I marittimi sempre più spesso dimenticati
Dalle pagine di “Quindici” sono partite spesso proposte elaborate e molto ben assortite circa quelle che potevano essere le soluzioni, gli stili di vita, le attività inerenti il modus vivendi cittadino, anche questa volta non possiamo far a meno di sfuggire a questa tradizione ritenendo che si compia cosa giusta circa la realizzazione del benessere di una città che può fare da traino all’economia regionale. E sì, questa volta ci riferiamo alla riorganizzazione dell’attività economica molfettese. A volte si ritiene si ritiene che organizzare un settore sia la cosa più semplice circa la gestione della cosa pubblica locale spesso perché si tende a realizzare il programma di un’amministrazione con caratteri monotematici scevri da ogni intesa con i fruitori fi nali che sono in pratica i fi rmatari del successo fi nale. Ci riferiamo al piano del commercio, del traffi co,alla realizzazione dei lotti industriali in aree rurali con destinazione agricola, i cui coeffi cienti territoriali almeno in ambito interprovinciale andrebbero rivisti, al piano del turismo, allo sviluppo dell’attività marittima, sia di piccolo che di medio pescaggio (che, secondo chi scrive, non ha più motivo di esistere viste le normative che la Ue continua ad emanare), la realizzazione del porto mercantile con i relativi centri servizi, fondamentali nello sviluppo della evoluzione socio- economica locale. A proposito della marineria locale ci preme sottolineare il costante stato di diffi coltà dei lavoratori che operano sui mezzi di grandi dimensioni, per il breve termine proponiamo un dialogo aperto con autorità locali e armatori, valorizzando il ruolo dei sindacati che speriamo si aprano a un tipo di contrattazione che li giudichi importanti oltre ai livelli di base anche livelli economici e professionali di secondo livello che tendano a valorizzare la tradizione della marineria nostrana, in coincidenza col ruolo degli armatori. A lungo i cosiddetti “imbarcati” sono stati il polmone dell’economia cittadina, il benessere loro e delle loro famiglie ha coinciso con quello dell’intera comunità molfettese. In tutto questo la politica deve avere un ruolo importante sia di mediazione che di indirizzo, i fondi europei o nazionali hanno un senso se la politica dello spreco del denaro pubblico ceda il passo alla realizzazione di attività utili all’intera economia cittadina. Il denaro ricevuto in cambio di un opera o di un servizio realizzato genera un coeffi ciente di ricchezza nettamente superiore al sistema nocivo dello sperpero di denaro pubblico. Ma, a prescindere da ciò, il collegamento che la politica deve avere col territorio al di là delle chiacchiere da bar, deve attuarsi con incontri di tipo generale e non generico, con la partecipazione di tutti gli stakeholder, perché, come più volte affermato, gli interessi di un settore in un’economia globalizzata come quella attuale, coincidono con quelli di altri settori.