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I Tatarella a Molfetta per il libro "La fiaccola tricolore". E Azzollini ripensa al Sessantotto Il sindaco: "anni terribili, su cui non favoleggiare. Santoro? Cascame del comunismo. E ciuccio a scuola..."
26 ottobre 2009

MOLFETTA - E’ stata la serata di un libro su sessant’anni di centrodestra italiano, ma anche della grande verve di Azzollini. Viene introdotto da un ideale mea culpa di Pietro Mastropasqua, consigliere Pdl e vicepresidente del Consiglio comunale Fabrizio Tatarella, autore del volume “La fiaccola tricolore”, presentato sabato sera in Sala Consiliare a Molfetta, e dedicato alla storia della Destra Italiana, dal Msi in poi: “quando Fabrizio Tatarella anticipò i tempi dell’uscita dal Polo, lo criticammo, pensammo volesse svendere la storia di Alleanza Nazionale” confessa Mastropasqua. “Invece ha avuto ragione”. 
La storia attuale parla della Giovane Italia “un nome che appartiene alla Destra italiana”, spiega il consigliere, che parla anche di “un libro non chiuso, del quale ci sono ancora pagine da scrivere”. 
A fare da ospite anche il consigliere provinciale, Saverio Tammacco, che parla di situazioni interne (“le divisioni fanno solo male a una maggioranza concreta”) e confronti con la controparte (“Vi è ancora confusione di competenze tra province Bari e BAT, nonostante fosse stato istituito un assessore di sinistra alla sesta provincia. Una sinistra che ha speso 700.000 euro per le primarie, che continua a rivelare persone molto legate al potere e poco ai cittadini”), prima di cedere la parola all’europarlamentare Salvatore Tatarella: “nel momento in cui si fondono due realtà come AN o Msi e Forza Italia, era opportuno scrivere una storia che non era mai stata scritta, la storia di un movimento giovanile importante, una fucina per la classe dirigente: il Pdl non può fare a meno di una forte organizzazione giovanile. Nella politica quotidiana la formazione giovanile non c’è più: un confronto dialettico sano nelle scuole credo sia un passaggio fondamentale”. 
Poi tocca ad Antonio Azzollini. Il sindaco parla soprattutto della situazione politica di 40 anni fa: sincero o fazioso, intelligente o furbo, indubbiamente interessante, politicamente imperdibile. “Sono stati anni terribili, in cui nessuno dei giovani di allora ha dato il meglio di sé stesso: sacrificavamo tutto, fino all’estremo. Eravamo, gli uni e gli altri, di ideologie pesanti, tali da far dimenticare  l’umanità”. 
“Quel periodo serve a propagandare il monito che ciò non accada più”, prosegue Azzollini, “ciascuno di noi sognava la sua rivoluzione, in cui sognavi tutti felici, ma fuori delle Sezioni, ci si scontrava. Temo che l’inasprirsi della crisi oggi possa riportare a questi fenomeni. Ma gli idioti che incitano alle pallottole non sanno cos’è, una pallottola, non sanno gli effetti che provoca. Ai giovani di oggi dico di non favoleggiare su nessuna delle cose di quel periodo, quell’epoca è chiusa, non potete immaginare e non dovete pensare: i colpi di catena non fanno rialzare nessuno, quello capita solo nei film”. 
Ne ha per tutti Azzollini, per Santoro, “un cascame del comunismo peggiore, che combatte battaglie puntando alle persone, alla distruzione dell’altro. Ed era ciuccio a scuola”, ma anche per Serena Dandini, Rula Gebreal e tutta una serie di trasmissioni poco gradite: “come è possibile parlare di un problema di libertà di stampa? Ogni giorno c’è qualcuno che parla male di te: chi la invoca occupa un servizio pubblico, dice il mio programma, offende, dileggia. La libertà non è un diritto assoluto, privo di confini: ha il confine della libertà altrui”.  

Autore: Vincenzo Azzollini
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IL MINESTRONE ... Il minestrone è un particolare tipo di minestra in brodo con molte verdure. Può essere completato con pasta o riso. Fra gli ingredienti più comuni vi sono fagioli, cipolle, carote, sedano, patate e pomodori. Il minestrone è un piatto che varia a seconda della regione e della stagione e si declina in molte variazioni rendendo impossibile definirne univocamente la ricetta. Una generica preparazione prevede la realizzazione di un soffritto di cipolla e carote a cui vanno unite in seguito le verdure scelte, tagliate a pezzi più o meno fini, e a cui va aggiunta infine acqua o brodo a ebollizione in cui le verdure poi cuoceranno a fuoco lento. Ingredienti, metodo di preparazione, consistenza e perfino il modo di consumarlo variano a seconda della tradizione del luogo a cui le differenti ricette fanno parte. Tradizionalmente veniva preparato con le verdure disponibili in cucina al momento, permettendo di consumare anche quelle non freschissime ma specialmente quelle poco digeribili senza una lunga cottura. Per questo è considerato uno dei piatti poveri per eccellenza che incarna al meglio la filosofia della cucina contadina italiana. La parola minestrone è anche usata in modo figurato per indicare un insieme di cose differenti e poco ordinate: es. "quel programma televisivo è un minestrone di notizie e servizi". (analogamente si usano anche macedonia, pasticcio o polpettone). Ecco, a mio sommesso avviso, la celebrazione del "flambé tricolore", è stata una rande sagra del minestrone, del pasticcio, della macedonia, del polpettone, nella cui arte, il ns. beneamato Antonio, eccelle e alla grande!!! ...f.r...

Povera "Libertà", da sempre sugli scudi: prima sullo scudo crociato, ora nel "Partito della libertà" dello scudo fiscale, dello scudo processuale ad personam etc. Questa parola bellissima viene bistrattata, infangata, abusata, vilipesa, stuprata dai demagoghi di turno, ognuno per esaltare la propria libertà e voler limitare quella del proprio avversario/nemico/oppositore. Gaber diceva "libertà è partecipazione"; concordo, aggiungendo che LA LIBERTA' E' NELLA COSTITUZIONE. Lì,e non nelle personali valutazioni di chi vuole portare l'acqua al suo mulino, troviamo il significato della libertà nelle sue diverse declinazioni:fra esse,la libertà di opinione e di stampa sono essenziali per una democrazia vera. Lì sono contemplate anche le legittime limitazioni della libertà, compresa quella richiamata "ad arte" dal sen. Azzollini evocando J.S. Mill ("La libertà di un individuo finisce dove inizia quella dell'altro"). Si potrebbe controbattere con lunghe pagine di citazioni filosofiche, cominciando da M. Bakunin quando sosteneva che, al contrario, la libertà individuale è confermata da quella altrui, cioè, maggiore è il numero delle persone libere, maggiore sarà la libertà individuale. Ma temo che secoli di filosofia non abbiano scardinato nè l'individualismo, nè l'opportunismo mentre hanno fatto crescere a dismisura l'ipocrisia dei forti e dei potenti. Chi seguirebbe Voltaire quando dice "non condivido le tue idee ma sono pronto a morire per consentirti di esprimerle"?

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