I primi 20 anni dell’Accademia di Belle arti di Bari raccontati da Pietro Marino
A presentare il giornalista critico d’arte al Rotary Club, è stato Gaetano Centrone
Molfetta città di cultura, d’arte, di avanguardia, Molfetta e l’Accademia delle Belle Arti di Bari, un fil rouge. Vi è un legame tra la nostra città è l’Accademia delle Belle Arti di Bari. Nel cinquantesimo anniversario della sua fondazione, l’Accademia rivela la sua inossidabile giovinezza, innovazione, vivacità, le stesse che caratterizzano la città di Molfetta. E’ questo il leitmotiv della serata promossa dal Rotary Club di Molfetta in occasione della presentazione del libro “Diari dell’Arte Levante – Bari 1960-1980” (ed. Gangemi). I primi 20 anni dell’Accademia sono raccontati nel volume scritto da Pietro Marino, autore del libro, critico d’arte, giornalista e docente dell’Accademia, testimone della storia contemporanea, come afferma il dott. Felice de Sanctis, presidente del Rotary Club di Molfetta, che ha introdotto la serata, “un testimone che a novanta anni ha deciso di non andare ancora in pensione”. Critico, docente, Pietro Marino, continua Felice de Sanctis, ha la capacità di coniugare tradizione e innovazione. E non sarà un caso se come Pietro Marino, anche artisti come Gaetano Grillo, Michele Zaza, Salvatore Salvemini, Natale Addamiano, Franco Valente siano nati a Molfetta, città di grandi aspirazioni artistiche, alla realizzazione delle quali hanno contribuito Beniamino ed Elena Finocchiaro. “Ero un giovane giornalista mentre Pietro Marino era vice direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, entrambi accomunati dalla stessa immutata passione per questo affascinante mestiere”, dichiara il de Sanctis. L’equiparazione dell’Accademia a facoltà universitaria, con la L. 508/99 ha segnato la svolta, potenziando l’attività di ricerca dell’Accademia, ha ricordato Giancarlo Chielli, attuale Direttore Accademia Belle Arti di Bari, e questo volume, continua, nasce come forte segnale su come deve agire un’istituzione nel campo della ricerca. L’Accademia di Bari è punto di convergenza tra il territorio e le avanguardie culturali e Pietro Marino, secondo Gaetano Centrone, docente dell’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, grazie ad una visione profonda e ampia, tesse una rete per costruire un tessuto culturale tra l’Accademia di Bari e la città di Molfetta. Occorre essere spettatori non disinteressati e non distratti, dichiara l’autore del volume poiché tutta l’arte è sempre arte contemporanea, testimone cioè del proprio tempo. Come un’opera concettuale, afferma Gaetano Centrone, la scrittura di Pietro Marino è segno, dice quello che occorre affermare con parole appropriate, con note di pura emozione nel racconto della nascita dell’Accademia. Il prof. Pietro Marino, nel suo eloquio, conferma di non utilizzare eufemismi e ribadisce che è errato considerare l’arte come forma di intrattenimento. Il capoluogo per anni è stato considerato la Milano del Sud per la sua vivacità artistica ma la Pinacoteca provinciale “Corrado Giaquinto”, è priva di un direttore. Alla sua guida vi è un funzionario facente funzioni. Di chi è la colpa? Perché non investire in una struttura che ha ospitato mostre illustri? Un volume storico che è anche autobiografia artistica di un maestro. La cultura è considerata da sempre un optional. La cultura non dà da mangiare diceva il ministro Tremonti che non rimase il solo ad affermarlo. Anche Barak Obama esortava a studiare materie economiche. Che ne sarà della nostra storia, dei nostri artisti? Uno sguardo disincantato ma non disilluso quello del maestro Marino, prospettico, propositivo mai nostalgico ma sempre proiettato alla diffusione della cultura artistica non come prerogativa di un’élite ma popolare, di massa, democratica, per tutti. Perché l’arte è pane, è nutrimento.