Dopo primarie. Di Gioia: attendo le scelte dei partiti
MOLFETTA 14.12.2005
È una situazione poco comune, quella che si sta verificando a Molfetta dopo le primarie del 4 dicembre. Strana la pausa seguita alla tensione della campagna elettorale, che non pare dovuta solo alla necessità di tirare il fiato, quanto alla difficoltà di accettare un risultato che, con una strana percezione del calcolo delle probabilità, in molti scoprono solo ora avesse una possibilità su quattro di riuscire.
Lillino di Gioia, dopo la sua vacanza post primarie, è tornato, con la voglia di mettersi di buzzo buono a lavorare, per arrivare vincente alle elezioni amministrative, invece è costretto a stare con le braccia conserte e ad esercitare l'arte della paziente attesa.
Quindici lo ha incontrato, per un'intervista che sarà pubblicata sul numero di dicembre, in edicola dalla prossima settimana.
Ci accoglie con in mano una serie di foglietti stropicciati, pieni di numeri scritti fitti fitti, sono i voti dei partiti, in particolare quelli di centro sinistra, alle ultime competizioni elettorali. Deve averli studiati e ristudiati, perché li snocciola sicuro, sventolando il foglietto per aria, nella foga del dire, senza sbirciarlo perché forse li conosce ormai a memoria. Gli servono come pezza d'appoggio più importante al suo ragionamento, la sinistra, quella di cui non riesce a capire lo sconcerto post primarie, senza il centro non potrebbe mai governare, quel centro che lo ha votato il 4 dicembre, quello che lui porterà in dote alle prossime elezioni amministrative. In una coalizione, su questo si impunta, in cui non è mica detto che tutti debbano essere uguali, altrimenti che coalizione sarebbe, ma che non “può continuare a farsi la guerra al suo interno”, come invece gli pare stia accadendo, e dove la sinistra “sarà il 60%”, non lo dice, ma è facile intendere che fa riferimento alla futura giunta.
Si definisce sereno, in attesa delle decisioni dei partiti, non sembra neppure considerare l'ipotesi che vi possano essere rivolgimenti di sorta, anzi, ha il rammarico che non si sia andati subito, i quattro candidati, anzi, ex candidati oramai, al confronto con la città, per dare appunto un'idea di compattezza, del nocciolo di una squadra già al lavoro, di un progetto pronto ad essere realizzato. Gli rode questo, che si stia perdendo tempo, mentre il centro destra si organizza.
Aspetta e gli pesa, si vede chiaramente, ma non può fare altro, in questi giorni in cui i partiti dell'Unione, dopo aver incassato la sconfitta, sono impegnati nella discussione interna.
I Ds hanno già dato per il momento, con l'approvazione di una mozione che accetta il risultato della consultazione popolare, ma pone anche a Di Gioia delle precise condizioni, e che, ad ogni modo, non intende rompere l'unità a sinistra coagulatasi attorno alla candidatura di Mino Salvemini, né l'asse con gli altri partiti dell'Unione. Dopo il comunicato stampa fra il sibillino ed il possibilista dei Comunisti italiani, tocca a Rifondazione ed alla Margherita dire la loro.
Rifondazione proseguirà domani l'assemblea degli iscritti, in cui discutere del voto di domenica 4 dicembre e del che fare. Anche la Margherita si riunirà domani, mentre anche gli irriducibili del “con Lillino mai” pensano ad organizzarsi nel caso in cui naufraghi qualsiasi ipotesi di ribaltamento delle primarie. Dopo di che, forse comincerà ad esser più chiaro ai cittadini, in particolar modo ai seimila che si son presi la briga di votare e versare pure un euro per le primarie, se il centro sinistra, unito, ha un candidato sindaco oppure no.
Maggiori particolari sul numero di Quindici di dicembre, a giorni in tutte le edicole.
Lella Salvemini