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Gianna Sallustio e La sposa del sole
15 maggio 2013

Nuovo vibrante romanzo di Gianna Sallustio questo La sposa del sole, edito nel 2013 per i tipi di Genesi, opera, come ha giustamente rilevato il critico Sandro Gros-Pietro ricca gdi contenuti antropologici, storici e religiosih. Merita senzfaltro segnalazione lo splendido dipinto di Marisa Carabellese in copertina, chiaramente ispirato alla vicenda che funge da Leitmotiv dellfintera opera. Il volume sara presentato il 18 maggio alle ore 19 presso lfUniversita popolare di Molfetta dal preside Damiano dfElia. Gianna Sallustio ci ha gia abituati a convincenti prove nel genere dellfodeporica, non ultimo il bel Nella valle dei monaci giganti, con la novella eponima ispirata a un viaggio in Cappadocia. Questa volta, tuttavia, lfautrice sperimenta una formula differente rispetto a quella delle precedenti opere; la focalizzazione non e piu affidata al personaggio autobiografico di Gianna o Giada, ma protagonista diviene lfarcheologo Peter Sunning, al quale la scrittrice affida il compito di rievocare quanto veduto e appreso durante il suo recente viaggio in Peru. Di Sunning apprendiamo la storia familiare, attraverso il tormentato rapporto con lfex moglie Mary, madre dei suoi due figli e a sua volta specialista nella decifrazione dellfaccattivante mistero delle pietre di Ica (in tal caso, fonte di ispirazione e il museo del Dr. Cabrera). Queste ultime testimoniano la straordinaria finezza culturale raggiunta da preinca e Inca, in grado, secondo quanto sembrerebbe testimoniato da tali reperti, addirittura di condurre con successo ardue operazioni chirurgiche a cuore aperto. La Sposa del sole e unfopera complessa, ripartita in quattro capitoli, che ci catapultano dallfasettico lindore delle aule universitarie americane allfaura palpitante dellfAmerica del Sud. In continuo amebeo tra contemporaneita e archeologia, con riferimenti alle fonti piu disparate (non ultimo lo scrittore Garcilaso de la Vega), lfautrice rievoca con viscerale partecipazione pagine cupe della storia umana. Lfepopea dei conquistadores rivive in tutta la sua immanita, emblema dellfauri sacra fames e trionfo del fanatismo stolido, che si abbatte come una scure su civilta di straordinario splendore e cultura. La condanna della Sallustio vibra con sdegno; lfobiettivo dellfautrice indugia pietoso sui vinti della storia, demistificando falsi miti e dando voce allfinudibile. La scrittrice elegge ad esergo e a chiave di volta dellfintero romanzo un celeberrimo verso del De rerum natura di Lucrezio: lfesametro Tantum religio potuit suade _ re malorum. Oggetto della critica del poeta latino come della scrittrice e il potere pervasivo di una fede ridotta a superstizione, che puo indurre a compiere scientemente il male. Il modello letterario, il sacrificio di Ifigenia in Aulide, perpetrato per garantire una felice navigazione agli Achei, viene riecheggiato nel romanzo dalla vicenda di Janita, delicatissima fanciulla in cui lfautrice sfimmedesima al punto da donarle il proprio nome. La scrittrice muove dal ritrovamento, nel ventre del vulcano Huascaran, venerato come un dio cruccioso gdopo il Sole, Wiracocha creatore di tutto, il condor et ceterah, dei resti umani di una dodicenne, immolata per placare lfira divina e garantire un piu prospero futuro al suo popolo. Sunning-Sallustio si immerge in fantasticherie che lo inducono nellfultima sezione, di stampo novellistico, a rievocare . con crescente ƒÐƒÒƒÊƒÎaƒÆƒÃƒÇƒ¿ . il momento dellfolocausto. Rispetto alla fanciulla, inconsapevole agnello sacrificale, emerge la figura della madre Urka, che cerca lo stordimento dalle sofferenze atroci attraverso le foglie di coca e, nel finale, accusa un tardivo, lacerante quanto inutile, moto di ribellione. Lfopera colpisce per la struttura articolata, non unitaria, ma costruita su continue variazioni sulle culture precolombiane, con la figura di Sunning a fungere da schidione. Emerge inconfondibile lo stile, elegante e vibrante al contempo, della Sallustio, che ci conduce per mano in questo viaggio che ha la preziosita dello smeraldo e la dolente malinconia da elegia di un mondo perduto

Autore: Gianni Antonio Palumbo
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