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Fondazione Valente facciamo chiarezza Corsivi
15 giugno 2007

Al di là delle manifestazioni dell'estate molfettese, che fi nalmente sembrano registrare un salto di qualità, e al di là della discutibile scelta dell'amministrazione comunale di affi dare l'Estate molfettese alla Fondazione Valente per motivi di opportunità in presenza di un “confl itto di parentela” tra il sindaco e il presidente della stessa Fondazione (sono cognati), molti lettori ci hanno chiesto se l'organizzazione dei concerti di Paolo Conte e di Claudio Baglioni rientri tra le fi nalità istitutive dell'ente. Dice una lettrice: “Io vorrei capire, se è possibile, il ruolo che hanno in queste manifestazioni il Comune di Molfetta e la Fondazione Valente. perchè se i concerti sono organizzati dalla Fondazione Valente, il Comune non c'entra assolutamente niente se non porre il proprio patrocinio; pertanto è errato inserire questi eventi nell'Estate Molfettese; ma sono concerti organizzati e garantiti fi nanziariamente da una Fondazione privata. Se i concerti sono organizzati dalla Fondazione Valente vorrei inoltre capire cosa c'entrano concerti di persone note e arcipagate con la diffusione della cultura musicale intesa e voluta dal prof. Valente che a tale scopo ha devoluto un lascito piuttosto consistente. Che ne devo dedurre? Il consiglio della Fondazione ha dimenticato le fi nalità volute dal professore “sviluppare la cultura musicale”. Credo che il professor Valente si stia rivoltando nella sua tomba in questo momento”. Abbiamo girato la domanda al Maestro don Salvatore Pappagallo, presidente dell'Associazione culturale musicale “A. Dvorak” e membro di diritto del consiglio di amministrazione della Fondazione, il quale, in realtà, ci ha confermato queste perplessità, aggiungendo che il prof. Vincenzo Maria Valente, che frequentava i concerti della Dvorak aveva manifestato (come ebbe occasione di dire anche a noi) chiaramente l'intenzione di voler destinare la sua donazione alla promozione di concerti di musica classica e sinfonica e alla promozione di una cultura musicale, oltre “ad incoraggiare giovani talenti di ogni età all'arte della musica con fi nalità non professionali”, come recita l'art. 2 dello Statuto della Fondazione. Lo Statuto, sempre all'art.2, ricordando come la Fondazione non abbia scopo di lucro, specifi - ca che il principio ispiratore è la promozione in tutti gli strati sociali di un processo formativo, che consideri della musica il suo valore educativo, prima ancora di quello professionale, spettacolare, ricreativo e terapeutico. Don Salvatore ci ha anche detto che, da qualche tempo, la Fondazione sta andando al di fuori delle intenzioni del fondatore e contro la stessa Associazione Dvorak dalla quale la Fondazione stessa è nata. Il Maestro ha anche cercato di opporsi a questo stravolgimento delle fi nalità della Fondazione, ma è stato messo in minoranza. Un'altra questione desideriamo porre: crediamo che ai cittadini di Molfetta sia dovuta una risposta in merito al concerto di Paolo Conte. Alla conferenza stampa di presentazione dell'Estate molfettese è stato ribadito più volte dal sindaco e dal presidente della Fondazione che non ci sarebbero stati biglietti gratuiti per consiglieri e assessori comunali. Ma chi volesse prenotare i biglietti via internet, troverebbe la sorpresa di ben 324 posti riservati, naturalmente in ottima posizione. Biglietti che non sono acquistabili, essendo riservati. Si tratta, come scrive il nostro Gianni Palumbo in questa pagina di posti tutti riservati ai disabili? Ma 324 portatori di handicap ci sembrano chiaramente eccessivi. Oppure sono riservati alle cosiddette autorità? Ma non si era detto che dovevano pagare tutti? O, forse, sono stati riservati ad autorità di più alto livello, come i membri del Parlamento? Certo la Fondazione è privata e, in teoria, potrebbe gestire i propri biglietti come ritiene più opportuno. Ma in una manifestazione pubblica del Comune di Molfetta e soprattutto dopo aver dichiarato ai giornalisti e ai cittadini di non voler fare alcuna preferenza e di non voler concedere alcun omaggio, come si spiegano questi posti “riservati”. I cittadini, l'opinione pubblica che rappresentiamo, ha il diritto di sapere come verranno destinati quei 324 posti, in nome della trasparenza sempre conclamata dal sindaco, per evitare che vengano fatte antipatiche discriminazioni. Va bene che siamo “buontemponi” come ci defi nisce il presidente della Fondazione, ma stupidi, no.
Autore: Felice de Sanctis
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