Guglielmo Minervini: “Profondamente insoddisfatto dalle risposte fornite dal governo regionale sull'Ospedale di Molfetta”
MOLFETTA - “Profondamente insoddisfatto”, con queste parole, scandite ieri in Consiglio Regionale, Guglielmo Minervini, capogruppo di “Noi a Sinistra per la Puglia”, ha replicato alla risposta fornita dal Presidente Michele Emiliano all’interrogazione urgente presentata qualche settimana fa dallo stesso Minervini sui tagli previsti, nel Piano di Riordino Ospedaliero, con riferimento all’Ospedale di Molfetta.
“I punti sui quali avevo chiesto delucidazioni – ha spiegato Guglielmo Minervini – erano sostanzialmente due: la chiusura di alcuni reparti del nostro Ospedale (in particolare urologia e cardiologia) e il declassamento ad intervento non prioritario, nell’ambito dell’edilizia ospedaliera, del nuovo ospedale del nord-barese da realizzarsi proprio tra Molfetta e Bisceglie. Ebbene, dalla risposta ricevuta dal Presidente Emiliano e, in particolare, dai dati e dalle tabelle fornite a supporto, emerge con chiarezza che la chiusura del reparto di urologia di Molfetta resta assolutamente ingiustificata se confrontata con le prestazioni rese (sia dal punto di vista del valore economico, sia dal punto di vista degli indici di riempimento) da una serie di reparti dell’Ospedale San Paolo di Bari (ad esempio chirurgia, pediatria, unità coronarica, riabilitazione) che, pur presentando risultati ampiamente al di sotto del reparto di Molfetta, vengono confermati, al contrario della nostra urologia. La lettura delle tabelle fornite dal Presidente Emiliano conferma in pieno tutti i nostri dubbi e rende ancora più ingiustificata la scelta compiuta”.
“Allo stesso modo – prosegue Minervini –, per quanto riguarda cardiologia, dai dati emerge con chiarezza che quel reparto continua a svolgere una funzione fondamentale di presidio sanitario sul territorio in quanto presta assistenza cardiologica di primo livello ad un bacino d’utenza di oltre 100.000 abitanti ed è attivo in un ospedale con tre reparti di chirurgia che eseguono interventi d’urgenza, e chiuderlo potrebbe rappresentare un gravissimo rischio”.
Anche con riferimento al nuovo ospedale del nord-barese il consigliere regionale molfettese ha espresso la sua insoddisfazione rispetto alla risposta fornita dalla Giunta regionale: “Improvvisamente l’ospedale del nord barese sparisce dalla programmazione, venendo declassato ad intervento non prioritario e la giustificazione che viene addotta nella risposta alla mia interrogazione è che la realizzazione del nuovo nosocomio comporterebbe la chiusura dei soli ospedali di Molfetta e Bisceglie. La realtà, però, è ben diversa. Il nuovo Ospedale servirà un bacino di utenza di circa 250.000 abitanti dal momento che lì confluiranno non i cittadini di Molfetta e Bisceglie, ma anche le popolazioni di Corato, Ruvo e Terlizzi. Quindi nel nuovo presidio ospedaliero confluiranno ben cinque presidi, alcuni dei quali già chiusi (Ruvo), alcuni in corso di chiusura (Terlizzi) e altri che saranno dismessi contestualmente (Bisceglie, Corato e Molfetta). Questo giustifica il carattere prioritario di quell’intervento che non può essere rimandato a data da destinarsi”.
Minervini ha concluso chiedendo al Presidente Emiliano di riconsiderare, anche alla luce dei dati emersi nella risposta all’interrogazione, le scelte fatte al fine di evitare un gravissimo danno al diritto alla salute dei cittadini molfettesi.
Il Presidente Emiliano, rispondendo all’intervento del consigliere Minervini, ha chiarito che “queste scelte non sono definitive”. “Siamo in una fase di trattativa con il Governo – ha spiegato Emiliano –, trincea per trincea. Le richieste di tagli sono abbastanza forti, ma non escludiamo possibili modifiche. Sia sulla nuova edilizia ospedaliera sia sul riordino ospedaliero dei reparti, se saranno possibili soluzioni alternative, cercheremo di praticarle”.
“Prendiamo atto – ha concluso Minervini – della parziale apertura fornita dal Presidente Emiliano su possibili modifiche al Piano. Com’è noto, noi abbiamo presentato molti emendamenti che restano depositati in Commissione Sanità in attesa di essere discussi quando il governo regionale avrà completato la fase di confronto con il Ministero della Salute. Vigileremo con la massima attenzione perché non si compiano scelte immotivate che possano pregiudicare diritti fondamentali dei cittadini”.