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Il centro storico chiede ascolto "Ripartiamo da noi", dopo anni di silenzio e di emarginazione
15 giugno 2001

Gli abitanti del centro storico e tutti coloro i quali, nel centro storico, ci vivono quasi quotidianamente, si rimboccano le maniche e partono da loro stessi per riabilitare un’area urbana che, troppo spesso, è stata ricordata solo per fatti di cronaca nera Sul centro storico di Molfetta sono stati spesi fiumi di inchiostro e innumerevoli sono stati, da sempre, i tentativi per studiare il problema. Ma questo è sempre stato discusso marginalmente, raggirato con opere di risanamento architettonico, di cui però la fine è, tuttora, ben lontana dal venire. Certo, in alcune zone, vedi via S.Orsola fanno bello sfoggio di sé i palazzi ristrutturati con studi tecnici di architetti e ingegneri. Poi appena svolti l’angolo, ritrovi la realtà della città vecchia con tutte le sue contraddizioni come l’anziana donna che non ha la fogna in casa. Strane queste contraddizioni, ma la riflessione che ne viene fuori è quella di un’idea da sempre sottaciuta, ma latentemente praticata, di operare come nel centro storico a Bari, dove, verso la metà degli anni Ottanta, si è assistito a uno scollamento di intere famiglie dalle strade nelle quali erano nate, trasferendo il problema in altri quartieri della città, una sorta di sanatoria umana. Quando si parla del centro storico ci si pone sempre a tavolino, planimetrie alla mano pronti a ristrutturare questo, abbattere quello picchettare quell’altro, raramente le amministrazioni passate, di qualsiasi colore esse siano state, si sono soffermate ad ascoltare i bisogni quotidiani della gente, per cercare di capire dall’interno, dalle parole di chi il centro storico lo vive sulla propria pelle, cosa ci sia da cambiare, quali siano i problemi, quali le potenzialità nascoste. E’ questo l’obiettivo che si propone il coordinamento di quartiere, nato dall’esigenza delle associazioni operanti sul territorio di avere un comune denominatore su cui confrontarsi. Ass. Duomo, Agesci, Masci, Cooperativa Sociale Koinos e il sempre indomito don Ignazio Pansini, parroco di S.Corrado, già da tempo ventilavano la necessità di un filo comune che legasse le diverse esperienze maturate in tanti anni di attività a contatto con una realtà sociale difficile. Indubbiamente ognuno operava lodevolmente nel proprio campo, ma tra i diversi gruppi non esisteva una collaborazione programmatica, pur nella unità di intenti. Una collaborazione che permettesse a ogni gruppo di far tesoro delle esperienze maturate dagli altri, creando una rete che consentisse, quindi, di alzare il tiro e mirare alla comprensione e risoluzione dei veri problemi del centro storico, coinvolgendo in questo tutti gli abitanti del quartiere. L’idea è nata dalla esperienza maturata da alcuni scout, impegnati a creare un rapporto con i ragazzi dell’età di mezzo (14-17 anni): essi hanno cercato di bypassare il classico rapporto educatore educando, entrando a diretto contatto con i ragazzi, le loro regole, i loro bisogni. Seguendo questo esempio e i suggerimenti che venivano fuori, riunione dopo riunione, si è deciso di sperimentare un nuovo tipo di coinvolgimento, una sorta di democrazia partecipata. Le associazioni sono entrate in contatto con il comitato di quartiere e si è deciso di tenere assemblee periodiche in piazza, allargate a tutta la popolazione del centro storico. Il risultato è stato quanto mai inaspettato, già dalla prima riunione, in via Piazza, la presenza è stata massiccia, i rappresentanti del comitato di quartiere hanno ribadito che mai avevano visto un’affluenza così cospicua. Le riunioni continuano periodicamente: e i ragazzi sono impegnati a moderare la discussione, durante la quale vengono alla luce problemi quotidiani, mai ascoltati, o forse sempre messi a tacere, della città vecchia. Il coordinamento vuole farsi ascoltatore di queste esigenze, da valutare assieme agli abitanti del quartiere per portarli di volta in volta alla attenzione delle autorità competenti. Numerose lettere sono state già fatte pervenire ad alcuni organi competenti, su esigenze e disservizi, di cui si è discusso negli incontri. Molte di queste richieste sono emerse il giorno 11 giugno durante un primo incontro che alcuni rappresentanti del coordinamento hanno avuto con il neo-sindaco Tommaso Minervini, il quale si è detto disponibile a incontri periodici di confronto con questa nuova realtà, pronto ad accogliere le richieste prospettate come più urgenti. Ma nelle intenzioni del coordinamento c’è dell’altro, vi è la volontà di riaffermare la presenza del centro storico come realtà viva all’interno della città, di ricordare a tutti i cittadini che “la nostra città nasce da questi vicoli a spina di pesce, qui c’è il nostro passato. E da qui, crediamo, si deve ripartire per costruire il nostro futuro”. Così come si leggeva su uno dei cartelloni presenti durante la festa organizzata dal coordinamento domenica 3 giugno. Per sei ore si sono alternati su via Piazza artisti che hanno allietato una calda serata di inizio giugno(Solachianelle, Lo studente, Ass.Teatrale "Grammelot", Compagnia Musicale "Iss e tres", Felice Altomare, Ninnì Vernola, CiccioClawn, i Bulgari). La partecipazione da parte della popolazione è stata notevole: si è calcolato un afflusso di un migliaio di persone, che hanno certamente potuto riflettere, tra una bruschetta e un bicchiere di vino, sulla condizione odierna della città vecchia e sulle prospettive future se, come si dice durante le assemblee, “ripartiamo da noi”. Donato Centrone
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