GD Lab: il bilancio comunale e partecipato per efficacia, efficienza ed economicità
30 15 novembre 2012 P olitica La cittadinanza deve essere più partecipe nella vita finanziaria della propria città. Questo il messaggio cardine che ha caratterizzato il primo incontro del percorso formativo de «Il filamento delle idee», il laboratorio politico pensato e organizzato dai Giovanni Democratici di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi. Infatti, il GD Lab nasce con lo scopo di diventare cittadini più consapevoli: perché solo conoscendo le dinamiche, i meccanismi e le strutture dell’amministrazione pubblica i cittadini possono essere e sentirsi davvero partecipativi. Ha partecipato Nino Sallustio, ex assessore alle Finanze del Comune di Molfetta, che ha affrontato il tema centrale dell’incontro, il bilancio. Prima di tutto, ha evidenziato alcune numerose lacune della politica economico- amministrativa e programmatica dell’amministrazione Azzollini, in primis la mancata pubblicazione dei documenti del rendiconto economico comunale, come previsto dagli artt. 71 e 75 del TUEL (sul sito del Comune di Molfetta non sono stati pubblicati gli atti amministrativi a partire dal 2010). Ha, inoltre, spiegato la procedura di redazione e approvazione del bilancio di previsione (documento contabile che contiene le previsioni di Entrata e di Spesa relative all’esercizio cui il Bilancio si riferisce), secondo quanto previsto dalla normativa vigente, evidenziando senza soffermarsi i dati dopati del bilancio di previsione 2012 del Comune di Molfetta, come Quindici ha già spiegato, in particolare la discutibile somma degli oneri dei permessi a costruire (previsti quasi 3,5milioni di euro a fronte di soli 600mila accertati e riscossi fino ad agosto). Anzi, è probabile che l’accertamento degli equilibri di bilancio non sia stato discusso in Consiglio comunale per la presenza delicata e imbarazzante di un buco di bilancio di quasi 4milioni di euro. Lo stesso bilancio di previsione, come ha sottolineato Sallustio, è composto da una serie di documenti obbligatori per legge: il bilancio di previsione (previsioni contabili delle entrate e delle spese), il bilancio pluriennale (strumento di programmazione a medio termine), la relazione previsionale e programmatica (programma triennale dell’amministrazione che illustra le caratteristiche generali della popolazione, del territorio, delle attività economiche, i bisogni dei cittadini, i servizi erogati, precisandone risorse umane, strumentali e tecnologiche). A questi si aggiungono documenti non obbligatori, ma comunque importanti: il Piano Esecutivo di Gestione (illustra come le voci di bilancio sono composte), la relazione tecnica (redatta dal responsabile dell’Ufficio ragioneria del Comune) e la Relazione dei Revisori dei conti (organo alquanto ambiguo, vista la consuetudine di nominare i propri membri dal Consiglio Comunale a maggioranza). Dopo aver illustrato la classificazione delle entrate in titoli (definiti secondo la fonte di provenienza delle entrate e suddivisi in entrate correnti e in conto capitale), tipologie (definite in base alla natura delle entrate, nell’ambito di ciascuna fonte di provenienza, ai fini dell’approvazione in termini di unità di voto), categorie (definite in base all’oggetto dell’entrata nell’ambito della tipologia di appartenenza) e capitoli (eventualmente suddivisi in articoli secondo il rispettivo oggetto, costituiscono le unità elementari ai fini della gestione e della rendicontazione), il prof. Sallustio si è soffermato sull’importanza della procedura di salvaguardia degli equilibri di bilancio, sottolineando il ruolo decisivo del Consiglio comunale non solo per il controllo dello stato di attuazione dei programmi, per il ripiano dei debiti e per la verifica di sussistenza degli equilibri economico-finanziari, ma anche per l’esame delle criticità in corso (che a Molfetta non sono poche). Ciò che dovrebbe essere realizzato, oltre al bilancio consuntivo o rendiconto (il documento predisposto dalla giunta comunale ed approvato dal consiglio entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello cui si riferisce, nel quale sono certificate le entrate e le spese sostenute dall’Ente nell’esercizio finanziario precedente) e al bilancio di previsione, è il bilancio partecipato o partecipativo: la gestione diretta di una determinata somma in denaro da parte dei cittadini, che possono così dialogare e interagire con le scelte delle amministrazioni per poterle adattare ai propri bisogni. Perciò, un bilancio partecipato è sinonimo di democrazia, come ha affermato Giovanni Pugliese, già assessore alla Partecipazione del Comune di Putignano. In modo più argomentativo, ha spiegato come il bilancio partecipativo debba essere affiancato al bilancio preventivo, come supporto e come un modo per rendere partecipi i cittadini, i quali possono così esporre le loro necessità e le problematiche locali, tenendo in considerazione le spese previste nel bilancio e l’operato dell’ente. Ed inoltre, solo il confronto continuo con i cittadini potrà offrire all’Amministrazione comunali i caratteri di efficacia, efficienza ed economicità. Insomma, un passo avanti verso una democrazia più allargata, in cui la cittadinanza è tenuta al corrente circa l’operato dell’ente, gli investimenti e gli interventi previsti ed effettuati. Un percorso di partecipazione supportato dalla comunicazione e dall’uso di strumenti per informare, coinvolgere e per raccogliere le idee e i suggerimenti della cittadinanza.
Autore: Isabella Cipriani