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Il cucciolo fa la pipì in casa
15 febbraio 2016

La scienza è piena di falsi miti, spesso la causa è la pigrizia di chi non ha voglia di informarsi oppure ha tendenza a credere nei complotti; il dato di fatto è, che, ormai si sa, i miti sono duri a morire. Esistono diversi studi psicologi nei quali viene rilevato quanto sia difficile riuscire a sfatare una credenza popolare. In campo Veterinario ve ne sono tantissimi: dal doberman che impazzisce perché ha la testa troppo piccola per contenere un cervello in continua crescita; che bisogna essere dominanti (capo branco) per poter avere una corretta relazione col proprio cane; non esistono cani buoni o cattivi ma solo buoni o cattivi proprietari e tanti altri. Oggi desidero parlare del mito più frequente col quale mi trovo quasi quotidianamente a “combattere” nel tentativo, quasi vano, di sfatarlo: “se vuoi insegnare al tuo cane a non fare la pipì in casa, prendilo per la collottola e strofinagli per bene il muso nella sua stessa pipì”. Nulla di più assurdo, assolutamente da non fare. Alcuni cani non vorrebbero fare i bisogni in casa, ma non riescono a trattenersi. I cuccioli a volte hanno già imparato a fare la pipì all’aperto, ma non riescono a trattenersi, hanno la vescica piena. Il cucciolo è in fase di rapido accrescimento e perché le proteine formino muscoli e tessuti hanno necessità di legarsi a molecole di acqua. È necessario quindi che il cucciolo beva tanto e di conseguenza faccia anche tanta pipì, anche dieci volte al giorno. Il nostro compito è che esca a sufficienza, non quello di punirlo quando la fa in casa, che invece aumenta lo stress del cane e per questo urina più frequentemente. Soprattutto dopo aver mangiato, dormito e giocato, capiterà che si metteranno nella loro classica posizione accovacciata regalandoci un piccolo laghetto in ogni parte della casa. Intuitivamente possiamo capire che se dopo questi momenti portiamo il nostro cane nel luogo dove desideriamo che lui la faccia, avremo percentualmente maggiori probabilità che sporchi nel luogo desiderato e se poi, subito dopo, lo premiamo con una carezza o con uno snack la probabilità che questo comportamento si ripeta è molto facile. Quando portiamo a casa il cucciolo per la prima volta, siamo talmente contenti che non pensiamo che staccare un cucciolo da mamma e fratelli non è cosa a lui gradita. Il conforto dato dal calore della mamma e l’odore del gruppo è necessario per uno sviluppo sano. È normale che il cucciolo piangerà se da solo, perché sarà a disagio e per questo si stresserà e sarà più facile che faccia pipì in casa. Disapprovo quando i cuccioli vengono lasciati da soli in cucina durante la notte e poi li si punisce per aver fatto pipì, come se fosse un dispetto. Non è un dispetto. È la norma. È normale che facciano pipì. Per stress o perché ha la vescica piena ed è sbagliato punirlo per questo. Non dovrebbero mai essere puniti per questo. La regola numero uno per insegnare al cane a far pipì fuori casa è che deve esserci una forte sproporzione a favore del numero delle pipì che fa fuori rispetto a quelle che fa in casa, per un periodo che va dai 30 ai 60 giorni. Per via di un apprendimento di tipo associativo il cucciolo avrà pian piano la necessità di avere gli odori che ci sono all’aperto per riuscire a fare pipì, in altre parole si tratterrà in casa, e se proprio non riuscirà a farla, segnalerà che ha bisogno di uscire. Se poi in queste occasioni lo premiamo, direi che il gioco è fatto. Altre indicazioni utili, oltre a non punirli sono di non farsi mai vedere asciugare i loro “prodotti” e non pulire con detergenti profumati o a base di ammoniaca altrimenti sarebbe come “marcare” i posti, ossia queste zone fungerebbero da richiamo per farla proprio lì. Con le giuste indicazioni e una buona dose di impegno il cucciolo imparerà ben presto a fare i suoi bisogni in giardino e un’altra credenza popolare verrà sfatata…

Autore: Marco Catellani
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