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Giovani a scuola di legalità Studenti del Magistrale incontrano il Pm Emiliano e l’on. Vendola
15 marzo 2001

I giovani a scuola di legalità con un ospite d’eccezione: il PM Michele Emiliano. L’iniziativa dell’Istituto Magistrale ha visto coinvolti gli alunni del “Vito Fornari” che hanno cominciato a interessarsi del problema sull’onda emotiva delle tragiche vicende di Peppino Impastato raccontate nel film “I cento passi”. Poi hanno preso confidenza con le vicende note e meno note (per loro) di Falcone, Borsellino, Caponnetto, con la criminalità di “casa” e con la legalità più difficile e coinvolgente: quella a scuola. Fino all’incontro con qualcuno che per la legalità si batte ogni giorno: il Pm dell’operazione Reset, della lotta allo spaccio della droga. Nel corso dell’incontro il giudice Emiliano non si risparmia, con la sua foga oratoria e la voglia incontenibile di confrontarsi coi giovani. Dipinge a tutto tondo la vita quotidiana di un magistrato che non si chiude nel suo ufficio, tra carte e interrogatori, ma cerca di capire, si sforza di immaginare soluzioni, si fa perfino formatore tra i formatori quando invita i giovani a non accontentarsi di una vita di mezza classifica, ma di puntare al massimo. Poi, sollecitato dalle domande degli studenti, si lancia in una torrenziale requisitoria, interrotta solo da un veloce sguardo all'orologio e dall'interminabile applauso finale dei ragazzi. "Non mi ero assolutamente accorto d’aver parlato per due ore e mezzo!”, confida, quasi scusandosi, mentre sguscia via con la sua mole, mescolato al pubblico. Lunedì 19 febbraio è stata la volta dell’on. Nicki Vendola. Il vicepresidente dell’Antimafia traccia la storia della piccola Graziella, vittima innocente della mafia. Le ragazze che affollano la sala sono catturate dalla vicenda della loro coetanea. “Ho avuto un brivido mentre ascoltavo”, esclamerà alla fine una di loro che assediano l’onorevole Vendola sotto il palco. C’è stato tempo per parlare ancora di legalità, quella legalità che gli è cara, fatta non solo di osservanza di regole ma anche di disubbidienza al potere, quando questo si fa tirannico e arrogante e di protesta civile, quando sono offesi i diritti sociali elementari. L’on. Vendola si fa meditabondo solo quando una studentessa gli chiede come faccia a vincere la paura. Nel pieno di una partecipazione solida e silenziosa, egli ricorda a se stesso e a tutti noi che il rispetto della verità viene prima di tutto, anche prima della vita. E conquista l’uditorio, che applaude senza sosta. Uscendo dalla sala nell’aria di festa congeniale all’età, ragazze e ragazzi si domandano: “Ed ora, cosa ci riserverà la prossima assemblea?”. Qualcuna pensa invece alla scuola, un’altra, da inventare, da creare. Insieme. M. d. S. jr
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