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Diversi, ma non troppo
15 giugno 2010

Il compianto, amato vescovo don Tonino Bello disse, una volta, riferendosi alle persone svantaggiate: “Se non ci fossero, il mondo si scompenserebbe”. A primo acchito questa affermazione sembrerebbe un controsenso e perfi no una bestemmia. Come a voler signifi care che è un bene che esistano. Ma, una rifl essione più profonda porta a comprendere il senso più autentico di una tale affermazione. Pensiamo che, coloro che vivono, per così dire, di carne e sangue soltanto, ne rimarrebbero oltremodo scandalizzati, almeno in cuor loro. Ma ognuno, che abbia anche un’anima, è in grado di fare le sue giuste valutazioni, alla luce della considerazione che le persone svantaggiate hanno la voglia di vivere come tutti. Un tempo venivano chiamati handicappati, poi sembrando forse un’offesa per loro, si è preferito indicarli disabili. Oggi, con un’appropriata modernizzazione della lingua e per un senso di maggior rispetto per loro, li si indica con il termine “diversamente abili”. L’etimologia di queste due parole ci dice che anche loro possiedono delle abilità ma in modo diverso. In realtà, ognuno di noi potrebbe essere defi nito un diversamente abile in senso lato, perché ciascuno ha dei talenti da far fruttifi care nella vita, i quali non indicano necessariamente potenzialità mentali eccezionali. Tenendo conto di tali premesse, desideriamo far presente l’esistenza da un ventennio nella nostra città, del Centro Polivalente educativo per diversamente abili, gestito dalla Cooperativa Sociale Gea, frequentato da un gruppo di utenti affetti da disabilità fi siche, psichiche e psico-fi siche. Tale servizio è presente dal 1989, con fi nalità educative, rieducative e riabilitative. In sostanza, la struttura si propone di canalizzare le potenzialità residue di questi soggetti, portandoli ad una riabilitazione psico-sociale adeguata ed ottimale. Gli utenti sono 37, ambosessi e scolarizzati. L’equipe degli operatori è composta da 1 coordinatore di struttura, 1 psicologa, 1 assistente sociale, 1 fi sioterapista, 7 educatrici, 3 autisti, 6 ausiliari. Oltre al lavoro nel Centro, la Coop. GEA gestisce il trasporto scolastico degli alunni disabili e presso il reparto riabilitativo dell’Ospedale di Molfetta. Le aree di intervento sono: scolarizzazione, ergoterapia(terapia occupazionale) con laboratori di pittura su stoffa, su vetro, su ceramica, collage e ricamo. Area della simulazione e della drammatizzazione con la creazione di commedie in vernacolo locale. Area psicomotoria con percorsi diversifi cati per stimolare le abilità cognitivo-comportamentali degli utenti. Area ludico-ricreativa e della socializzazione che prevedono le uscite esterne anche oltre il territorio molfettese e la partecipazione a feste. In tal modo si cerca di canalizzare in modo positivo le spinte aggressive degli utenti, la criticità dei loro comportamenti talvolta problematici. Ma, soprattutto, si cerca di stimolare le loro potenzialità creative, attentive, volitive, emozionali ed affettive. Le ricadute nell’impegno delle suddette attività si presentano decisamente positive e costituiscono un notevole argine alla loro solitudine ed isolamento. Inoltre, la carica affettiva ed emozionale espressa dai diversamente abili riescono di conforto ed insegnamento ai cosiddetti soggetti sani. Ai quali mancano spesso la sincerità, la spontaneità, il sorriso da fanciullo, l’amore. Chi lavora con e per le persone diversamente abili sicuramente fa molta fatica, ma l’impegno profuso è altamente gratifi cante perché fa davvero comprendere che quest’ultimi di diverso hanno le abilità (che talora sono sorprendenti) e una gioia di vivere invidiabile.

Autore: Giovanni Marzocca - Rossella Marzocca
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