Giornata delle vittime di mafia, Libera Molfetta incontra il col. Alverone della Dia di Bari
MOLFETTA - Dal 1996 il 21 marzo si celebra la Giornata della Memoria e dell’Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie. Il primo giorno di primavera è stato scelto come simbolo della speranza che si rinnova ed è il giorno in cui Libera, associazioni, nomi e numeri, contro le mafie, incontra i familiari delle vittime per trasformare il dolore in strumento di azione e di pace. Per questo, in prossimità di tale data, il presidio Libera di Molfetta ha organizzato l’incontro – dibattito con il Tenente Colonnello dei Carabinieri Sandro Alverone (foto), comandante della D.I.A. di Bari, per spiegare il ruolo e le funzioni della Direzione Investigativa Antimafia in Puglia presso la Sala Finocchiaro. Tra il pubblico anche le scolaresche di alcuni istituti superiori della città ed esponenti della Consulta femminile.
La D.I.A. , come ha spiegato il Tenente, è stata istituita nell’ambito del Dipartimento della Pubblica Sicurezza con la legge del 30 dicembre 1991, n. 140, ed è un organismo investigativo con competenza monofunzionale, composto da personale specializzato a provenienza interforze, che ha l’esclusivo compito di assicurare lo svolgimento delle attività di investigazione preventiva, attinenti alla criminalità organizzata e quello di effettuare indagini di polizia giudiziaria relative esclusivamente a delitti di associazione mafiosa o ad essa ricollegabili. Si occupa quindi di tutto ciò che gravita attorno al 148 bis, articolo del codice penale che prevede l’associazione mafiosa. Prima del 1982, anno dell’introduzione dell’associazione a delinquere di tipo mafioso nel codice penale italiano, il legislatore non era invece in grado di delineare il profilo del mafioso. Oggi con associazione mafiosa si intende un gruppo di tre o più persone che commette una serie di determinati reati previsti dalla legge come l’intimidazione, l’assoggettamento e l’omertà.
Obiettivo primario della D.I.A. è la confisca dei beni e il depauperamento delle potenze mafiose. L’usura e l’estorsione sono detti reati spia e denotano sempre un meccanismo più complesso, inoltre l’usura è il reato più difficile da dimostrare. Sono questi i reati prediletti dalla criminalità organizzata, ma la D.I.A. si serve ad esempio dell’analisi delle operazioni finanziarie sospette: l’ufficio richiede alla banche di rinvenire eventuali sproporzioni perché soprattutto ora, a ridosso della crisi, la mafia si erge a stato parallelo. Un’altra cosa da sottolineare è la mentalità mafiosa: il mafioso fa di se stesso il re di quella sorta di regno che ha costruito e vuole essere riconosciuto socialmente come tale. Una posizione che deve essere mantenuta. Bisogna aggiungere che la principale fonte di ricchezza per la mafia è oggi la droga.
Negli anni la Direzione Investigativa Antimafia è riuscita ad ottenere numerosi risultati con le risorse umane e tecniche disponibili sul territorio e ritiene fondamentale continuare a darsi degli obiettivi, primo tra tutti quello dell’aggressione ai patrimoni, che sferra duri colpi alla criminalità. “È di grande importanza il modo in cui affrontiamo il problema, ossia mantenere un basso profilo”. Aggiunge il Tenente. Tanti i successi registrati nel 2013: sequestri e confische per un valore rispettivamente di 1.300.000.000 di euro e di 2.750.000.000 di euro. Le maggiori operazioni Antimafia dell’anno precedente sono state nuova jonia a Catania per associazione a delinquere di stampo mafioso, per traffico illecito di rifiuti e truffa aggravata e continuata ai danni della P.A., spartacus a Napoli con Francesco Bidognetti condannato per disastro ambientale, happy hour a Roma per ‘Ndrangheta nella capitale, la cueva a Milano per corruzione nella sanità pubblica, darsena 2 a Palermo per la mafia sui cantieri navali, stragi a Caltanissetta per devastazione e detenzione di esplosivi, naviglio a Milano per associazione a delinquere e corruzione aggravata per amministratori e funzionari pubblici comunali, adria a Bari per il sequestro di ingente patrimonio, ladri nella legge mepark a Roma per la criminalità russo-georgiana, re delle ecomafie a Napoli per Cipriano Chianese autore dell’avvelenamento delle falde acquifere e disastro ambientale e infine l’operazione eden a Palermo con l’arresto della sorella di Matteo Messina Denaro. Per un totale di arresti effettuati nel 2013 a seguito di operazioni D.I.A. pari a 160.
“Mafia è un vocabolo generico, non bisogna sempre scambiare la criminalità organizzata in mafia che è invece Cosa Nostra in Sicilia, la Camorra in Campania e così via. La Sacra Corona Unita,” - racconta Alverone – “nacque in Puglia perché confinante alla Campania e quindi come risposta alla Camorra, ma i suoi membri non avevano lo stesso spessore del camorrista o del dranghetista”. Inoltre a chi gli chiede come mai la mafia non operi più mediante omicidi come quelli di Falcone e Borsellino, risponde: “ I grandi omicidi corrispondono ad un’epoca stragista, era quella l’eccezione, la mafia anzi, storicamente vedeva l’omicidio come l’ultima soluzione”.
Sconfiggere la mafia non è semplice, non è facile portare a termine un’indagine. Molto dipende dal coraggio personale, non solo di chi combatte la mafia ufficialmente e professionalmente, ma anche dei cittadini stessi che per timore di ripercussioni scelgono l’omertà, reggendo il gioco alla criminalità. Ciò nonostante la cultura della legalità continua sempre più a diffondersi attraverso le scuole, le associazioni e i gruppi che a Libera fanno riferimento con lo scopo di educare la società alla giustizia e alla lotta alle mafie.
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