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Il cinemateatro Fenice II parte
15 aprile 2013

L’intitolazione Fenice del teatro fu sostituita in seguito in Politeama Sociale. La sera del 30 marzo 1919 un incendio, scoppiato prima della rappresentazione lirica in programma, distrusse il palcoscenico. I danni ammontarono a £.100.000 solo per i proprietari e a £.20.000 per gli strumenti musicali, le scene e i vestiti1. Accanto al teatro verso sud vi era un giardino e in quella sede i proprietari ricavarono il teatro all’aperto continuando le recite. Nel frattempo dettero mano alla ricostruzione del teatro e nei primi mesi del 1920, dopo un anno, era già funzionante. Gli fu dato la primitiva intitolazione Fenice. Fu inaugurato con l’opera lirica Norma di Vincenzo Bellini. Il 1920 fu un anno pieno di programmazioni teatrali sia di prosa che liriche con la partecipazione di varie Compagnie tra cui quella dei fratelli Marchesini, del cav. Giustini, del cav. Achille Maieroni e, a dicembre, si dettero diverse repliche dell’opera lirica Don Pasquale di G. Donizetti. Il 3 gennaio 1921 si aprì la stagione di prosa con la compagnia napoletana Franchi-Urcioli2. Chiusero l’anno le recite della compagnia di Carlo Tritta. Nel 1926 debuttò la compagnia delle marionette siciliane Città di Palermo di Michele Immosi. Un anno dopo recitò la famosa attrice Emma Gramatica (1874-1965) con la sua compagnia. Le recite furono date anche nell’arena. Si rappresentò Un sogno di un mattino di primavera di G. D’Annunzio, Le medaglie di una vecchia signora di J. M. Barrie e La moglie di Claudio. Le recite furono molto applaudite e il corrispondente non mancò di sottolineare che: La venuta della Gramatica a Molfetta ha messo in rilievo ancora una volta l’innato spirito critico dei molfettesi in materia d’arte, ed è anche, secondo noi, un richiamo alle autorità cittadine, perché provvedano ad un teatro più decoroso e più ampio: dato il pienone, molti hanno dovuto rinunziare al nobile godimento. Il 13 febbraio 1928 al teatro Fenice vi fu una rappresentazione degli spettacoli classici di Siracusa, Pompei e Ostia, che furono poi replicati ad aprile, dopo 2.000 anni di silenzio, al teatro greco di Taormina con Giulio Cesare del senatore Corradini. In programma la compagnia di Gualtieri Tumiati che rappresentò Giochi al castello di F. Molnar, commedia che egli portò in tournée per tutta l’Italia e con grande successo anche a Bari al Santa Lucia. Seguì la compagnia Celli-de Cristofaro con la partecipazione di Dansy Celli e altri artisti. A marzo del 1928 il gestore del teatro Magarelli ingaggiò la compagnia drammatica di Lina Murari che portò in scena Madame Sans-Genè di V. Sardon, Vezzo di perle di Benelli, Maria Antonietta di Giacometti, Bambole di lusso di Armont, e Aiglon di Axstand. Nell’estate dello stesso anno debuttò la compagnia di spettacolo “Arte nuova” di Gustavo Serena. All’inizio di gennaio 1930 si esibì la compagnia italiana di prosa di Gemma d’Amora diretta da Ruggiero Capodaglio che rappresentò La figlia ballerina 3 atti di Arnold e Bach. Il 23 febbraio 1931 la compagnia di Irma Gramatica presentò Stefano 3 atti di Giacomo Duval. Vi presero parte anche Luigi Carini e Renzo Ricci. Già dal 1919 l’area su cui fu ricostruito il teatro e il suolo attiguo su Corso Umberto furono acquistati da Pasquale Spadavecchia (1858- 1932). La gestione del teatro fu affidata a Michele Magarelli fino ai primi mesi del 19313. Il teatro Fenice era costruito metà in muratura e metà di legno. I nuovi proprietari per rispettare le nuove norme di sicurezza nella primavera del 1931 lo ricostruirono in muratura e cemento armato. Il teatro aveva 1.000 posti in platea, 34 palchi disposti in due file e 300 posti di anfiteatro, l’interno era anche riscaldato con un impianto a termosifone. Il 15 novembre 1931 si inaugurò con le opere liriche Cavalleria rusticana e Pagliacci; vi parteciparono i cantanti: Leonella Balducci, Maria Mattioli, Alvaro Bandini, N. Zanni, Enrico Coppellotti e Pasquale Lombardo. Diverse recite della compagnia di operette di Bianchi-Fleurville-Bonomi diretta dal maestro Pino Klum chiuse l’anno. 2 – Continua

Autore: Corrado Pappagallo
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