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Il culto di San Gerardo nella parrocchia del S. Cuore di Gesù
15 novembre 2018

Nella sede della Sezione Aneb(Associazione Nazionale Educatori Benemeriti) si è tenuta una interessante conferenza sul tema: “Il culto di San Gerardo nella parrocchia del Sacro Cuore di Gesù a Molfetta”. Relatore lucido ed esaustivo, nonostante la sua veneranda età, è stato mons. Francesco Gadaleta, già Parroco della Chiesa del Sacro Cuore dal 31 ottobre 1986 al 21 settembre 2002, che è stato presentato al numeroso pubblico intervenuto dal Presidente Aneb prof. Michele Laudadio. Alla manifestazione sono intervenuti i componenti dell’attuale Consiglio Direttivo dell’Associazione di San Gerardo: Di Franco Anna (Presidente), Lucanie Mauro e De Robertis Felicia. Ogni anno sin dal 1922 nel mese di ottobre – ha esordito Don Francesco – nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù si svolge la novena in onore di San Gerardo Maiella che si conclude il 16 ottobre, giorno della sua morte avvenuta ad appena 29 anni a Materdomini. La Parrocchia del Sacro Cuore fu costituita giuridicamente il 31 dicembre del 1916 con Bolla del Vescovo Pasquale Picone, che nominò don Giambattista Bartoli economo-spirituale della Parrocchia e iniziò il suo cammino, come comunità di credenti, il 1 gennaio 1917. Per 10 anni la comunità si riunì in un’umile stalla con porta d’ingresso situata in Via Quintino Sella finché nel giugno del 1926 fu costruito l’attuale edificio sacro e il 19 marzo 1927 venne celebrata la prima santa messa officiata dal Vescovo Mon. Pasquale Gioia, che alla sua morte venne sepolto in questa chiesa. La devozione a San Gerardo Maiella nella Chiesa del Sacro Cuore fu portata da un devoto, proveniente da Corato, dove già esisteva una Comunità di Redentoristi, che fece conoscere la vita del Santo al parroco del tempo – Sac. Don Francesco Spadavecchia - che dette inizio all’Associazione di San Gerardo il 16 ottobre del 1922. L’associazione il 16 ottobre 1924 fu aggregata all’Arciconfraternita del Santuario di Materdomini, costituita come tale da Papa Benedetto XV il 28 gennaio 1918 con la facoltà del Rettore di poter aggregare alla medesima tutte le Associazioni gerardine erette in qualsiasi parte del mondo. Il 1921 il sig. Gabriele De Ruvo donò una bella statua in cartone romano del santo in estasi, con occhi di cristallo, mentre il 1922 la sig.ra Caterina Sciancalepore donò il Crocifisso e l’aureola in argento. A seguito della sua cattiva conservazione questa statua fu sostituita nel 1955 da una nuova opera dello scultore Salvatore Bruno, il quale lavorava a Bari sotto la guida del nostro concittadino Giulio Cozzoli. Con la costruzione della nuova chiesa (1927) l’altare laterale a destra (dove attualmente è sistemato il battistero) venne dedicato a San Gerardo e sulla parte della piccola abside venne collocato un grande quadro a olio del prof. Carmine Palmieri, raffigurante al centro la Madonna della Pace e ai lati i santi Gerardo e Vincenzo. Il 1° ottobre 1966 i coniugi Francesco Saverio e Innocenza Mastropierro donarono uno stendardo per le processioni. La devozione a San Gerardo è cresciuta nel tempo per i legami di affetto che si sono instaurati con i Padri Redentoristi e il Santuario di San Gerardo a Materdomini, dove ogni anni si organizzava un pellegrinaggio di fedeli sempre più numerosi. Nei primi anni il pellegrinaggio era una vera e propria avventura che durava anche una settimana perché essendo il viaggio molto lungo (si arrivava a Foggia in treno e poi di lì in pullman prima ad Avellino e poi a Materdomini) si restava per alcuni giorni a Materdomini anche per la salubrità dell’aria. Si creava cosi tra i pellegrini molfettesi e la comunità di San Gerardo sia religiosa che civile una grande familiarità, tanto che oltre ai pellegrinaggi si organizzavano dei campi estivi per i giovani di azione cattolica appartenenti alla Parrocchia del Sacro Cuore. Oggi il pellegrinaggio viene effettuato con pullman gran turismo e dura un giorno. L’associazione di San Gerardo era composta dai ragazzi (chiamati gerardini) e dagli adulti e tutti partecipavano ad ottobre alla novena e alla festa in onore del santo. Era tradizione inoltre, purtroppo ormai scomparsa ma con l’augurio che venga ripresa, di organizzare il 16 ottobre festa di San Gerardo nei locali della Parrocchia il “pranzo per i poveri” e offrire il pane benedetto a tutti i presenti a ricordo dell’opera generosa svolto dal santo proprio nei confronti dei più bisognosi. La discussione sul culto di San Gerardo nella Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù ha permesso a Don Francesco Gadaleta di parlare anche della vita di questo Santo, che pur se morto giovanissimo in breve tempo ha riscosso ovunque un vasto culto popolare. San Gerardo Maiella nacque a Muro Lucano (Potenza) il 6 aprile 1726 in una famiglia di umili condizioni: il papà Domenico, sarto, e la mamma Benedetta Galella entrambi ferventi cristiani lo avviarono sin da piccolo alla vita di preghiera e all’amore per il sacrificio. E così che Gerardo sin dall’infanzia fu affascinato da Gesù Bambino, che spesso mentre pregava diceva di vederlo portargli un pane. Gerardo, rimasto presto orfano di padre, dovette andare a lavorare per provvedere alla famiglia, continuando il mestiere di sarto del padre presso la bottega di mastro Pannuto. Ma essendo questo lavoro poco remunerativo si fece assumere come domestico presso il Vescovo di Lacedonia, mons. Claudio Albini, uomo burbero e collerico. Alla morte del vescovo Gerardo tornò a Muro Lucano a fare il sarto ma con scarso profitto. Intanto sentiva forte il bisogno di solitudine e di raccoglimento per cui maturò la chiamata alla vita religiosa. A 14 anni, infatti, chiese di entrare nel Convento dei Frati cappuccini, dove si trovava uno zio materno, ma venne respinto a causa della sua malferma salute. Nel 1749 i Padri Redentoristi, colpiti dalla sua tenacia e determinazione non comune, (si era calato dalla finestra della propria abitazione – chiusa a chiave dalla famiglia per impedirgli di uscire – per seguire i padri, lasciando alla madre questo biglietto “Mamma, perdonami, non pensare a me: vado a farmi santo”) decisero di accoglierlo nella loro “Missione” come “frate converso”. Dopo un periodo di prova e l’anno di noviziato trascorsi nella casa di Deliceto (Foggia), il 16 luglio 1752 festa del Santissimo Redentore Gerardo emise la professione religiosa come “fratello coadiutore” nella Congregazione Redentorista fondata da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nel 1732 con il compito di adempiere ai servizi della casa e alla questua nei paesi viciniori. Senza trascurare la preghiera e la penitenza. Dopo brevi soste presso i conventi di Pagani e Napoli, fu trasferito a Materdomini dove dimorò fino alla sua morte avvenuta il 16 ottobre 1755, consumato dalla tubercolosi. La sua spiritualità era tutta incentrata su Gesù Crocifisso, che contemplava andando spesso in estasi davanti all’Eucarestia. L’ubbidienza fu la virtù che praticò ad imitazione di Gesù Cristo, che “fu obbediente fino alla morte e alla morte in croce”. Il servizio di fratello questuante per provvedere ai bisogni del convento lo portava nelle case di molte famiglie, impegnandosi a riappacificare persone in odio tra loro, confortando e sostenendo anche materialmente i più bisognosi, infondendo coraggio e conforto alle madri in attesa e tanto amore per i bambini, tanto che San Gerardo viene invocato come “Angelo delle culle” – “Patrono delle mamme” – Protettore delle partorienti e dei bambini”. Svolse inoltre una significativa opera di conversione dei peccatori, tanto da divenire la guida spirituale di molti cristiani, scrivendo a riguardo molte lettere di direzione spirituale e un “Regolamento di Vita” per qualche comunità religiosa. Comunque, nonostante questa sua dedizione al prossimo, durante la sua vita dovette sopportare una grande prova: la “calunnia” ordita da una certa Nerea Caggiano che lo accusava di una relazione con una ragazza, Nicoletta Cappucci. Lo stesso San Alfonso de Liguori, fondatore della Congregazione, fu tratto in inganno, anche perché quando Gerardo fu chiamato a discolparsi da quell’accusa lui tacque. Per questo motivo fu punito severamente con l’interdizione dell’abito religioso e della Comunione. Quando finalmente, dopo molte sofferenze, la calunnia venne ritrattata, a Sant’Alfonso che gli chiedeva perché non si era discolpato, Gerardo rispose: “Come avrei potuto farlo se la regola proibisce di scusarsi e vuole che si soffra in silenzio qualunque mortificazione?”, dando una grande lezione di santità a tutta la comunità religiosa. Alla sua morte tutti già lo acclamavano come Santo, lo invocavano e mediante la sua interdizione si avveravano diversi miracoli. Il 29 gennaio del 1893 Gerardo fu beatificato da Papa leone XII e l’11 dicembre 1904 Papa Pio X lo canonizzò. Il Papa Giovanni Paolo II il 28 luglio 2003 proclamò San Gerardo patrono delle partorienti e dei bambini per la regione Campania.

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