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Ferdinando Ughelli e Molfetta
15 ottobre 2015

Nella cronologia dei Vescovi della Diocesi di Molfetta spesso si fa riferimento all’opera di Ferdinando Ughelli: Italia Sacra. L’Ughelli, abate cistercense, (1595-1670) ebbe l’idea di raccogliere in un’unica opera la serie dei vescovi italiani di tutte le diocesi con le relative notizie bibliografiche di allora. Prese in esame pure i vescovi di Molfetta. La prima stampa dell’opera, in nove tomi, fu eseguita a Roma dal 1642 al 1648. Una edizione aggiornata e più completa fu curata da Nicola Coleti e data alle stampe a Venezia tra il 1717 e 1733, in dieci tomi. La stessa fu ristampata, poi, in edizione anastatica nel 1984 da Arnaldo Forni di Bologna. Non sappiamo da chi e/o dove l’Ughelli abbia attinto le fonti documentarie relative alla nostra diocesi; sicuramente si avvalse di qualche personaggio ragguardevole qui a Molfetta, a noi sconosciuto, o si rivolse direttamente al vescovo o all’Università molfettese (sono note le vicissitudini della relazione su Molfetta del Marinelli nel 1583). Di certo l’ultimo vescovo, citato nella prima edizione, risulta mons. Pinelli (1648-1666), mentre in quella del 1717 l’ultimo è mons. Salerni (1714-1754). Una lettera, proveniente da Roma, inviata da un molfettese, tale Giovanni Marino del Vescovo, ai sindaci di Molfetta confermerebbe una diretta relazione tra l’Ughelli e l’Università di Molfetta, Proponiamo il testo della lettera, così come ci è giunto, per poter comprendere nella sua essenza i rapporti di stima e gli sforzi anche economici che l’Università di Molfetta sosteneva per promuovere l’immagine della città fuori dai propri confini. Molto Illustrissimi miei Signori e padroni ossequissimi Doppo molta diligenza sono già ritrovate in Dohana le due cassette della manna del glorioso S.Nicolò e conforme li commandamenti delle Signorie vostre si sono portate al Reverendissimo Abbate Ughellio quale veramente hà mostrato haverle molto gradite, e n’hà havuto gran gusto, dichiarandosi assai obligato alle Signorie Vostre, et à tutta la Città dispiacendosi non haver havuto prima le cognitione ultimamente mandate che l’havria inserite alle sue prime stampe, pure mi dice, che le metterà in due luoghi delle sue opre che hoggi stanno sul torchio a Lione e venute saranno le Signorie Vostre ne saranno subito avisate; realmente il regale oltre la gran devotione è stato bellissimo, cossì stimato da tutti questi Signori degno da potersi presentare à qualsisia di questi Eminentissimi; che però l’Abbate n’hebbe gran gusto, et è sicuro, che non mancherà servire questa Città in ogni occassione, se li rappresentarà, onde alle Signorie Vostre ratificandomeli sempre devotissimo, di tutto affetto e riverisco, e bacio le mani. Roma le 13 Aprile 1669. Delle Signorie vi….. Illustrissimi. Umilissimo e Devotissimo servitore Giovanni Marino del Vescovo. Peccato che dalla suddetta lettera non si sappia altro, evidentemente erano state mandate ulteriori notizie sulla città e l’Ughelli si impegnava di inserirle in altre due sue future opere di cui ignoriamo i titoli. Sorprende il particolare regalo inviatogli: due caraffe di vetro contenenti la manna di S. Nicola di Bari. Sul retro della lettera i sindaci della città, il nobile Amodeo Lepore e Giuseppe Radivano, autorizzarono il cassiere comunale ad effettuare il pagamento delle due caraffe di vetro, la loro confezione regalo e la spedizione: Magnifico notaio Leonardo Salvemini Banco di questa Città in questo presente Anno pagherete al Reverendissimo don Giannello D’Agni ducati tredici di moneta d’argento cio è ducati undeci per la fattura, pittura, et indoratura di due casciette di pelle d’oro con garafoni indorati ricamenti per riponersi la manna del glorioso S.Nicolò pagati in Bari per nostro ordine et altri carlini cinque per la cascietta di legno, e condussero da Bari sin qua, et altri carlini quindeci per il porto da qua s’in a Napoli pagati al Procaccio ricevendone poliza, Molfetta le 29 aprile 1669, Ducati 13 - Amodeo Lepore Sindaco, Giuseppe Radivano Sindaco.< Lo storico barese Francesco Lombardi utilizzò la prima edizione de’ Italia Sacra da dove attinse le notizie sui vescovi di Molfetta, perchè la sua opera Notitie istoriche della Città e vescovi di Molfetta, venne pubblicata nel 1703. A proposito dell’opera del Lombardi si è rinvenuto un mandato di pagamento di 30 ducati, elargiti dall’Università di Molfetta nel 1701, quale contributo: in parte delle spese che si devono fare per la stampa dell’historia dell’antichità, Nobiltà, privilegi e fondatione di questa nostra Città di Molfetta e fatti illustri et heroici dei nostri cittadini. Fa da tramite al pagamento lo storico molfettese Cesare Monna. Sempre quest’ultimo nel 1703, ricevette altri 50 ducati per rimetterli in Napoli in conto della spesa della stampa dell’istoria di questa città. Nello stesso anno l’Università di Molfetta fa stampare a Napoli il panegerico in lode di S.Corrado fatto dal padre gesuita G. Ferrucci e spese altri  ducati per comprare alcune copie della “Descrizione del Regno di Napoli in prospettiva” dell’abate Paccicchelli5. Sulla scia di queste lodevoli iniziative editoriali promosse proprio per tramandare ai posteri le memorie storiche molfettesi la stessa Università nel 1707, inviò a Napoli per la stampa l’opera manoscritta del dottor Pirro Antonio Lanza, dal titolo De civitatis regimine.

Autore: Corrado Pappagallo
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