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Due millimetri di verità presentato a Molfetta il libro di Luca De Ceglia
15 maggio 2014

Due millimetri di verità, per raccontare uomini e luoghi della nostra terra. Ha scelto questo titolo per il suo primo romanzo Luca De Ceglia, giornalista e scrittore, corrispondente da oltre 20 anni del quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno” da Bisceglie. Una storia quella del libro di De Ceglia (presentato alla libreria “Il Ghigno” di Molfetta) fortemente influenzata dalle crude vicende di cronaca che riguardano la malasanità, la superstizione, il rapporto padre e figlio, il bullismo, i rischi dei social network. Nel romanzo sono raccontate quattro storie differenti tra loro, ma che hanno lo stesso minimo comune denominatore caratterizzato dall’avventura della vita, dalla potenza dell’illusione e dalla forza dell’ignoranza. Il giornalista per raccontare il tema della verità ha scelto un ritratto particolare, una porta che ha suggestionato anche Papa Francesco. È un cumulo di pietre, una porta dalla quale si può notare un quadrato azzurro. “La verità è il non nascondersi. Socrate e Platone definiscono la verità come bisogno dell’uomo”, ha spiegato Zaccaria Gallo (medico e poeta molfettese che vive a Bisceglie) parlando del lavoro di De Ceglia. L’idea del romanzo “Due millimetri di verità” nasce dal fatto che la verità – come egli stesso ha detto - rappresenta lo strumento del suo lavoro di giornalista in quanto occorre informare il lettore e descrivere la verità dei fatti senza calunnie e falsità. In uno dei tre racconti del volume, De Ceglia ha affrontato un argomento molto delicato e importante dei nostri tempi, quello della malasanità dovuta anche ai favori politici, alle classiche storie dove ci lavorano genitori, figli e diventa una specie di parentopoli. Bisognerebbe tutelare la salute dei cittadini perché chi paga le tasse ha il diritto di avere servizi adeguati. Non è accettabile la situazione che si è creata a Crema dove in un caso di malasanità sono stati coinvolti ben 3.500 pazienti richiamati a ripetere le analisi del sangue perché risultate errate. Solo grazie ad una denuncia di sospetto si è scoperto il grave errore. “La sanità è di tutti e si deve lottare per difendere un diritto importante per ogni uomo. Non dobbiamo essere indifferenti perché il caso non ci riguarda. Il problema della sanità è di tutti e riguarda la nostra comunità”, ha detto De Ceglia con tono deciso. Il giornalista ha toccato un altro tema molto scottante soprattutto per Molfetta, quello delle armi chimiche nel nostro mare. Nel romanzo è descritta la Puglia, la Basilicata dove ogni pietra parla perché ha una storia. Il giornalista ha invitato a visitare Contrada Ripalta che si trova tra Molfetta e Bisceglie perché è il simbolo di una vita. Una zona bella ma silenziosamente danneggiata dall’uomo. I depuratori, gli ordigni bellici distruggono giorno dopo giorno la bellezza del nostro mare e la vita delle mille creature che nascono e si riproducono nel fondale marino. I giovani dovrebbero combattere per difendere gli ideali di verità, di giustizia, di legalità, di libertà di pensiero e di informazione e non nascondersi dietro i falsi scioperi senza idee e privi di progetti concreti. Infine, nel dibattito è affiorata un’altra tematica dei nostri giorni: l’uso dei social network. Nel libro ci sono alcune pagine dedicate a questo nuovo strumento di comunicazione molto diffuso tra giovani ma in crescita anche fra gli adulti. De Ceglia ha raccontato agli studenti del personaggio del giornalista descritto nel libro, un uomo che lavora in redazione e rimane colpito dalla telefonata ricevuta. E’ fulminato dal timbro vocale della donna e tramite Internet ritrova la sua amata. C’è un muro tra la società vera e quella falsata dai social network perché si perde il contatto fisico, non ci si guarda negli occhi, non si possono percepire le emozioni, gli sguardi, gli stati d’animo che accompagnano le parole nella comunicazione verbale. “Le case e i computer sono affollati di gente e le strade sono vuote”, ha concluso Luca De Ceglia. Ha scelto questa frase per terminare la presentazione del libro, una frase diretta e vera perché l’era dei grandi social impoverisce l’uomo in quanto essere sociale e pensante. Nel presentare Luca De Ceglia, la prof.ssa Isa de Marco ha ricordato che il giornalista ha anche diretto il periodico “Luce Eucaristica” ed è attualmente direttore responsabile del periodico di cultura ed attualità forense “La Bilancia” e del bimestrale informativo “MPM Accademy”. È impegnato nell’attività di ricercatore ed è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. L’ incontro è stato intervallato dalle letture emozionanti e appassionate di Zaccaria Gallo anch’egli scrittore autore di alcuni volumi come “Le parole nascoste ”( 1994), “Voci nel Vento ”(1997), “Come lumaca amante di Ferula” (2002) e ha ottenuto il primo premio al concorso letterario Padus Amoenus del 2002 e nel 2003 e il secondo posto allo stesso concorso con la silloge poetica “Verifiche in Versi”. Ha pubblicato nel 2002 il volume “I luoghi Persi: atri, corti e cortili”. Ha diretto nel 2003 la sezione poetica del Festival dei Popoli Mediterranei di Bisceglie e conduce una rubrica radiofonica intitolata “Leggiamo assieme la poesia”. Attualmente è impegnato con il lavoro teatrale ispirato ad un suo lavoro poetico “Un Padre Passaporto”. Alla presentazione del libro di De Ceglia hanno partecipato gli studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale di Molfetta accompagnati dai professori Gianni Antonio Palumbo e Vito de Bari.

Autore: Maria del Rosso
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