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Due leoni in India: i nostri due fucilieri di marina tra verità ed errori. Dibattito agli Eredi della Storia di Molfetta
03 maggio 2014
MOLFETTA
- I due fucilieri di marina
Massimiliano Latorre
e
Salvatore Girone
sono stati arrestati, il 19 febbraio 2012, con l’accusa di omicidio, causando una crisi internazionale tra Italia ed India che si protrae tutt’oggi con poche soluzioni a breve termine e tanta rabbia provata dal popolo italiano ma ancor di più dalle famiglie dei due marò. Proviamo a destreggiarci in questa storia intricata grazie alla conferenza tenutasi, su questo argomento, presso la Sala Consigliare “G. Carnicella” a cura de “Associazione mutilati ed invalidi di guerra” e “Associazione Eredi della Storia”. Il primo passo da fare è ripercorrere un po’ le tappe della vicenda con l’attenta cronistoria spiegata dal presidente “Eredi della Storia” di Molfetta,
Michele Spadavecchia
, con la moderazione dell’avvocato
Nicola Bufi
, presidente della fondazione A.N.M.I.G- Molfetta (nella foto: Spadavecchia, Leandro, Bufi, Gen. Stella, Luogotenente Rizzi).
15 febbraio 2012- Al largo delle coste indiane del Kerala, la petroliera battente bandiera italiana Enrica Lexie naviga verso Gibuti, con un equipaggio di 34 persone e 6 fucilieri del 2° reggimento “San Marco” della Marina Militare, in missione di protezione della nave mercantile in acque a rischio pirateria. Poco distante si trova un peschereccio indiano St. Anthony, con equipaggio di 11 persone. I due marò, convinti di trovarsi sotto attacco pirata, dopo diverse intimidazioni, sparano in direzione del peschereccio. La St. Anthony riporta alla guardia costiera la morte di due membri dell’equipaggio e richiede che la nave italiana attracchi al porto di Kochi, così come è stato poi fatto (con l’inganno).
A questo punto le versioni dei fatti sono diverse: l’Italia afferma che i due fucilieri sono stati costretti ad usare graduali misure di dissuasione contro un’imbarcazione con a bordo persone armate; l’India afferma che i due civili uccisi svolgevano una normale attività di pesca. Inoltre, gli italiani sono sicuri che il fatto si sia svolto in acque internazionali, gli indiani continuano ad affermare che il tutto è avvenuto in un’area posta sotto giurisdizione indiana.
19 febbraio 2012- Latorre e Girone vengono arrestati
28 febbraio 2012- Il governo italiano chiede che l’analisi balistica sia condotta con la partecipazione di esperti italiani ( si dimostrerà che il calibro dei proiettili che hanno colpito i due civili indiani non è lo stesso di quelli in dotazione nella Marina Militare!)
1 aprile 2012- Il premier Monti chiede soluzione amichevole che evidentemente non arriverà
Saltando alcuni avvenimenti arriviamo al gennaio 2013, i due marò passano le feste natalizie qui in Italia e tornano nuovamente nel nostro Paese pochi mesi dopo per le elezioni politiche.
Marzo 2013- Il ministro Terzi annuncia che i due marò non sarebbero tornati in India nei tempi pattuiti (altra vicenda che complica la situazione)
Novembre 2013- Il premier Letta afferma di voler proseguire l’impegno cominciato da Monti per riportare i due fucilieri in Italia
8 febbraio 2014- Nonostante l’India voglia applicare la legge antiterrorismo, viene esclusa la possibilità della pena di morte
13 febbraio 2014- L’Italia chiede di nuovo l’aiuto dell’Unione Europea
24 febbraio 2014- L’India continua a sostenere che i due fucilieri saranno puniti secondo le leggi indiane
Ad oggi la situazione è diventata inaccettabile, continuano gli errori sia italiani che indiani. Il problema vero è che il governo indiano non può permettersi di rilasciare i due marò perché sarebbe una brutta figura, soprattutto in tempi di elezione. Quindi è l’Italia che deve agire! Non dimentichiamoci che il nostro Paese è il quarto patner commerciale dell’India e che i due Paesi hanno anche uno stretto rapporto dal punto di vista industriale e finanziario. Il docente di Diritto internazionale,
Antonio Leandro
, dopo aver portato i saluti del Magnifico Rettore dell’Università di Bari,
Antonio Uricchio
, assente per motivi personali, si concentra sugli aspetti prettamente giuridici del caso. Innanzitutto è necessario capire come suddividere diritti e doveri della vicenda tra i due Stati; ormai è stato appurato che la zona in cui è avvenuto l’incidente è coperta dalla giurisdizione internazionale quindi il richiamo alla giurisdizione dello Stato di Bandiera è sbagliato. Nasce quindi il conflitto positivo di giurisdizione e bisogna ancora capire se esista o meno l’immunità funzionale dei due fucilieri (l’Italia afferma di sì, l’India vi si oppone). L’errore dell’India è quello di pensare che la natura dell’organo giudicante sia da valutare secondo la legge indiana, quando invece va fatto secondo quella italiana. L’inganno costruito dall’India poi, è una tattica di governo per garantirsi una posizione più stabile nel processo e secondo il diritto internazionale, è lecito. Difficile è anche la questione della mancata restituzione nei tempi dei due marò, nel 2013. Oggi tutti i ministri sono favorevoli alla possibilità dell’arbitrato. Ciò che di positivo resta, in tutta questa vicenda, è il patto bilaterale stipulato nel 2012 tra Italia ed India in cui è stato stabilito che ogni italiano condannato in India dovrà scontare la propria pena in Italia e viceversa (accordo stabilito in tempi record). Chiudono la conferenza le interessanti parole del Gen.
Pasquale Stella
, presidente Sez Bersaglieri di Corato, sulla storia della pirateria dalle origini ad oggi e del Cav.
Giuliano Rizzi
, luogotenente Brigata “San Marco” di Brindisi sulla gloriosa storia di questa unità e sul desiderio di rivedere, il prima possibile, Latorre e Girone, di nuovo in Italia. © Riproduzione riservata
Autore:
Daniela Bufo
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Aratro
03 Maggio 2014 alle ore 17:11:00
Un problema non di facile soluzione, stando ai profondi solchi culturali fra le Nazioni competenti. Più il tempo passa, più i solchi si faranno più profondi e distanti.
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