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Estate, massima allerta
15 settembre 2007

L'estate, generosa stagione di ozio, divertimento ed evasione, agognato tempo di vacanza da lavoro, prestazioni di ogni sorta e forse anche da se stessi, sembra coincidere, per molti, proprio con un tempo di “vuoto” interiore e di spiccata refrattarietà mentale e fi sica a tutto ciò che è “dovere” e obbligo: raziocinio vacillante, esaltazione dei sensi, voglia di trasgressione e di “rottura” di convenzioni e costrizioni, allentamento dei freni inibitori, minore percezione del pericolo in genere, una certa “leggerezza dell'essere”, caratterizzano, in forma più o meno marcata, comportamenti e tendenze di noi tutti ma possono addirittura assumere carattere psicologico nelle psicodinamiche di coloro che gli esperti defi niscono “soggetti a rischio”. In realtà è come se si riproducesse negli schemi sociali umani tutto il fermento che, dagli inizi della primavera, agita e investe il mondo animale e vegetale portando ad accoppiamenti ripetuti e… incontrollati, alla rottura delle coppie geneticamente monogame, con conseguente fuga dal nido del “capofamiglia” ed abbandono di compagna e prole per volare in cieli ritenuti più azzurri (succede a certe specie di volatili), ad impollinazioni frenetiche e… supplementari che sembrano spesso sfuggire a qualsiasi regola e legge della natura. Ci si chiede dunque se l'estate è davvero la stagione dell'osare, se nasce da un luogo comune il convincimento assai diffuso che luce e temperature infl uenzino, in qualche maniera, il nostro modo di agire e reagire nei rapporti interpersonali, se l'abbassamento della soglia di attenzione e di autocontrollo che ogni individuo possiede possa essere condizionato anche da variazioni climatiche stagionali. Il dott. Antonello Taranto, psichiatra e dirigente del SerT Ausl Ba-Molfetta, da noi interpellato a riguardo e che ringraziamo per la gentilezza e la disponibilità con cui ci ha accolto proprio il primo giorno di rientro dalle ferie (giusto per restare in tema…) conferma il processo biologico attivato da temperatura, durata e quantità di luce, fattori che, stimolando e sviluppando precisi meccanismi endocrini, portano senz'altro a variazioni del tono dell'umore. Queste ultime sono considerate fi siologiche nelle personalità stabili e ben strutturate, in grado di elaborarle e “agirle” a seconda del vissuto psicologico, culturale ed esperenziale di ognuno, ma ritenute patologiche, come abbiamo già accennato, in particolari soggetti come, ad esempio, coloro che soffrono di depressione latente o del cosiddetto disturbo bipolare stagionale la cui ciclicità porta disagio e sofferenza soprattutto in autunno ed in primavera. Tali soggetti possono sviluppare comportamenti “disforici” e maggiore propensione ad atteggiamenti aggressivi come, ad esempio, i raptus di gelosia “ma, se cautelati e protetti da una giusta e corretta terapia non diventano pericolosi, come può esserlo invece chi è scoperto o addirittura inconsapevole di avere questo disturbo”, aggiunge il dott. Franco Gioacchino, anch'egli psichiatra del SerT. C'è una correlazione tra tutto questo e l'aumento di ricadute nell'uso di sostanze psicotrope che puntualmente viene registrato nel periodo estivo? «Una relazione esiste senz'altro tant'è che tra i soggetti a rischio rientrano proprio i tossicodipendenti, gli alcolisti,ecc. il cui sistema neurologico, leso e danneggiato dall'uso e abuso di tali sostanze, si presenta quasi sempre affetto da disturbi della personalità e della sfera affettiva nonché da sindromi psichiatriche di vario tipo. D'altra parte si potrebbe anche pensare che essi ricorrano a tali sostanze proprio a causa di tali disturbi. In estate, comunque, circostanze, cambiamento di abitudini, contesti sociali, familiari ed affettivi differenti concorrono ad accentuare il carattere “emergenziale” della nostra attività che deve saper gestire in ogni momento l'aumentata frequenza di episodi di overdose, comi etilici, disagi familiari relativi, aumentate richieste di intervento ed assistenza specialistica». Voi avete raccolto dei dati, relativi agli anni compresi tra il 1987 e il 1994, che confermano la ciclicità delle richieste d'intervento… «Sì, abbiamo rilevato che le richieste volontarie di aiuto si riducono nei mesi di maggio e giugno mentre aumentano nei mesi di ottobre e novembre. Il periodo di luglio-agosto, invece, ci vede impegnati a risolvere casi eclatanti che scoppiano spesso per i motivi sopra elencati». Come si spiega questo andamento periodico delle richieste volontarie di aiuto? «Lo studio da noi condotto e che è stato pubblicato anche su riviste specializzate si ricollega ad altri dello stesso genere che tendono ad indagare quella che io defi nisco la “cronobiologia” della tossicodipendenza e la percezione di sé che una certa tipologia di soggetti ha. II volume di interventi diminuisce nei mesi primaverili perché i pazienti si riconoscono molto meno bisognosi di cure, mentre aumenta in autunno perché si percepiscono più fragili e vulnerabili, portatori di una sofferenza e di un disagio che avvertono come malattia». Alla fi ne di questa intervista ci sentiamo un po' più tristi e il fascino, i colori, i profumi dell'estate ci appaiono parole vuote, consumati slogan di avidi tour operator che vendono pacchetti a basso costo, poiché un dato, in particolar modo, è emerso dal colloquio con il dott. Taranto, profondo conoscitore della mente umana e di tutto il dolore che può alterarla: l'estremo senso di solitudine che ognuno di noi avverte, che spesso non sa governare né riconoscere o decifrare, che rimuove a volte in maniera volontaria e non, che elabora in modo errato o negativo forse perché privo di mezzi e capacità. «Il senso di esclusione e di abbandono che molti di noi provano durante le vacanze estive di fronte al divertimento e alla “felicità degli altri” è lo stesso che si avverte nel periodo natalizio e in tutte quelle occasioni di euforia e suggestione collettiva che non capiamo e che non condividiamo ma che, per volontà o per forza di cose, ci limitiamo ad osservare o subire», conclude la dottoressa Cinzia Cantatore, psicologa del SerT. La saluto e la guardo un po' stupita, convinta che stia parlando proprio di me…
Autore: Beatrice de Gennaro
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