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Gli studenti dell'Istituto Tecnico incontrano il giudice Carofiglio
28 febbraio 2004

MOLFETTA – 28.2.2004 Le discipline giuridiche insegnate su testi scolastici necessitano talvolta di un confronto con la realtà quotidiana, che mette a dura prova l'apprendimento di nozioni specifiche: queste rischierebbero di sembrare altrimenti astratte. L'aula di tribunale è ben altro che una serie di pagine imparate a scuola; essa è fatta di persone coinvolte a vario titolo (imputati, avvocati, giudici, polizia,...) ma anche di carte e di prove. A chi non è abituale frequentatore un processo riesce sempre a trasmettere emozioni ed ansie non facilmente descrivibili. Due classi dell'ITCG hanno già provato un'esperienza simile presso la Procura della Repubblica di Trani, con positiva ricaduta sulla didattica. E' parso pertanto utile ai Docenti proseguire il percorso, favorendo un incontro con chi per professione si occupa di questioni giudiziarie e giuridiche. Le classi 2ª B e 3ªA Igea, 2ª A Iter questa mattina alla ore 9,30 nella Biblioteca dell'Istituto mettono a confronto le loro conoscenze con la pratica quotidiana del magistrato e scrittore (Gianrico Carofilio; lo stimolo viene soprattutto dalla lettura ed analisi del libro “Testimone inconsapevole”, Sellerio editore, Palermo. La vicenda raccontata nel libro rappresenta simbolicamente il cammino del protagonista, l'avvocato Guerrieri, verso il recupero di valori ormai sopiti, che la crisi coniugale e la conseguente separazione fanno riemergere con prepotenza. La separazione diventa così il punto di partenza di un percorso psicologico (di ricerca di sé, di recupero della propria dignità di persona) e di un riscatto morale (ripensamento di parte della vita e della carriera, vissute all'insegna dell'arrivismo e di falsi valori, in primis del dio denaro). Dalla depressione che si manifesta sotto forma di paure, insonnia e pianto immotivato, oltre che del desiderio di morire - consolazione al proprio dolore -riemerge lentamente la voglia di combattere; il giovane avvocato comincia a riappropriarsi del suo tempo e della sua vita attraverso la difesa di Abdou, giovane senegalese, accusato di pedofilia e dell'assassinio di un bambino. Il racconto mette a nudo gli aspetti peggiori di una società che procede per stereotipi e pregiudizi: africano, droga, custodia cautelare; il tutto è velato da un falso perbenismo. L'autore dimostra la sua abilità nell'utilizzare tematiche importanti e di grande attualità: dall'immigrazione e discriminazione razziale allo sbatti il mostro in prima pagina, dalle percosse subite da tutori dell'ordine alle scommesse clandestine per i combattimenti tra cani, dalle discriminazioni verso le donne all'alcolismo... La narrazione procede con uno stile asciutto e realistico, vivacizzato tuttavia da pennellate di comicità, specie nella descrizione di alcuni personaggi, e da continui flash back, i quali fanno della memoria il filo conduttore dell'intera vicenda. L'attività didattica è stata seguita dai Docenti Lazzizzera Giulia, Pappalettera Anna, Vacca Maria Domenica, de Palma Luigia, Bavaro Tommaso e Massari Contardo.
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