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Droga, pene ridotte anche per gli imputati dell’operazione “Primavera”
15 gennaio 2001

Ancora riduzioni di pena per gli imputati di spaccio di droga a Molfetta. In appello 38 di loro - arrestati nell’operazione “Primavera” del 1994, il famoso blitz dei carabinieri che sgominò il clan dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti, che faceva riferimento, secondo l’accusa, alla famiglia De Bari, ordinato dal capo della procura distrettuale antimafia Angelo Bassi - hanno goduto di sconti. I giudici della terza sezione penale della corte di appello di Bari in parte hanno ratificato alcune condanne concordate fra accusa e difesa (il patteggiamento atipico di secondo grado) in parte sono scesi nel merito e hanno ridotto le pene. È stata così modificata la sentenza emessa dal giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Bari, con il rito abbreviato, il 16 ottobre 1995. Per gli altri imputati (in tutto erano una settantina) si intendono confermate le condanne inflitte in primo grado. L’operazione «Primavera» è stata la prima iniziativa di successo contro il traffico di droga, seguita dalla “Reset” nel ’96, che chiuse definitivamente il traffico ripulendo la città. Alcuni imputati, infatti, sono comuni alle due operazioni. Il processo di appello «Reset» si è concluso circa un mese fa con un sostanziale dimezzamento delle pene: da 1.400 anni di reclusione inflitti dal tribunale di Trani a giugno 1998, a 700 anni, distribuiti fra oltre 120 imputati. Come è emerso nei due processi numerosi indagati di «Primavera», dopo essere stati rimessi in libertà avrebbero ripreso a vendere droga ai tossicodipendenti di Molfetta e dintorni. Di qui sarebbe nata la maxinchiesta figlia, cioè appunto «Reset». La pena più alta è stata inflitta a Ferdinando Andriani, Giuseppe Manganelli e Cosimo Lasecchia: i giudici di secondo grado li hanno condannati a 9 anni e 4 mesi ciascuno; sette anni e otto mesi sono stati inflitti a Pietro Salerno. Sono state assolte Maria Pia Del Vecchio e Vincenza Del Vecchio. Inoltre la corte di appello, accogliendo la richiesta dei rispettivi legali, ha revocato il divieto di espatrio per Grazia Andriani, Maria Brio, Alfredo Fiore, Rosa Rizzi, Mauro Sciancalepore, Italia Tortosa e Domenico Valente, che riacquistano, quindi, la piena libertà di circolazione. Ecco tutti gli imputati che hanno patteggiato la pena: Ferdinando Andriani, Mauro Cappelluti, 3 anni; Antonio Cormio, Arturo Cormio e Giovanni Cormio, 5 anni; Cosimo Damiano De Bari, 5 anni; Giampaolo De Bari, 5 anni; Luigi De Bari, 5 anni; Angelo Tommaso Di Biase, 3 anni; Cosimo Lasecchia, 9 anni e 4 mesi; Sabino Lategola, 4 anni e 6 mesi; Vito Leone, 4 anni e 8 mesi; Giuseppe Manganelli, 9 anni e 4 mesi; Domenico Parisi, 1 anno e 3 mesi; Giuseppe Parisi, 5 anni; Michele Parisi, 5 anni; Crescenzo Rana, 4 anni e 8 mesi; Pietro Salerno, 7 anni e 8 mesi; Grazia Sassaroli, 5 anni; Grazia Scattarelli, 1 anno e 4 mesi; Ignazio Tota, 6 anni; Girolamo Valente, 6 anni. Questi coloro che hanno ottenuto una riduzione della pena: Antonio Andriani, 5 anni; Agostino De Bari, 5 anni; Cosimo Di Rienzo, 4 anni e 8 mesi; Anna Parisi, 5 anni e 4 mesi; Raffaele Sciancalepore, 4 anni e 8 mesi; Domenico Sinigaglia, 4 anni e 8 mesi; Pantaleo Sinigaglia, 4 anni e 8 mesi; Vincenzo Andriani, Giovanni De Bari, Cosimo Fiore, Corrado Parisi e Domenico Tota, 5 anni; Giuseppe Gadaleta, 4 anni e 8 mesi; Antonio Brattoli, Salvatore Bufi e Giuseppe Chiarella, 3 anni. Emergenza rifiuti, città sempre più sporca Sono ormai due mesi che continua l’agitazione dei dipendenti dell’Asm di Molfetta consistente in una specie di sciopero a singhiozzo nella raccolta dei rifiuti. Così la città viene pulita a zone, mentre in quelle non servite si accumulano montagne di rifiuti. La vertenza nasce dalla vicenda della discarica di Trani, dove vengono scaricati i rifiuti di Molfetta e che ieri è stata sequestrata dalla magistratura che ne ha ordinato lo svuotamento. Come pubblicato sul numero di dicembre di “Quindici” (l’articolo lo trovate sul sito internet), esiste un contenzioso tra l’Asm di Molfetta che ritiene troppo onerosi i costi richiesti dall’Amnu di Trani. Tra l’altro l’azienda di Molfetta ha denunciato, al Commissario regionale per l’emergenza rifiuti, l’Amnu di Trani, che a sua volta per reazione ha cominciato a fare una serie di “dispetti” agli operatori ecologici molfettesi: ad esempio, non accetta l’ingresso di camion grandi da 240 quintali, per cui si è costretti a fare più viaggi con furgoni da 60 quintali. Questo ha comportato un aumento dei turni, con un lavoro massacrante e un organico ridotto. Di qui la decisione di non fare straordinari e pulire la città a singhiozzo. Gli incontri finora avuti dal sindacato col commissario prefettizio, dott.ssa Antonella Bellomo, non hanno portato ad alcun risultato. Sabato ci sarà un altro incontro nella speranza che questa vertenza verga risolta e la città possa tornare pulita. Pino Amato accolto e «promosso» nel Ccd Dopo le polemiche interne al Ccd in seguito all’ingresso dell’ex consigliere comunale dei "Verdi" Pino Amato, mal digerito dalla base locale, è intervenuto il sen. Giuseppe Brienza che è riuscito a far ingoiare l’amara pillola al segretario locale Panunzio e ai suoi fedelissimi. Così Pino Amato non solo è entrato nel Ccd, ma è stato premiato con la nomina a componente della Consulta provinciale del partito, premio, forse, per la sua «coerenza» nel passare dal centro-sinistra al centro-destra.
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