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I diessini di Molfetta scelgono la mozione Fassino Si è svolto sabto e domenica il convegno cittadino
04 marzo 2007

MOLFETTA - Si è svolto in questo fine settimana il congresso cittadino dei Democratici di Sinistra; un appuntamento programmato nella prospettiva del quarto congresso nazionale del partito. In discussione le tre mozioni che a questo saranno presentate, discusse e votate e che riguardano il futuro dei Ds e la nascita del Partito Democratico, mozioni illustrate nella giornata di sabato, dopo la relazione introduttiva del segretario cittadino, Mino Salvemini, da tre esponenti provinciali. A Molfetta ha prevalso nettamente la mozione Fassino, votata a scrutinio segreto, come previsto dai regolamenti congressuali, da buona parte degli iscritti, seguita dalla mozione Angius ed infine da quella presentata da Fabio Mussi, votazione che ha determinato anche l'attribuzione dei delegati al Congresso provinciale, dei cinque che toccano alla sezione di Molfetta, quattro sono stati scelti in rappresentanza della mozione Fassino, uno per la mozione Angius. Il dibattito, quanto mai animano, anche se dai toni pacati, ha mostrato che gli iscritti di Molfetta guardano con grande attenzione al processo in atto di costruzione del Partito Democratico, cogliendo da un lato l'esigenza di unità all'interno del centro sinistra, necessaria anche a garantire governabilità al paese, pure alla luce delle ultime vicende nazionali, dall'altro quella di allargare lo sguardo a problemi e nuovi scenari, che richiedono un partito e in generale forme nuove di fare politica. Per dirla con le parole del segretario cittadino diessino: “Ritengo vi sia il bisogno di elaborare un pensiero nuovo per rispondere alle sfide che il secolo da poco iniziato ci pone e che sappia leggere la nuova complessità che ci sta davanti”. Un pensiero nuovo che, si legge sempre nella relazione congressuale del segretario: “Richieda l'incontro tra tutte le diverse culture riformiste italiane e, cioè, quella socialista, quella cattolico-democratica, liberaldemocratica e ambientalista. Che superi gli angoli vissuti parziali delle singole esperienze per dare luogo ad una nuova sintesi di analisi e di proposte”. L'assenso al processo di costruzione del Partito Democraticonon è, però, una delega in bianco, visto che da tutti, anche schierati per mozioni diverse, è venuta la richiesta forte di una più ampia democraticità, di un processo che non sia solo di vertice, di mera fusione di due partiti, Ds e Margherita, ma che coinvolga pienamente la base. Insomma, i tesserati di Molfetta si sono mostrati consapevoli, come efficacemente sintetizzato dal segretario, Mino Salvemini, che “bisogna avere il coraggio di gettare il cuore al di là dell'ostacolo, perché se ci si ferma intimoriti dal nuovo, o si fanno dei passi laterali per cambiare tutto affinché non cambi nulla, non si sopravvive, non si rimane lì dove si è, si può solo andare indietro”.
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