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Il giudice di gara Luigi de Lillo icona dell’atletica a Molfetta L’INTERVISTA. Ricordi e testimonianze: da Giosuè Poli agli assoluti di luglio
15 luglio 2023

L’atletica leggera a Molfetta è innegabilmente identificabile con Luigi De Lillo, 86 anni, che ha al suo attivo una lunghissima carriera divisa tra il ruolo di Giudice di Gara in importanti competizioni nazionali e internazionali e l’attività di dirigente sportivo e vanta una serie di onorificenze e riconoscimenti. Impossibile elencarli tutti. È stato, tra l’altro, Giudice di Gara di Atletica Leggera della FIDAL (dal 1959), Ufficiale di Gara Regionale (1967), Ufficiale di Gara Nazionale (1972, Ufficiale di Gara Internazionale (1983), dal 1973 al 1977 Componente e Segretario della Giunta Regionale GGG Puglia, dal 1988 al 2021 Fiduciario Regionale GGG Puglia e Componente Consiglio Nazionale GGG, Giudice di Gara ai Campionati Europei di Atletica Leggera (1974), Universiadi di Atletica Leggera (1975), Coppa Europa per Nazioni (1979), Coppa del Mondo (1981), Campionati Europei Indoor (1983), Giochi del Mediterraneo (1987). Tra le varie onorificenze, vanta le Stelle di Bronzo (1983), d’Argento (1993) e d’Oro al Merito Sportivo (2008) conferitegli dal CONI. “Quindici” lo ha incontrato per conoscere con maggiore dettaglio la sua attività e la situazione dell’atletica a Molfetta. Come è nata la passione per l’atletica? «Grazie al prof. Sallustio, mio professore all’Istituto Tecnico Commerciale. Nel 1956 mi chiese di cimentarmi nel lancio del disco ai campionati studenteschi. Dopo il diploma non ho voluto abbandonare l’atletica, anche se il lavoro non mi permetteva di impegnarmi nell’attività agonistica. Decisi di diventare giudice di gara. Nel 1959 divenni, dunque, Giudice di Gara di Atletica Leggera della FIDAL». Sin da quegli anni è molto intenso l’impegno a favore dello sviluppo dell’atletica nella nostra città che porta, tra l’altro, alla nascita dell’A.S.D. Olimpia Club. «Avevo notato che l’atletica a Molfetta stava perdendo la rilevanza che aveva avuto negli anni Cinquanta. Mi permisi di scrivere una lettera al Capitano Giosuè Poli (presidente FIDAL – n.d.r.). Quando, nel 1966, mi recai a Roma per alcune gare, Giosuè Poli promise che si sarebbe interessato del futuro dell’atletica molfettese. Mantenne la promessa. Io entrai nella Landolfi. Con il Capitano Poli ci stavamo già occupando di importanti manifestazioni da tenere a Molfetta, come il Campionato Nazionale di Marcia. La sua morte improvvisa ce lo impedì. Proposi al direttivo della Landolfi di realizzare iniziative per ricordare Poli: costituimmo la sezione femminile che fu intitolata al compianto sportivo e, nel 1975, avviammo il Memorial Giosuè Poli. Nel 1972, a causa di divergenze con il Direttivo, alcuni di noi lasciarono la Landolfi e fondarono l’A.S.D. Olimpia Club. In seguito, le due realtà si ricompattarono e l’Olimpia Club si dedicò ai più giovani. Una volta cresciuti, entravano nella Landolfi (atleti) o nella Giosuè Poli (atlete). Nel 1967, con Saverio Cozzoli, organizzammo, per la prima volta a Molfetta, i Campionati Italiani CSI». In cosa si differenziano i campionati italiani di cui stiamo parlando da quelli che si terranno per la prima volta quest’anno a Molfetta? «Sinora si sono tenuti Campionati di Società: la partecipazione era incentrata sulle società che venivano selezionate durante i pre-campionati. Le squadre dovevano aver raggiunto determinati obiettivi per superare le eliminatorie regionali ed essere ammesse ai Campionati di Società. Nei Campionati che, invece, si terranno a fine luglio protagonista non è la squadra bensì l’atleta. Si tratta di Campionati Assoluti Individuali. Anche in questo caso, però, l’atleta deve rispettare dei parametri. Partecipano solo i migliori atleti per ognuna delle specialità». Qual è stato il ricordo più bello e quale il maggiore rimpianto? «I rimpianti sono relativi. Il momento più bello, invece, è sicuramente quello vissuto nel 1984, a Roma, durante il “Golden Gala” Meeting Internazionale su Pista che, con i Campionati Assoluti, è la competizione più importante che si tiene in Italia. La gara iniziò alle 17, concorrevano circa 14 atleti. In qualità di Arbitro della Giuria Salto con l’Asta ho registrato due primati mondiali stabiliti in successione prima dal francese Vigneron (con la misura di m. 5,91) e poi dal russo Bubka (con la misura di m. 5,94). Per la prima volta al mondo l’asticella fu posta a ben 6 metri. Una gara appassionante, persino la RAI prorogò la diretta, prevista dalle 18 alle 23, sino alla fine della competizione, alle 12.30». Come si presenta, oggi, il panorama dell’atletica molfettese? «Come accade in tanti settori, spesso lotte intestine sono distruttive. La Landolfi non esiste più. Abbiamo l’Aden Exprivia per il settore maschile mentre nel settore femminile prosegue il suo impegno l’Olimpia Club. Nello sport e, in particolare, nell’atletica è importare curare i più piccoli: ciò è mancato per diverso tempo. Fortunatamente, da qualche anno, Lucia Pappagallo si sta occupando del settore giovanile, sperando che questi giovanissimi sportivi possano rappresentare il futuro dell’atletica». Un obiettivo raggiunto è stata la realizzazione dello Stadio di Atletica Mario Saverio Cozzoli, di cui, per anni, è stato uno strenuo e infaticabile promotore «Le vicende che hanno portato alla realizzazione della struttura partono nel dicembre 1986, con la delibera 2810 con al quale la Giunta Comunale De Cosmo affidò l’incarico per la progettazione di un campo sportivo polivalente nel “Piano di zona 167”. L’anno successivo si tenne un proficuo incontro tra l’Amministrazione Comunale e le Società Sportive interessate al fine di definire i dettagli per la realizzazione del campo di calcio e della pista di atletica leggera a 8 corsie, con annesso campo di allenamento e pistino di riscaldamento, con una capienza prevista di 5000 spettatori. Il primo lotto fu finanziato con risorse del cosiddetto “fondo Italia 90”. I lavori, però, andarono a rilento a causa di una serie di intoppi burocratici, come il contenzioso sorto tra ENEL e Comune di Molfetta per la rimozione di una cabina elettrica ricadente nell’area del cantiere, e atti vandalici. Nel 2000 il sindaco Guglielmo Minervini convertì la destinazione d’uso da impianti sportivi a “zona mercatale” ma abbiamo continuato a lottare e a credere nella ripresa dei lavori. Nell’agosto 2004 esponemmo le nostre problematiche al senatore Antonio Azzollini, il quale mostrò il suo interessamento ma si poneva il problema di reperire i fondi necessari. Seguirono altri anni segnati da nuove progettazioni, intoppi burocratici e contenziosi. Il sindaco Natalicchio, nel 2013, non appariva propensa alla ripresa dei lavori, che ripartirono solo nel 2014 ma vennero sospesi dopo un anno a causa di errori progettuali evidenziati dall’impresa. Nei mesi successivi ci furono continui confronti con la Giunta Natalicchio ma la situazione cambiò solo con il sindaco Tommaso Minervini e nel 2018 i lavori ripartirono definitivamente». Quali sono le prospettive? «L’auspicio e che si possano organizzare a Molfetta Meeting a livello internazionale ». © Riproduzione riservata

Autore: Isabella de Pinto
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