Recupero Password
Emergency: il 14 novembre spettacolo al Teatro Oratorio S. Filippo Neri “Stupidorisiko. Una geografia di guerra”: dalla Prima Guerra Mondiale ad oggi
30 ottobre 2008

MOLFETTA - Si terrà venerdì 14 novembre alle 21.00 presso il Teatro Oratorio “S. Filippo Neri” lo spettacolo teatrale “Stupidorisiko. Una geografia di guerra”. Il racconto, partendo dalla Prima Guerra Mondiale, arriva alle guerre dei giorni nostri, attraverso episodi - tutti storicamente documentati - emblematici della stupidità della guerra. Alla Storia si uniscono le storie di un marine, che parla toscano, tratte da "Ammazzare il tempo in Iraq" di Colby Buzzell - soldato americano autore del blog sulla guerra in Iraq più famoso negli Stati Uniti. La narrazione cronologica si svolge con l'ausilio di una mappa geografica. Questa propone al pubblico un mondo dove non esistono confini alle atrocità e agli interessi (tutt'altro che stupidi) dell'economia, parte integrante e scatenante del fenomeno guerra. Una critica ragionata e ironica della guerra e delle sue conseguenze. Scritto da Patrizia Pasqui per la recitazione di Mario Spallino. Lo spettacolo sarà realizzato grazie al patrocinato dalla Provincia di Bari e il contributo di Dok Supermercati di Via Giovinazzo, Rappresentanze Elettriche Tatulli, Vogue Casa, Lenviros, Alter Discount di Via L. Azzarita, Pangea I&T, Mail Boxes, Erboristeria Eubios
Autore:
Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Carissimo Michele Pisani, ho letto con piacere il tuo commento. La reazione espressa riflette le speranze di quanti (chierici e laici) avrebbero "sognato" un'apertura delle strutture dell'Oratorio S. Filippo Neri e della stessa Parrocchia a strade nuove di dialogo e di iniziativa come modalità di aggregazione spontanea di tutti gli uomini "di buona volontà"..., a prescindere dai particolari momenti evolutivi di ciascuno... Io la vedo come te sulle "reti" da gettare..., sui cosiddetti "praeambula fidei" (premesse al raggiungimento della fede)..., sullo spirito autentico di "don Bosco". E questo, specialmente in un'epoca post-industriale! Si impone però una più pacata riflessione su quel particolare momento storico. Anche io - a un livello ...vicario - ho offerto (uso il passato "prossimo") la mia collaborazione alla gestione dell'Oratorio . Non condivisi (e continuo a non condividere) l'idea di farlo diventare un'azione cattolica alternativa alla scelta delle società calcistiche giovanili che andavano nascendo (es. Interclub!). E' vero: doveva rimanere oratorio..., nella prospettiva di offrire una possibilità in più alla ricerca personale. Anche Cristo trattava tutti, ma le alternative le proponeva, non imponeva! "Si vis" ("se vuoi..., vieni e seguimi"). Era rigido (sì=sì, no=no) solo sulle scelte fondamentali... Però, caro Michele, stava cambiando il quadro sociale di riferimento! Era l'epoca di contestazioni anche distruttive!!! E fu inevitabile la "paura" di Pietro (e di chi pretendeva rappresentarlo "in loco") di camminare sulle acque dell'incertezza. Rispettiamo però la buona FEDE di chi (accanto a don Franco Sasso conosco giovani e coppie ammirevoli per dedizione), anche su scenari "tristi", ha continuato a donare energie e tempo in totale, spesso oscuro "volontariato". Tra i "principi sani e antichi" (che vorrei ci associassero) porrei il "non giudicare", il COM-PRENDERE, come impegno sottratto alla "fantasia", alla tendenza "regressiva" (altrettanto dannosa di quella trasgressiva), al "senno di poi"... e tradotto invece in carità, in speranza operosa.... Certe primavere possono scoppiare in tempi e maniere più agevoli solo attraversando i fermenti e i tormenti, le dialettiche e il gelo di stagioni in cui spesso non la capacità delle persone è stata in gioco, ma la REALE POSSIBILITA' di agire. Non fu possibile -allora - porre "vino nuovo in otri vecchi" nè perseguire prospettive lungimiranti di dialogo e di ecumenismo ... Si rischiava (da entrambe le parti) di distruggere otri e vino e lacerare la Comunità,... . Molti scelsero "il minor male", il purgatorio del silenzio. Forse sbagliando..., lo ammetto. A parte ciò, che ne diresti di una rimpatriata generale - lì all'Oratorio - per raccontarci le nostre storie in maniera più VERA? So che anche don Vincenzo è in sintonia su questo. Un affettuoso saluto. Saverio Mongelli.
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet