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Finale DNC a Monteroni, a Molfetta lo “scudetto del gruppo”. Problemi finanziari all'orizzonte
15 luglio 2012

EQuando migliori un po’ ogni giorno, alla fine succedono grandi cose. Quando migliori un po’ la tua forma fisica ogni giorno, alla fine ottieni un gran miglioramento nella tua forma fisica. Non domani, né il giorno dopo, ma alla fine hai fatto un notevole progresso. Non bisogna cercare miglioramenti rapidi e spettacolari, bensì miglioramenti piccoli, giorno per giorno. Questa è l’unica strada per ottenere dei miglioramenti che durino nel tempo”. La citazione di John Wooden, uno dei migliori allenatori della storia della pallacanestro universitaria americana, rappresenta il favoloso cammino della Gammauto Chevrolet Molfetta in questa lunga e intensa stagione. Adesso è facile dire Monteroni non poteva non vincere la finale DNC (Divisione Nazionale C). In un Palapoli stracolmo, degno palcoscenico di una finale di play off, Monteroni, seguita da circa 300 supporters, si è aggiudicata gara 2 della finale play off, approdando in serie B. Infatti, al termine della sfida play off in casa del Molfetta, vinta 55 a 67, i ragazzi allenati dal coach Antonio Lezzi hanno lasciato spazio agli abbracci e ai canti di vittoria. Una promozione meritata che mette il giusto sigillo a un campionato vissuto sempre al vertice. IL MATCH Gara vibrante e bella sotto il profilo tecnico- tattico, che i ragazzi di coach Lezzi hanno condotto dall’inizio alla fine dettando tempi e ritmi di gioco. Ancora una volta vittoria di squadra (come già in gara 1), ma anche conferma di grande qualità, personalità e voglia di vincere degli atleti salentini e della magistrale strategia di coach Lezzi. Il tecnico salentino non ha lasciato nulla al caso, curando tutti i minimi particolari e infondendo ai suoi la giusta grinta e determinazione per affrontare questa sfida decisiva. Una grande gara, in cui Paiano&C. hanno dato dimostrazione di volere e di meritare questa promozione. I ragazzi di coach Giovanni Gesmundo si sono dimostrati degni avversari, mai domi e non a caso in grado di contendere la posta in palio alla corazzata gialloblù. L’ENTUSIASMO CHE MANCAVA DA ANNI Molfetta non è riuscita a ripetere l’impresa del giugno2006 (promozione nel campionato B2), ma ha riportato l’entusiasmo sugli spalti (dopo troppi anni di purgatorio visti i playout delle ultime tre stagioni), costruendo anche una squadra fatta di uomini veri che non ha mai temuto nessuno sul parquet. Un traguardo importante per la rinascita della compagine molfettese, raggiunto nonostante una stagione non iniziata nel migliore dei modi, con qualche sconfitta di troppo. Una volta raggiunta la giusta chimica di squadra, la squadra ha dimostrato di aver trovato la quadratura del cerchio: Corvino è stato il regista che ha gestito le trame offensive, Lombardo il padrone delle aree colorate, Cecchetti il punto di riferimento per il gruppo, confermandosi ottimo trascinatore in attacco. Infine, Di Lauro con la sua esperienza difensiva e le sue sortite in area avversaria e Bei, pivot dai momenti felini, importante a rimbalzo. Nonostante la vittoria finale non sia arrivata, questo è stato lo “scudetto del gruppo”, la miscela esplosiva di talento e “glamour” con cui la compagine molfettese aveva stretto un patto con i tifosi: cercare di diventare i numeri uno e, possibilmente, restare tali a lungo. Si è ormai aperto un ciclo, destinato a diventare importante, perfino storico, come lo sono stati quelli degli anni in cui il basket molfettese offriva spettacolo ed era temuto da tanti? Le premesse ci sono tutte. LA GRANDEZZA DEL PRESCELTO La grandezza di Valerio Corvino - che ora può davvero fregiarsi del soprannome di “prescelto” - sta nel percorso compiuto in quasi dodici mesi: la scorsa estate sbertucciato e deriso da tutto il mondo cestistico come flop, emotivo e tecnico, e forse precocemente annunciato come giocatore finito. Ma da quando si è rialzato, ha costruito una stagione in costante crescita, fino a diventare impeccabile in playoff sontuosi, che lo accreditano, oltre che al raggiungimento delle finale play-off, di cifre indiscutibili, vale a dire 22.4 punti, 4.5 rimbalzi e 6.65 assist di media a partita. PROSEGUIMENTO O FINE DI UN SOGNO La crisi economica non consente altri sforzi economici agli sponsor. Piazze storiche del basket italiano sono in difficoltà e in alcuni casi sono scomparse. Proseguirà il cammino intrapreso un anno fa quando si decise di attuare un ridimensionamento del nostro basket locale? La politica della scorsa estate era quella di creare uno zoccolo duro di sostenitori e imprese che si affiancassero alla società, stabilizzando il progetto e puntando ad un allargamento della base dei partner, senza voli pindarici. In casa Molfetta per il mercato tutto tace. È forse il preludio di un piccolo passo indietro? Al centro dell’attenzione si dovrebbe porre la sola idea di fare basket. Lo sport ha una valenza sociale e perciò bisogna rivolgersi ad aziende che hanno un senso di responsabilità sociale, alle istituzioni e alla scuola. È opportuno creare una rete sociale, con cui organizzare eventi sportivi. Si parlerà così non più di sponsorizzazioni, ma di investimenti nel sociale. Si spero che quello di Molfetta sia solo un arrivederci al basket senior nazionale della prossima stagione DNC e non un addio.

Autore: Andrea SAverio Teofrasto
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