione con sommo disagio, che si elevava sempre di più “ottave”, per spingere le autorità a fare qualcosa in materia. Il clou si ebbe la scorsa estate, quando il primo cittadino, con impeto ed estremo vigore e certamente pressato dalla pubblica opinione, “chiamò” le cose per nome: i cittadini sono dei zozzoni, perché non hanno la minima idea di che cosa voglia dire vivere in un contesto civile (non ha tutti i torti!). In quella occasione, annunciò che sarebbero stati intrapresi dei provvedimenti rivoluzionari. Dopo questa sortita si verificarono reazioni le più diverse da parte di coloro che loro malgrado subiscono l’ingiuria della città sporca ed incivile. I provvedimenti Furono annunciate delle “operazioni” (così come, da un po’ di tempo, l’amministrazione comunale è solita definire ogni intervento più che dovuto, ma che vuol demagogicamente “vendere” come delle cose strabilianti!), una per tutte “l’operazione piazza pulita” che consistette nell’organizzare, per alcuni sabati pomeriggio nello scorso mese di settembre, la pulizia straordinaria di alcuni quartieri cittadini. Bella e dovuta iniziativa, condivisa da molti e criticata da alcuni. Per inciso, sembrerebbe che “l’operazione piazza pulita”, sia stata accantonata! Un altro mezzo “escogitato” dall’amministrazione comunale, e annunciato dal sindaco in persona, fu quello di dotare alcune aree, diciamo così sensibili dove si è soliti scaricare rifiuti di ogni genere anche i più pericolosi, di apparecchiature per la video sorveglianza! Nelle campagne elettorali delle Amministrative degli ultimi anni, è sempre stato un “cavallo di battaglia” del centrodestra quello della video sorveglianza – e chissà, forse ha anche contribuito al risultato finale favorevole a tale coalizione. E la sicurezza? Nei mesi scorsi, quando i fenomeni di delinquenza hanno afflitto in modo particolarmente pernicioso la nostra comunità, ci domandammo e chiedemmo a chi poteva darci una risposta, cosa ne fosse del sistema voluto e realizzato nel 2004 a spese della comunità (Giunta di centrodestra, sindaco Tommaso Minervini) di videosorveglianza agli incroci ed in altri punti “caldi” della città. Il sindaco in quella occasione affermò … che avrebbe riattivato il sistema, quale ausilio per il monitoraggio degli eventi… (e di grazia, per quale altra ragione avrebbe potuto essere stato realizzato? – da qui il nostro più che legittimo dubbio sulla funzionalità delle videocamere). Telecamere fantasma Ma veniamo all’argomento di questa riflessione, che a questo punto, e stando così (come le abbiamo documentate) le cose, il dubbio paventato è diventato una certezza: LA VIDEO SORVEGLIANZA (almeno quella adibita a far sì che si potesse “pizzicare” in flagranza l’eventuale sconsiderato inquinatore) E’ UN BLUFF!!!, e nemmeno dei più furbi. Abbiamo constatato questo documentando fotograficamente ben tre dei siti più soggetti ad essere utilizzati quale discarica abusiva per i più diversi rifiuti, anche dei più pericolosi, quali eternit, apparecchiature elettroniche e quant’altro. In questo primo documento (foto a sinistra) che si riferisce alla strada che passa sotto l’incompleto cavalcavia dal Cimitero verso la Contrada Lago Tammone (Depuratore e Oleificio “Goccia di Sole”) e quindi sulla statale 16, si vede il primo cartello, a firma del sindaco, con le pene a cui sarebbe soggetto il trasgressore e il canonico cartello che informa il trasgressore medesimo che l’«area è video sorvegliata». Abbiamo cercato le famose videocamere, con un attento esame visivo – sapete oggi, con la miniaturizzazione, tutto è possibile, anche che l’apparecchio avesse le dimensioni di un “pisello” – nulla; allora cerchiamo di vedere dove si trova l’eventuale antenna di trasmissione digitale dell’immagine ripresa – nulla, come è evidente dalla foto a destra. Abbiamo commentato: sarà un caso! No!, perché siamo passati, questa volta, alla fine della stradina che da Cala S. Giacomo mena alla “litoranea” (si fa per dire: di litoraneo tale strada ha solo il fatto che su un lato vi è il mare!) che porta alla zona Torre Calderina, altro sito prediletto per la discarica abusiva e criminale. Stessa situazione della precedente: nessuna videocamera, cercata anche sull’altro lato della strada, dove nel campo oltre il muro a secco, ci sono dei pali della corrente elettrica. A differenza della zona precedentemente descritta, qui, un po’ più fuori mano, emerge la vera anima audace dell’inquinatore: ci sono infatti rifiuti resti di televisori o chissà cos’altro, tranquillamente scaricati SOTTO IL DIVIETO! Ma forse la situazione più drammaticamente beffarda e grottesca è quella descritta di seguito. Siamo sotto il cavalcavia della strada statale 16 bis su via Bitonto (zona molto frequentata); qui, a cura dell’ASM sono stati sistemati numerosi cassonetti, anche per la raccolta differenziata, visto che tale sito, all’indomani delle feste che noi molfettesi trascorriamo in villa, con abbondanti abbuffate (cosa assolutamente normalissima), diventava un’autentica discarica all’aperto, con mucchi di sacconi neri, a volte lacerati, colmi di rifiuti organici, che diventavano oasi di nutrimento per mosconi ed altri insetti e che, dopo qualche giorno, emanavano odori non proprio ine-brianti oltre a costituire uno spettacolo fra i più odiosi di asservimento della pubblica via ai voleri di gente incivile che sente il solo obbligo di disfarsi dei rifiuti che ha prodotto non importa come, non importa dove! (e questa è una cosa meno normale). Così come mostra l’immagine, la zona è “pulita”, nel senso che, malgrado il periodo del ponte del 1° Maggio, non si vedono cumuli di rifiuti fuori dai cassonetti, come si vedeva nei tempi passati, ma!!! Quella mostrata dalle foto precedenti è forse la dimostrazione più lampante della retorica dell’amministrazione comunale, quando tenta di assumere l’aria feroce che dovrebbe assumere, per addomesticare noi Cittadini recalcitranti, usando la classica “tigre di carta”: LA MINACCIA A VUOTO, che rende il delinquente più criminalmente audace! Qui sembra che l’arroganza dell’anonimo delinquente (perché solo un delinquente scarica, praticamente per strada, rifiuti pericolosissimi, contenenti amianto!) lanci una sfida persino all’Autorità costituita, e può farlo, sghignazzando impunemente, grazie alla pochezza di chi ha concepito, firmato ed installato i cartelli!!!. Non sappiamo se questo modo di fare, che riteniamo un affronto ed un’offesa alla intelligenza dei cittadini tutti, quelli pro e quelli che non parteggiano per l’amministrazione in carica, sia stato deciso dai vertici; ci basta solo constatare che: un caso potrebbe essere attribuito a una dimenticanza nel completamento dei lavori; tre casi, dei quali almeno uno, esiste da più di un anno (cavalcavia incompleto sulla strada per Lago Tammone), invece potrebbero essere percepiti come una mancanza assoluta di rispetto, anche nei confronti di coloro che, probabilmente con sufficiente e rispettabile onestà intellettuale, approvano tutto quello che fa la Giunta in carica, a prescindere. È del tutto ovvio che la dimostrazione provata della reale esistenza e relativa funzionalità delle famose telecamere, alla data del mese di maggio 2009 (le foto sono state prese fra il 1° ed il 3 maggio), ci indurrà a produrre le dovute scuse a chi di dovere, per il “granchio” preso nell’esporre questa denuncia. E’ però altrettanto ovvio che, se realmente le telecamere non ci sono ed è l’ennesima “boutade” vuota dell’amministrazione, TUTTI dovremmo trarne le dovute conclusioni e magari, pensarci quando nel segreto dell’urna, dove ciascuno di noi democraticamente decide le sorti proprie dei propri concittadini, apponiamo il nostro segno sul simbolo.
Autore: Tommaso Gaudio