MOLFETTA - Sospensione per il giudice di Molfetta Giuseppe De Benedictis (foto), da parte del Consiglio superiore della magistratura.
De Benedictis
fu arrestato ai domiciliari nella sua casa di Molfetta il 28 ottobre scorso con l’accusa di detenzione illegale di arma da guerra e rimesso in libertà il giorno successivo dopo l’interrogatorio di garanzia. Tornato al lavoro nell’ufficio gip-gup, De Benedictis si è occupato anche della maxi-inchiesta sul presunto malaffare della sanità pugliese che ha riguardato anche il senatore del Pd
Alberto Tedesco.
Tra le inchieste di cui si è occupato in passato, anche quella del giugno del 2005 quando chiese l'arresto per l'ex governatore della Puglia, attuale ministro,
Raffaele Fitto per una presunta tangente di 50mila euro che gli sarebbe stata data dall'imprenditore
Gianpaolo Angelucci.
Il magistrato fece anche arrestare Filippo Pappalardi, padre dei fratellini caduti nella cisterna, Francesco e Salvatore, con l’accusa di omicidio e l'occultamento dei cadaveri dei suoi figli (poi l’uomo risultò estraneo ai fatti contestatigli).
Il magistrato era un noto collezionista di armi, ne avrebbe oltre mille nella sua abitazione. Ed è proprio a casa sua che avvenne la perquisizione dei carabinieri, che trovarono un’arma da guerra, la cui detenzione è illegale.
Da una prima ricostruzione dei fatti, sembra che il giudice avesse acquistato l’arma qualche giorno prima in un’armeria di Caserta. Accortosi subito che si trattava di una carabina illegale, De Benedictis avrebbe telefonato all’armeria affermando che si sarebbe trattato di un errore e che avrebbe provveduto a restituire l’oggetto. Ma la perquisizione sarebbe avvenuta prima che questa restituzione avvenisse e quindi scattò l’ordine di arresto, anche perché l’armeria del casertano era sotto inchiesta.
La sospensione non ha un termine, potrebbe essere interrotta in qualsiasi momento nel caso dovessero emergere nuovi fatti; oppure potrebbe durare fino al termine dell’inchiesta a carico del giudice.