Il futuro di Molfetta nel piano strategico metropolitano
Di qui al 2015 sempre più spesso sentiremo parlare di Piano strategico “Metropoli Terra di Bari” (MTB), per due motivi principali: il primo è che, tra i 31 Comuni della provincia di Bari che lo hanno sottoscritto, c'è anche Molfetta. Il secondo è che, data la portata del Piano, questo avrà un impatto notevole sulla nostra città. In generale i Piani Strategici sono programmi di governo alquanto complessi, che disegnano la politica, l'economia, la struttura di macroaree in archi temporali lunghissimi, finendo per impattare la vita dei cittadini di domani, più che quella dei cittadini di oggi. E questo è il terzo validissimo motivo per cui occorre che i cittadini oggi sappiano quale scenario si sta costruendo per i propri figli. I Piani Strategici non sono invenzione di questi mesi, nascono negli anni '90 in Europa. Tra gli antesignani Barcellona, Lione, Londra, esempi poi emulati già nel secolo scorso da città come La Spezia e Torino e da tante altre città italiane, con due precisi obiettivi: in primo luogo realizzare macrointerventi che senza la compartecipazione di più soggetti locali non si sarebbero potute effettuare, e in secondo luogo farsi portavoce di un bacino di cittadini sufficiente per poter avere voce in capitolo nei Luoghi della politica nazionale e soprattutto europea. Questo anche per rispondere alla sfida competitiva che proviene dall'estero. Metropoli Terra di Bari, come altri Piani Strategici di città del Sud, arriva, sia pure in ritardo rispetto alle città del Nord, a pensare ad una pianificazione strategica della nostra provincia da collegare con la pianificazione regionale e nazionale. Una della peculiarità del nuovo modo di prendere le decisioni politiche è quello di coinvolgere nelle scelte i cittadini, per renderli protagonisti politici, in un'epoca in cui i luoghi classici dell'intermediazione politica (i partiti e i sindacati) sono entrati in crisi, smettendo di essere l'interfaccia tra i politici e la società civile. Nello specifico, un programma come «Metropoli Terra di Bari» che riguarda circa un milione di persone, non può essere sviluppato senza la condivisione dei cittadini. Questo è il senso della campagna d'informazione che lo staff di Ricerca e Sviluppo del Piano strategico Metropoli Terra di Bari, diretto dal dott. Luca Scandale, sta compiendo in tutte le città interessate. A Molfetta l'incontro è avvenuto lo scorso ottobre, in occasione della Festa del Partito Democratico. Noi di Quindici riteniamo opportuno raccontare a puntate tutti i 20 programmi che costituiscono il progetto complessivo, con la consapevolezza che è impossibile schematizzare un'operazione che investe a 360° la nostra città e le altre 31 di MTB, poichè ogni intervento ha implicazioni su più ambiti. Vista la peculiarità della città, partiamo dal programma «Trasporto » che riguarda il porto e il suo sviluppo. E questo, com'è facile intuire, abbraccia settori vari di intervento: la costa, l'inquinamento delle acque, i sistemi viarii di collegamento con l'entroterra, l'urbanistica, le possibilità occupazionali prossime future. L'Area Metropoli Terra di Bari riguarda ben 70 km di costa. La posizione della nostra Regione nel Mediterraneo, ne fa un elemento di vantaggio in un momento come quello attuale, che vede il Mare Nostrum tornare ad essere il luogo privilegiato di scambio e di connessione tra popoli, culture ed economie. Nell'area MTB due sono i porti importanti: Molfetta e Bari. Il porto di Molfetta vede partire in questi giorni un completo restyling. Con un finanziamento di 55 milioni di euro, esso si doterà di un nuovo braccio del molo di sopraflutto (in continuità con la già esistente diga Salvucci), di una banchina di riva per il traffico commerciale, di una banchina per la nautica minore e di un piazzale per la movimentazione merci. Prevista anche la costruzione di un ponte per il collegamento del porto con la zona industriale della città e la rete di viabilità interna al porto completa di arredi e parcheggi. Oltre a ciò verrà realizzato un centro servizi per lo svolgimento delle attività portuali ed alcuni capannoni per lo stoccaggio delle merci. Saranno inoltre approfonditi i fondali del porto, per permettere alle navi l'ingresso nel porto senza l'ausilio dei rimorchiatori. Le nuove opere consentiranno la presenza contemporanea di 5 navi, 2 general cargo (con accosto laterale, lunghe fino a 170 m e con pescaggi di 7-8m) e 3 ro/ ro (con accosto di poppa, di lunghezza massima 150 m, con fondali a ciglio banchina di 7 m). L'appalto è stato affidato alla “Cooperativa Muratori e Cementisti” (C.M.C.) di Ravenna, fra le maggiori imprese italiane, quarta per giro d'affari. La C.S.M. si è impegnata comunque ad assumere anche manodopera locale. I lavori dureranno circa 4 anni. Il programma di potenziamento del porto di Molfetta dovrà integrarsi ovviamente con quello di Bari. Quest'ultimo, inserito com'è nella «pancia» della città, dovrebbe incrementare la sua vocazione per il trasporto passeggeri via mare, lasciando a Molfetta la maggior parte del suo attuale traffico merci. Anche se è al vaglio l'ipotesi di costruire un altro braccio del porto di Bari, a ovest dell'attuale localizzazione. Restando per il momento ai programmi già avviati, una cosa sembra certa: la nuova infrastruttura portuale molfettese, con la sua vicinanza all'area artigianale e ASI, nonché al sistema principale stradale (A14 e SS 16 bis) e ferroviario, dovrebbe assume un più rilevante ruolo strategico, interessando il bacino dei sistemi produttivi di Bitonto, Corato e Terlizzi, realtà rilevanti all'interno filiera agroalimentare di MTB. Vedremo nel prossimo futuro se davvero gli interessi complessivi del Piano MTB supereranno quelli locali.