Disastro Norman Atlantic, assolto il nostromo Angelo de Candia di Molfetta
MOLFETTA - Al termine di un dibattimento lungo e complesso, il Tribunale di Bari, presidente Dott. Marco Guida e giudici a latere dottoresse Moretti e Tripaldi, ha respinto le pesantissime richieste di condanna che i PM avevano formulato nei confronti di Angelo de Candia (difeso dall’Avv. Cesare Fumagalli) per alcuni decessi verificatisi in occasione del disastro della Norman Atlantic, uno dei più gravi della nostra marineria e certamente uno dei più complicati da ricostruire.
Dimostrando di essere del tutto immuni da condizionamenti esterni e indisponibili a ratificare acriticamente le sbrigative quanto gravi accuse mosse contro il Nostromo Angelo de Candia dalla capitaneria di porto di Bari e da certi media che vi fecero subito eco, i Giudici hanno incrinato le granitiche certezze degli inquirenti, prosciogliendolo e smentendo radicalmente la pretesa solidità delle prove a carico.
Le prove e gli argomenti offerti dalla difesa e sintetizzati nella discussione finale hanno restituito ad un uomo coraggioso e marinaio esperto tutto l’onore e la dignità guadagnati in 40 anni per mare.
Uno degli stessi periti nominati dal GIP in corso di indagini ebbe a dire che ad Angelo de Candia “…andava fatto un monumento…”; non certo un’esagerazione, visto che in quei drammatici minuti il Marittimo riuscì a svolgere attività antincendio, supporto all’ammaino dell’unica lancia rimasta a bordo e presa d’assalto da centinaia di passeggeri terrorizzati, messa in sicurezza del sistema di evacuazione a scivolo diventato nel frattempo una trappola mortale ed infine accompagnamento di centinaia di passeggeri ai ponti superiori per sfuggire alle fiamme ed al fumo.
Il tutto mettendo a rischio la propria vita e scendendo dalla nave tra gli ultimi.
Il dibattimento ha consentito in definitiva di ristabilire la verità sulle drammatiche condizioni in cui il Nostromo ed altri marinai addetti a mezzi di salvataggio si trovarono concretamente ad operare, disattendendo fin troppo facili speculazioni teoriche di alcuni degli inquirenti, dimentichi della abissale differenza che corre tra le esercitazioni di abbandono nave e le drammatiche situazioni concrete che si possono verificare in mare.