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I rifiuti dell'Asi, indagato il commissario Matera
15 novembre 2005

Rifiuti e insediamenti produttivi. Materiali inerti, eternit, solventi e polistirolo, al fianco dei capannoni industriali. Il malcostume di abbandonare clandestinamente i rifiuti (anche pericolosi) non si arresta e trova in una zona per definizione off-limits (l'area di sviluppo industriale di Molfetta, la zona Asi), un luogo davvero “congeniale” ad ospitare discariche abusive. Tutto questo da qualche settimana è oggetto di attenzione anche da parte della magistratura. A segnalare, in un esposto, la presenza di microdiscariche nell'Asi molfettese (in particolare in un'area a ridosso della statale 16 bis e della ferrovia) è stato il circolo Legambiente di Molfetta. Effettuati, subito dopo, gli accertamenti da parte delle autorità giudiziarie, è stato avviato un procedimento nei confronti di Raffaele Matera, commissario straordinario del Consorzio Asi. Le accuse: aver effettuato, all'interno di un'area ubicata nella zona Asi, attività di raccolta di rifiuti sia particolari sia non; in particolare, di materiali inerti costituiti da rifiuti derivanti da combustioni di parti di automobili, solventi chimici, metalli vari, alluminio, coperture di polistirolo preverniciati per pannelli solari, tubazioni eternit, materiali organici e prodotti ittici in avanzato stato di putrefazione, scarti di edilizia e demolizioni industriali; aver consentito a terzi l'abbandono di rifiuti sullo stesso fondo, non vigilando, né impedendo lo scarico ma anzi agevolando e consentendone l'accumulo. Nel frattempo, concluse le indagini preliminari, il Pm Antonio Savasta ha citato in giudizio il Commissario Asi. Nel corso della prima udienza il circolo Legambiente di Molfetta, già individuata come “persona offesa”, si è costituita quale parte civile, rappresentata dall'Avv. Annamaria Caputo. Hanno scelto di non costituirsi, invece, il Comune di Molfetta, la Provincia di Bari e la Regione Puglia. Prossima udienza, il 22 novembre. “Gli ultimi fatti registrati nella zona Asi e oggetto d'indagine da parte della magistratura – ha dichiarato Giovanna Grillo, presidente del circolo Legambiente di Molfetta – dimostrano e confermano che l'Asi è 'obiettivo sensibile' e privilegiato di scempi e autentici atti di barbarie ambientale”. “Com'è noto – precisa G. Grillo – si tratta di un'enorme fetta del nostro paesaggio rurale non soltanto sottratta alla sua naturale destinazione agricola, non soltanto sottoposta a vere e proprie 'mutazioni genetiche' irreversibili, ma anche avulsa dal sistema di regole e di leggi a tutela del territorio: basti pensare che nell'Asi non valgono le norme contenute nel piano paesistico regionale (Putt/p)”. Quanto basta perché l'intera area sia avvertita come zona nella quale “tutto si può fare” e “nulla è vietato”. Neppure espiantare gli ulivi e magari rivenderli altrove, presso mercati altamente redditizi, o abbattere le secolari murature in pietra, vero “documento di identità” del paesaggio pugliese, o, ancora, “accerchiare” beni architettonici (torri, casali) di comprovato valore storico e convertirli in spazi commerciali. Centinaia di anni di storia, tradizioni e consuetudini che hanno forgiato il paesaggio sono, con un colpo di spugna, cancellati improvvisamente in nome della “crescita”. Effetti collaterali dello “sviluppo”? Certamente sì: di uno sviluppo non adeguatamente pianificato, assai miope e molto poco consapevole.
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