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Giorno del ricordo: Molfetta non dimentica le foibe I rappresentanti della città partecipano agli eventi del 10 febbraio
13 febbraio 2012

MOLFETTA – "La città non dimentica. E lo dimostra con i fatti - dice in un comunicato stampa il presidente del Comitato 10 febbraio Andrea de Gennaro -.I militanti delle associazioni cittadine si sono impegnati proficuamente per mantenere viva la memoria degli italiani perseguitati dal regime comunista slavo del maresciallo Tito. Il 10 febbraio una delegazione congiunta della Giovane Italia, degli Eredi della Storia e della fondazione ANMIG ha partecipato alla fiaccolata organizzata nella città di Bari. A guidare la rappresentanza cittadina il giovane consigliere comunale Pietro Mastropasqua (foto), incaricato di presiedere alla cerimonia in luogo del sindaco Antonio Azzollini.
La grande partecipazione di persone all’evento ha trascinato i cittadini della città di Bari a seguire le decina di giovani che hanno commemorato i loro concittadini vittime dei partigiani e della dittatura slava. In un climax ascendente di curiosità e commozione una numerosa folla si è riunita nella sala consigliare del capoluogo barese. Qui, alla presenza di molte figure di spicco della politica pugliese e nazionale, tra cui spicca il senatore Luigi D’Ambrosio, si è tenuta la parte più importante della cerimonia.
Le istituzioni, nelle parole di Marcello Gemmato, consigliere comunale di Bari, hanno ammesso il silenzio dei loro predecessori, denunciando il loro immobilismo e raccontando il difficile percorso per far affiorare la verità. Tutto ciò li ha portati ad una piena presa di coscienza, fino all’emanazione della legge n° 92 del 2004, con cui hanno istituito il giorno del ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo giuliano – dalmata. Nella sala era presente Costantino Vendola, un italiano come tanti, ma con un tragico lutto alle spalle: la sorella del padre Rosa Vendola. La donna era stata data falsamente per dispersa per oltre cinquant’anni, quando in realtà è stata infoibata, vittima della crudeltà della dittatura comunista Titina. Con gli occhi lucidi e senza parole il nipote della donna ha raccolto l’applauso ed il plauso della sala per il coraggio e la determinazione mostrata. Un esempio importante della presa di coscienza di un evento insabbiato e nascosto per troppo tempo dalle istituzioni.

Ma l’impegno cittadino non finisce qui: domenica 12 febbraio, la collaborazione congiunta della Giovane Italia, capitanata dal presidente Giacomo Piepoli e dal dirigente regionale Giacomo Rossiello, degli Eredi della Storia, della fondazione ANMIG, dell’associazione Combattenti e Reduci, Carabinieri d’Italia, Finanzieri d’Italia, nonché del “comitato 10 febbraio” con a capo il presidente Andrea de Gennaro, ha dato vita ad una mostra fotografica a eterno ricordo dei compatrioti italiani vittime del regime comunista. Piazza Mazzini è stata simbolicamente intitolata Piazza Martiri delle Foibe, come impegno a dare nome ad un luogo cittadino in memoria dei perseguitati.
Le varie associazioni, riunite all’interno della sezione della fondazione ANMIG, hanno rinnovato il loro impegno a condividere un percorso comune di ricerca e divulgazione del materiale storico non scritto o ancora all’oscuro dell’opinione pubblica. In luogo della fondazione ANMIG è intervenuto il presidente Nico Bufi, che ha ringraziato tutti per la collaborazione e ha sottolineato il soddisfacimento per il lavoro svolto e gli ottimi risultati conseguiti. L’associazione Eredi della Storia, tramite la figura del suo presidente Michele Spadavecchia, ha rinnovato l’impegno alla continua ricerca e raccolta di materiale informativo per raccontare tutti i retroscena della storia italiana. Ha auspicato la continuazione della collaborazione tra le varie associazioni intervenute ed ha annunciato la prossima apertura del museo del risorgimento nella sede della fondazione Combattenti e Reduci. Le istituzioni, nella figura del consigliere comunale Pietro Mastropasqua, hanno rinnovato l’impegno a sostenere queste iniziative culturali.
Un altro passo avanti nella diffusione delle pagine oscure della storia, ed un auspicio per un futuro fatto di ricerca e di sapere diffuso.
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