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È definitivo: diventa statale l'asilo comunale Filippetto, donato da Salvemini  
15 aprile 2007

La scuola pubblica dell'infanzia “Filippetto”, sorta per volontà dello storico antifascista molfettese, Gaetano Salvemini, al fine di ricordare la memoria del figlioletto (Filippetto, appunto) morto tragicamente assieme a tutta la famiglia del nostro esimio concittadino in occasione del terribile terremoto che devastò Messina nel 1908, cessa di essere comunale e passa al II Circolo Scolastico Statale “Cesare Battisti”. Uno sgarbo allo storico antifascista molfettese, nel cinquantenario della morte, da parte dell'amministrazione comunale di destra degna del regime del ventennio. E così, nonostante le polemiche dei mesi scorsi, l'amministrazione comunale di centrodestra, guidata dal sen. Antonio Azzollini, ha deciso di perseguire fino in fondo la strada tracciata con un provvedimento di Giunta datato 13 novembre 2006 e ha portato all'approvazione del Consiglio comunale una delibera che tutti non hanno esitato a definire storica, in quanto sancisce, dopo quasi ottant'anni, il trasferimento ad una Direzione Scolastica Statale di quel servizio socioassistenziale in favore dei minori che vivono in condizioni di marginalità, gestito, per tutto questo tempo, direttamente dal Comune. “Una scelta inevitabile”, questo il commento dell'assessore ai Servizi Sociali, Anna Maria Brattoli (An), che ha letto, nel corso del consiglio comunale svoltosi lo scorso 19 marzo, una relazione con la quale ha illustrato le motivazioni che hanno indotto l'amministrazione ad assumere questa decisione. Ragioni di carattere eminentemente economico e finanziario in quanto il Comune, per le note ristrettezze di bilancio, non è più nelle condizioni di gestire al meglio quel servizio, anche in considerazione del fatto che sarebbero necessarie nuove assunzioni di personale specializzato (ad esempio per i bambini disabili) assolutamente insostenibili, in questa fase, per le casse comunali. Trasferire quel servizio allo Stato, dunque, determinerebbe, per l'amministrazione, un doppio beneficio: da un lato realizzando un considerevole risparmio di spesa (che, però, si verificherebbe solo nel medio-lungo periodo, così come precisato dal dirigente del Settore Finanziario, Luigi Panunzio) e, dall'altro, consentendo al Comune di utilizzare diversamente il personale oggi impiegato presso la scuola “Filippetto”, dislocandolo in vari uffici al fine di potenziare altri servizi comunali. Questa scelta, come prevedibile, ha suscitato da un lato la reazione dei consiglieri comunali di opposizione e, dall'altro, quella delle insegnanti di “Filippetto” che (con il sostegno dei genitori dei bambini che frequentano la scuola elementare comunale) stanno meditando di impugnare la delibera di Consiglio dinnanzi al Tar per tutelare la loro posizione. Ma andiamo con ordine. E' stato Mino Salvemini (Ds), per l'opposizione, ad evidenziare, nell'Aula G. Carnicella, come l'approccio dell'amministrazione a questa questione sia di carattere eminentemente ragionieristico quando, al contrario, “non si possono sottovalutare le ripercussioni di carattere storico, etico, civile e politico che questa scelta comporta”. In sostanza, per il consigliere comunale dei Ds, trasferire quella scuola allo Stato significherebbe tradire la volontà del nostro più illustre concittadino, proprio nell'anno in cui ricorre il cinquantenario della sua morte. Ma vi sarebbero anche ragioni di carattere giuridico a sostenere questa tesi: “Per la scuola 'Filippetto' – ha sostenuto Mino Salvemini – esiste un chiaro vincolo di destinazione a servizi sociali che è stato imposto da un decreto dell'Assessore Regionale ai Servizi Sociali del 1986, con il quale questa delibera del consiglio comunale si pone in netto contrasto in quanto i servizi socio-assistenziali hanno natura del tutto diversa rispetto ai servizi meramente didattici svolti da un circolo didattico statale e soggiacciono ad altra disciplina”. Questa tesi, però, è stata fermamente contestata dalla maggioranza che ha difeso la scelta dell'amministrazione: “Il problema – hanno sostenuto Ottavio Balducci dell'Udc e Angelo Marzano di Forza Italia – è la capacità di garantire l'erogazione del servizio in favore dei bambini ed il Comune oggi non è più nelle condizioni di farlo. Per questo sceglie di trasferire la gestione alla scuola pubblica statale che è certamente capace di assicurare elevatissimi standard qualitativi, consentendo, d'altro lato, di realizzare economie di spese per le nostre casse”. Come detto, però, le insegnanti non ci stanno e meditano diverse forme di lotta contro questa scelta, da una lato con una raccolta di firme per una petizione in difesa della scuola “Filippetto” e, dall'altro, con l'intenzione di promuovere un ricorso dinnanzi al Tribunale Amministrativo Regionale. A difesa delle posizioni delle insegnanti sono scese anche le organizzazioni sindacali del personale comunale e le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil che hanno diffuso un comunicato con il quale si evidenzia come “il provvedimento adottato dal Consiglio va ad azzerare la valenza esperienziale delle professioni presenti nell'Istituto, ignorando il principio della continuità educativa per la crescita armonica dei cittadini ancora in erba”. Gli stessi sindacati hanno dichiarato lo stato di agitazione del personale ed indetto una manifestazione che si svolgerà nelle prossime settimane. Una cosa è certa: questa vicenda farà ancora parlare di sé.
Autore: F. L.
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