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Grandi ovazioni per la Cavalleria Rusticana a Molfetta
Il capolavoro di Mascagni diretto dal M° La Malfa nell’ambito della rassegna «Rosso Porpora»
18 maggio 2019
MOLFETTA
- Il desiderio, la passione, la gelosia. Sono gli elementi fondanti di una delle novelle di Giovanni Verga più impresse nell’immaginario collettivo,
Cavalleria Rusticana
, racconto dal quale un giovanissimo Pietro Mascagni trasse la prima, la più nota e la più riuscita delle sue opere liriche, un atto unico composto su libretto scritto da Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci. Si tratta di una di quelle storie, tratta dalla prima raccolta di novelle di Verga
Vita dei campi
, che ruotano intorno ad un
grido d’amore
che una donna esala per invocare il suo bisogno di essere amata, un anelito che spesso non trova pieno compimento e che, come nel caso di questo racconto, può degenerare in un turbine di dipendenza, tormento, malattia e tradimento. Quel
grido d’amore
che è il tema posto al centro della seconda edizione della rassegna
Rosso Porpora
curata dall’assessore alla Cultura
Sara Allegretta,
la quale, con la collaborazione dell’
Associazione Auditorium
di Castellana Grotte per quanto concerne la produzione, ha voluto fare del capolavoro del compositore livornese il terzo appuntamento di questo cartellone dedicato all’universo femminile. Ciò con un grande evento tenutosi il 27 aprile scorso presso una gremitissima chiesa parrocchiale di Sant’Achille, che ha visto esibirsi un cast di prestigio internazionale il quale, seppur in forma di concerto e con i limiti acustici e logistici del luogo, ha saputo comunque rendere in maniera eccelsa il senso pieno del dramma. A cominciare dal direttore e concertatore, il M°
Giuseppe La Malfa
, eccellenza barese sul podio di numerosi teatri, dal Petruzzelli di Bari al Teatro dell’Opera del Cairo, dal Maggio Musicale Fiorentino fino a Bunka Kaikan al Tokio. Al maestro La Malfa, il quale si è avvalso dei qualificati e talentuosi professori di una fiorente realtà musicale locale quale è l’
Orchestra Filarmonica Pugliese
, va il principale merito di aver saputo rimuovere quella coltre di eccessi folkloristici nei quali spesso si indulge quando si interpreta il repertorio verista (e che magari una certa categoria di melomani ancora attende e pretende…), attraverso una interpretazione sobria ed elegante, intimista e introspettiva, attuata con un gesto direttivo asciutto, chiaro ed eloquente, mettendo a nudo i meccanismi della mentalità popolare e le diverse sfumature psicologiche dei personaggi, e facendo poi emergere su tutto, appunto, il grido d’amore della protagonista dell’opera, la giovane disonorata contadina siciliana Santuzza. Ruolo quest’ultimo interpretato dal giovane soprano casertano
Mariagrazia de Luca
, fresca del successo ottenuto a Flensburg in Germania nei panni di un’altra significativa donna del melodramma italiano, la
Manon Lescaut
dell’omonima opera di Puccini. I molfettesi hanno già ha avuto modo di apprezzare la De Luca come seconda classificata alla seconda edizione del Concorso Lirico Internazionale
Città di Molfetta,
dove si è guadagnata il ruolo che ha interpretato in questa serata con apposita segnalazione della giuria
,
e poi come solista nell’ultimo
Concerto di Capodanno
. Così come fatto in questi due eventi, dove si era posta all’attenzione proprio per alcuni passaggi salienti di
Cavalleria
, la De Luca ha dato conferma di piena padronanza del ruolo, attraverso una interpretazione essenziale ma non priva di intensità e drammaticità, avvalendosi di un timbro caldo e di una agevole duttilità nelle dinamiche. A interpretare il fedifrago giovinotto Turiddu è invece uno dei tenori italiani attualmente più quotati, il milanese
Danilo Formaggia
, dalla brillante carriera che lo ha visto calcare i palchi dei principali teatri italiani, compreso quello della Scala di Milano, nonché numerosi palcoscenici di teatri esteri. Molto credibile e convincente Formaggia nel disegnare il risvolto psicologico maschile della storia, per la vocalità piena e pulita e la centratura espressiva del personaggio. Ed ecco poi i comprimari: un turbolento e possente
Gianfranco Zuccarino,
baritono modugnese, nel ruolo del carrettiere Alfio, una eclettica ed espressiva
Manuela Barabino
, mezzosoprano, nei panni di Lola, moglie di Alfio, e reduce dall’interpretazione dello stesso ruolo a Bangkok, e il mezzosoprano bulgaro
Margarita Pisarenko,
che ha reso in maniera austera e intensa il ruolo di Lucia, madre di Turiddu. Nucleo principale del coro è stato l’
Alter Chorus
, che in oltre dieci anni di attività si è distinto nel territorio pugliese per numerose e apprezzatissime interpretazioni di quest’opera, sia in forma di concerto che in forma scenica, apportando per questa esecuzione un significativo bagaglio di esperienza e perizia. Ad affiancarlo per l’occasione il
Coro Magnificat
di Bitritto e il
Coro del Teatro Publio Ventidio Basso di Ascoli Piceno
. A dirigere i circa ottanta elementi del coro un altro pregiatissimo musicista locale, il M°
Giovanni Farina,
nativo di Castellana Grotte ma molfettese d’adozione, dalla brillante carriera che lo ha portato fino alla direzione del coro del prestigioso
Rossini Opera Festival
di Pesaro. Impasto vocale omogeneo e cura delle dinamiche sono stati i punti di forza del coro, il quale ha così ben reso il ruolo di un popolo ipocrita, devotamente orante ma assuefatto a duelli e faide, e che legittimava quell’attenuante del
delitto d’onore
abolita nell’ordinamento penale italiano solo nel 1981. Meritano menzione per il lavoro di preparazione svolto anche i due mastri collaboratori, il prof.
Antonio Allegretta
, storico direttore dell’Alter Chorus, e il M°
Antonio Dilella
, giovane e valente musicista barese. La standing ovation tributata dal pubblico al termine della serata è stata il segno più tangibile della piena riuscita di una serata di musica e cultura di qualità eccelsa che, per tutto quanto qui raccontato, rimarrà certamente impresso negli annali e nella memoria di quanti erano presenti.
Paolo Gadaleta
© Riproduzione riservata
NELLA RIVISTA MENSILE "QUINDICI" DI MAGGIO, IN EDICOLA DA QUESTA MATTINA A MOLFETTA, FOTO E ALTRO ARTICOLO DI GIANNI ANTONIO PALUMBO SUL SUCCESSO DELLA CAVALLERIA RUSTICANA
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