Dietro lo squarcio c'è una luce: presentata a Molfetta l'opera di Claudio Parmiggiani dedicata a don Puglisi
MOLFETTA – Una serie di vetri neri sovrapposti e brutalmente rotti, frantumati al centro con un colpo: così si presenta, nella sua fisicità, l’opera “Senza titolo” di Claudio Parmiggiani in mostra, sino al 26 luglio, nella sezione Arte contemporanea del Museo Diocesano di Molfetta.
L’esposizione rientra nell’iniziativa “Rinascere dal dolore”, manifestazione promossa dall’AMEI, l’associazione che riunisce i musei ecclesiastici italiani e che quest’anno festeggia il ventesimo anniversario della sua fondazione.
Per celebrare l’evento, l’AMEI ha voluto lanciare un segno forte, che potesse coniugare contemporaneità e impegno sociale.
Si è rivolta all’artista emiliano Claudio Parmiggiani (nato nel 1943 a Luzzara, in provincia di Reggio Emilia), «artista concettuale, artista dell’arte povera…» lo ha definito il critico d’arte Gaetano Centrone, durante il suo intervento nella serata inaugurale tenutasi presso il Museo Diocesano molfettese.
L’opera è destinata alla Casa Museo del Beato Giuseppe Puglisi a Palermo, dove giungerà il 13 settembre, pochi giorni prima del ventiquattresimo anniversario dell’omicidio del sacerdote per mano della mafia.
Come ha evidenziato, sempre nella serata inaugurale, don Michele Bellino, coordinatore regionale AIMEI, l’opera di Parmiggiani sta percorrendo l’Italia per suscitare riflessione e favorire la formazione di una coscienza civile, morale, intellettuale. Molfetta è la nona tappa di questo viaggio, partito da Milano e proseguito attraverso Bergamo, Concesio (Brescia), Varese, Vercelli, Piacenza, Cortona (Arezzo) e Fabriano (Ancona).
Da Molfetta raggiungerà Salerno, poi Rossano Calabro (Cosenza), Reggio Calabria per fermarsi, appunto, a Palermo.
Alla serata inaugurale sono intervenuti anche il vescovo Mons. Domenico Cornacchia, il sindaco Tommaso Minervini e Franca Carlucci, rappresentante di Libera. La manifestazione che, come ha evidenziato Paola De Pinto della cooperativa FeArT, si è svolta a pochi giorni dal venticinquesimo anniversario dell’omicidio del sindaco Carnicella, è stata realizzata con il sostegno di Libera e delle case editrici Nel Diritto Editore e lameridiana.
Il Vescovo, oltre a riportare la propria esperienza vissuta visitando la casa di don Puglisi e il «marciapiede su cui è stato versato il sangue di don Pino», ha sottolineato il valore dell’iniziativa realizzata nel museo diocesano: «il museo è uno scrigno da cui promana il profumo di un genio che ha dato espressione a un’arte scultorea, pittorica, musicale». Il museo, dunque, è un luogo vivo e vitale.
Il sindaco Minervini ha evidenziato la concomitanza dell’inizio del suo mandato con l’anniversario dell’omicidio Carnicella e l’inaugurazione dell’opera dedicata a don Puglisi, entrambi impegnati per il bene della comunità e vittime del sistema mafioso.
Franca Carlucci ha ricordato come siano ben 900 le vittime riconosciute di mafia, di cui 60 pugliesi e ha illustrato le tre direttrici sulle quali si muove l’attività di Libera: uso dei beni sequestrati ai mafiosi (a Molfetta sono cinque proprietà), formazione ed educazione delle nuove generazioni e memoria.
Interessante excursus artistico quello tracciato da Gaetano Centrone. Egli ha ripercorso il rapporto tra arte, sacro e spirituale, soffermandosi sull’arte sacra contemporanea, ossia l’espressione dello spirituale attraverso il linguaggio dei nostri giorni. Ne è scaturito un coinvolgente viaggio nel panorama artistico del Novecento, dalle affermazioni di Kandisky a Roualt, Bacon, Paladino, Carrol, Kounellis, per poi giungere a Parmiggiani. Dopo aver mostrato alcune installazioni di Parmiggiani, come “Teatro dell’arte e della guerra” del 2006, ha avviato la riflessione sull’opera in mostra a Molfetta. Una serie di vetri scuri sovrapposti e rotti, come dicevamo all’inizio, ma «dietro lo squarcio c’è una luce – ha concluso Gaetano Centrone – alcuni l’hanno chiamata “Verità”, altri l’hanno chiamata “Illuminazione”, altri l’hanno chiamata “Dio”».
Non resta che recarci al Museo Diocesano, lasciarci interpellare dall’opera di Parmiggiani e trovare la nostra, personalissima, risposta.
Questa sera, alle ore 19.30, sempre nell’ambito dell’iniziativa “Rinascere dal dolore”, al Museo Diocesano sarà presetato il volume “Non a caso”, edito da la meridiana. Si confronteranno Daniela Marcone, Antonio N. Pezzuto, Elisabetta Liguori, Elvira Zaccagnigno e Sergio Amato, coordinati dalla giornalista Lucrezia D’Ambrosio. Corrado la Grasta leggerà alcuni passi del volume.
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Autore: Isabella de Pinto