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Dove stiamo andando? Si uccide per uno scippo
15 novembre 2009

Forse non abbiamo ancora metabolizzato gli episodi che da circa un anno a questa parte funestano la vita civile di noi Molfettesi (Truck Center; terribile incidente sulla S.S. 16 con un bilancio raccapricciante – cinque morti ed un giovane che resterà invalido per il resto della sua vita; atroce morte del giovane Pansini) che ecco due sconsiderati BALORDI aggrediscono e in seguito a ciò, uccidono una persona inerme! Sì, uccidono una persona: delitto inumano, reso ancor più feroce dallo stato della vittima – una signora di più di novanta anni che, ancora nel pieno del suo vigore fi sico, sentiva la necessità di “passeggiare”, ovvero fare delle commissioni essa stessa, sentirsi ancora relativamente indipendente – pur alla sua venerabile età. Ho usato il verbo “uccidono”, non a caso. Non è un caso infatti che, almeno da quanto si vede nel fi lmato in rete, il ciclomotore con i due giovinastri, avesse fatto un passaggio nell’altro senso di marcia, prima di avventarsi sulla povera signora Giulia. Per questa mia brutale opinione forse sarò tacciato di giustizialismo radicale. Niente di meno vero! Non so come i Difensori dei due ragazzi presenteranno le ragioni degli stessi… fare l’Avvocato difensore, in alcuni casi è un mestiere davvero duro visto che per tener fede alla loro missione si deve sopire l’orrore che sicuramente suscita nel loro animo l’accaduto,! Non so con che animo il Giudice somministrerà l’eventuale condanna e la pena relativa. Però resta pur sempre il fatto che la signora Giulia ha subito un’aggressione per mano di due balordi che le è costata la vita. Questi i “grandi” eventi: quelli che scuotono l’opinione pubblica, che suscitano le reazioni che vanno dalla richiesta di interventi straordinari per arginare la deriva violenta, all’auspicio di un ritorno ai valori della civiltà, della non violenza e del vivere civile con educazione e rispetto verso il prossimo. Che cosa dire? Che cosa fare?.... quesiti, pur nella loro retorica, immani che lasciano noi, che forse veramente li avvertiamo come disagio proprio – e sono certo che siamo la stragrande maggioranza – senza lucidità e con pensieri che mai avrebbero sfi orato le nostre menti. Questo si evince leggendo e rifl ettendo sul contenuto degli interventi nei vari blog delle diverse Testate giornalistiche locali oppure ascoltando i commenti di gente della strada. La sintesi delle diverse “posizioni”, porta inequivocabilmente ad estrarre un comune denominatore: LA SICUREZZA! …LA SICUREZZA…. Parola grossa che dice tutto e allo stesso tempo dice niente. La ragione, da come la vedo io ed a questo proposito invito che ne ha voglia a “speculare” su questo concetto, per alcuni di noi la sicurezza viene percepita come qualcosa che si può re-instaurare aumentando i “sistemi” – penso a coloro che vorrebbero istituire le “ronde” di cittadini, a coloro che non disdegnerebbero armarsi per poter effi cacemente contrastare eventuali atti di violenza o aggressione, a coloro che invocano magari leggi speciali. Non so. Non si riesce in simili frangenti, quando è vivissimo in noi l’orrore del fatto, a ragionare con serenità; oltre tutto, non mi sembra che questo sia il compito di noi Cittadini. Il nostro impegno, di Cittadini, di persone civili, di genitori si potrebbe riassumere in pochissimi concetti di analisi e correzione che forse abbiamo relegato in un cantuccio nascosto. I concetti Il primo e più importante, sempre secondo la mia modestissima opinione, è quello di inculcare, sin da tenera età, l’idea del rispetto delle regole. Vedete, potrebbe sembrare una cosa banale ma io faccio questo ragionamento, e cioè: ogni giorno, sotto i nostri sensi ricadono eventi quasi insignifi canti, ma che insignifi canti non sono. Piccole …”disattenzioni”? che a vederle singolarmente forse non dànno l’idea del danno che provocheranno con il tempo. Chi di noi non ha mai transitato con il semaforo rosso, parcheggiato in doppia fi la, superato i limiti di velocità, gettato per terra cartacce ed altro, agito con prepotenza nei confronti degli altri, in termini generali fatto ad altri quello che mai avremmo voluto fosse fatto a noi e per cui avremmo protestato fi eramente. Queste ed altre cose …veniali – in alcuni casi mica tanto – che però siamo riusciti a commettere senza conseguenze. Questo probabilmente ci dà una certa forma di sicurezza sull’immunità, anche perché il ragionamento corrente è: “tanto, cosa vuoi che sia?, non ho fatto danno a nessuno”. La violazione di regole minime di rispetto verso gli altri, inevitabilmente ci fa perdere di vista il LIMITE, il confi ne che individua il comportamento veniale da quello fatale e/o delinquenziale. Persone adulte e raziocinanti, forse si rendono vagamente conto del “misfatto” e, ragionando fra se e se, dicono…” per ora è andata, ma non farlo più”!, salvo poi ricascarci. Altro discorso è quello degli adolescenti. Nella maggior parte di loro prevale il senso della trasgressione e dell’emulazione: se vedono un adulto o peggio un genitore che si comporta male, è per loro naturale emularli, con zero valutazione delle conseguenze. Se poi il “brodo di coltura” familiare è quello che è, ecco che viene fuori la degenerazione e l’”escalation” di comportamenti che porta inevitabilmente alla delinquenza. Esistono sfortunatamente delle situazioni di degrado civile, educativo ed a volte anche morale, nelle quali non si bada a “inezie” come l’educazione, il rispetto delle regole e dei diritti degli altri: prevale un certo “machismo” che ovviamente impregna la personalità in formazione perfi no dei bambini.Come aggravante c’è il fatto che questi giovani, in formazione culturale e spirituale, poco “ricevono” dalla Società in termini di assistenza educativa – salvo rarissime eccezioni – ma non perché il problema non venga sentito dalla Società medesima, ma essenzialmente perché questi giovani, che hanno ricevuto un minimo di attenzione educativa, nel caso in esame non avvertono quella continuità di valori anche nell’ambito familiare. C’é un altro fenomeno sempre più denunciato nelle cronache: il bullismo!. E’ un fenomeno in crescita preoccupante che vede giovani di estrazione borghese, con genitori “civili” (probabilmente distratti dal punto di vista dell’educazione ai loro fi gli) che spinti da modelli deteriori, si ergono a “leader” perversi di gruppi di loro simili che, un po’ per timore perché più timidi, un po’ per trarre quel minimo di sicurezza che il “gruppo” fornisce, un po’ forse anche perché non disdegnano certi comportamenti, non si oppongono alla violenza del bullo di turno, anzi con la loro ignavia, forse la incoraggiano, tale che s’instaura la fi gura dell’”individuo dominante”, ammirato se non temuto anche dai componenti medesimi del gruppo. Poi c’è il malcostume diciamo così istituzionale. Quante volte le cronache ci informano di questo o quel funzionario, politico, manager, dirigente che si è lasciato corrompere oppure ha corrotto per fornire o averne, a seconda dei casi, un tornaconto. Sfortunatamente, su questi episodi, diffi cilmente si raggiunge una pronuncia defi nitiva, anche dopo inchieste defatiganti ed anni di indagini. L’elemento forse più diseducativo tuttavia resta, secondo la mia modesta opinione, il fatto che comunque sia, forse anche a causa della diffi coltà di raggiungere una sentenza di condanna defi nitiva, per il reato acclarato, il corruttore così come il corrotto, specie se ricopre una carica istituzionale, non ha quasi mai lo stile di lasciare la propria poltrona, magari in attesa che sia fatta chiarezze inequivoca sulla propria posizione. Chi di noi, in una situazione così non ci fa un pensierino? Del tipo….”così fan tutti!”. (E’ di oggi la notizia che delle personalità politiche in Campania, già indagate e poi scagionate - non assolte, ma scagionate – sono state nuovamente inquisite per abusi nel gestire la “res publica”. Alcuni di questi personaggi, diciamo così l’avevano sfangata un paio di anni fa! … e che diamine, dico io, sempre che siano accertate inequivocabilmente le loro responsabilità, ma costoro non imparano mai? In apparenza sembrerebbe che l’analisi (parola grossa ma non me ne viene un’altra) fi nora fatta che, per carità non è aff atto esaustiva e soprattutto è PERSONALE, per spiegare i fenomeni, sia scollegata da alcuni degli eventi citati all’inizio. Non è vero. Se guardiamo bene tutto viene ricondotto ad un concetto semplicissimo: IL RISPETTO DELLE REGOLE DEL VIVERE CIVILE, DA CUI DISCENDE TUTTA LA CATENA DI COMPORTAMENTI NELLA SOCIETA’. Molti si cimentano, secondo me in modo piuttosto astratto, nella disamina dei fenomeni ma credo che nessuno abbia mai emesso una diagnosi vera del problema e di conseguenza descritto la cura per, almeno arginarne la tendenza. La situazione, come dico sempre è una deriva continua provocata da una serie di fattori che si autoalimentano nel provocare guasti sempre più gravi. I fattori Il “benessere”, abbastanza diff uso nella nostra Società, ha modifi - cato profondamente la nostra percezione dei valori. Tutti i “messaggi” che riceviamo da tutte le fonti (in particolare media, pubblicità, ecc.) ci inducono a fare di tutto per risalire i gradini della Società, magari usando anche mezzi non leciti: e … lo facciamo, a volte. Il raggiungimento dei nostri nuovi obiettivi di ceto, spesso ci fa dimenticare che quello che un adulto può percepire come fattore destabilizzante per la propria personalità, e quindi limitarne le azioni, non è percepito allo stesso modo dai giovani che sono, di fatto, in certe situazioni, abbandonati davanti al televisore o con il telefonino – anche in tenera età – con il video gioco da consolle ed ahimé anche da passeggio. Completamente “chiusi” nell’emulazione artifi ciale, con continuità familiare. I giovanissimi, per loro natura non capiscono e, sfortunatamente per loro, nessuno glielo insegna che apprendere qualcosa dalla televisione, ammesso che il “media”, con quel che passa il convento, possa arricchirli culturalmente, è certamente agevole. Leggere, ad esempio un libro, un giornale, una rivista che abbia gli stessi contenuti di quanto “apprende” attraverso lo schermo televisivo (che probabilmente lancia anche dei segnali subliminali, condizionanti, che pochi riescono a percepire ma che sono invasivi nella psiche di ciascuno di noi), è certamente più …oneroso?, ma lascia molto più segno nell’intelletto, abituandolo a ragionarci per capire. Una parte sempre più cospicua di reati, piccoli e grandi, nella nostra Società multi etnica, frutto della famosa “GLOBALIZZAZIONE” viene consumata anche da alcuni Immigrati che attratti, come le falene dalla luce, desiderando raggiungere gli stessi standard dei Residenti spesso delinquono. Questi ingredienti che hanno soppiantato altrettanti comportamenti certamente più virtuosi agiscono forse in sinergia fra loro per alimentare, in certi casi, situazioni aberranti. Spero che quanto da me riportato non induca a considerazioni che indichino in me una avversione per i giovani: niente di tutto ciò, io sostengo che l’educazione (in tutti i sensi) dei giovani è responsabilità di noi adulti, senza alibi o scappatoie di sorta. Ascoltavo le parole di un giovane Scrittore che enunciava una verità illuminante, anche se potrebbe sembrare ovvia: Forse nella nostra Società abbiamo confuso i termini “benessere” e “stare bene”; sono due concetti assolutamente dissociati fra loro ma che invece dànno l’idea di quanto sia cambiata – forse in peggio – la nostra vita ed i valori che la regolano. Da ciò suggeriva di provare ad adottare anche nella nostra realtà, quello che gia da tempo, in alcune altre culture altrettanto evolute almeno e più della nostra, si è sviluppato: è defi nito con un termine anglosassone il “down shift”, (letteralmente l’azione di scalare marcia durante la guida). Da quello che si sa, l’esperienza è partita spontaneamente e sta ottenendo risultati notevoli, in alcune Società in cui si è forse capito che si rende necessario rivedere i modelli correnti, per magari tornare a comportamenti attualmente defi niti obsoleti, se non “demodè”, ma che certo non generavano i guasti attuali. Utopia?, indossare un paio di occhiali con le lenti color di rosa, per vedere in un mondo a tinte sempre più fosche? Ebbene, bisognerebbe comunque partire da qualcosa, con consapevolezza e coscienza … sperando magari anche nell’eff etto trascinamento. Quanto scritto ovviamente rappresenta la mia personale visione delle cose e non una verità assoluta; vuol essere solo un modo forse per stimolare la discussione ed arricchirla di altre opinioni o meglio azioni che portino, se assecondate, a rifl ettere seriamente su… DOVE STIAMO ANDANDO!

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