Fuggi fuggi da Forza Italia. Ma il Nuovo Centrodestra di “nuovo” ha solo il nome
Dopo voci e tira e molla alla fine è arrivato lo strappo. Ad annunciare la fine del rapporto col caimano Berlusconi ci ha pensato il suo “fedelissimo” Angelino Alfano: “Non aderiamo a Forza Italia. Sono pronti nuovi gruppi che si chiameranno Nuovo Centrodestra”. Il buon Angelino ha fatto di tutto pur di difendere il governo Letta, sfidando i falchi e prendendosi la denominazione di traditore e amante del movimento “poltronismo”. Ma di questo Nuovo Centrodestra cosa si sa? Chi sono i 59 parlamentari (tra cui 29 deputati e 30 senatori) che si sono separati dal Cavaliere Silvio Berlusconi? Ma soprattutto, che storia (anche giudiziaria) hanno questi “nuovi” soggetti politici? Sono davvero il nuovo che avanza, il nuovo che traccia il solco profondissimo dal “berlusconismo”? Cominciamo con ordine. Il nome Nuovo centrodestra non sembra particolarmente efficace, pensando a chi lo compone. La neo-pattuglia di destra a trazione prettamente meridionale è tutt’altro che il “partito del futuro”, come più volte definito dal suo leader. Tra i padri fondatori della preistoria politica ritroviamo nel “Nuovo Centrodestra” il senatore Francesco Colucci, entrato alla Camera col Psi nel lontano 1972, e gli ex socialisti Fabrizio Cicchitto (1976) e Maurizio Sacconi (1979), poi Roberto Formigoni, che fu eletto per la prima volta alla Camera con la Dc nel 1987. Risale invece al lontano 1992 lo sbarco in Parlamento di un altro ex Dc, Carlo Giovanardi. L’ascesa politica nel 1996, toccò a Renato Schifani e al nostro concittadino Antonio Azzollini. Proprio il senatore ed ex sindaco di Molfetta risulta essere sotto inchiesta. La questione è nota a tutti ed è legata ai lavori di ampliamento del porto di Molfetta, costati 147 milioni (quasi il doppio della cifra inizialmente prevista) per la necessità di bonificare il fondale di ordigni bellici risalenti alla Seconda guerra mondiale. Il senatore proprio il giorno del sequestro del Nuovo Porto Commerciale si era detto “pronto a chiarire tutto alla magistratura” ma giovedì 28 novembre quando è stato convocato in Procura per l’ interrogatorio, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma senza aprire processi di beatificazione non sono esenti da processi giudiziari i su citati Roberto Formigoni, indagato per associazione a delinquere e corruzione nell’inchiesta sulla fondazione Maugeri e il San Raffaele di Milano, Renato Schifani, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa con l’accusa di essere l’anello di congiunzione tra lo Stato e le cosche, Vito Bonsignore, condannato a due anni in via definitiva per le tangenti ricevute per la costruzione del nuovo ospedale di Asti negli anni ’90. Nel 2011, nell’inchiesta sulla scalata Unipol alla Bnl, è stato condannato anche per aggiotaggio a 3 anni e 6 mesi di reclusione e a 900 mila euro di multa. E chi più ne ha più ne metta. Questi sono solo alcuni casi e alcuni personaggi di spicco. Quasi una sfilata di vecchie glorie in cui rientrano anche i “trombati della politica”, ex parlamentari usciti dal giro, deputati e senatori non rieletti in Parlamento e in cerca di rilancio. La classica situazione politica all’italiana. Per carità ci saranno anche giovani coraggiosi in rampa di lancio ma i vecchi a quanto pare non hanno alcuna intenzione di lasciare la poltrona. Altro che Nuovo Centrodestra.
Autore: Andrea Saverio Teofrasto