Recupero Password
Depuratore, operazione Dirty Water. Avvisi di garanzia ad Altomare e Balducci Azzollini al vaglio
15 giugno 2012

Depuratore: 21 avvisi di garanzia e il sequestro probatorio dell’impianto di Molfetta (ma anche di Trani, Barletta e Andria). L’operazione «Dirty water» del 25 maggio, eseguita dalla Guardia di Finanza di Barletta e dalla Capitaneria di Porto di Bari, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Trani (in particolare, del procuratore del procuratore capo, dott. Carlo Maria Capristo, e del sostituto procuratore della Repubblica, dott. Antonio Savasta), prosegue l’operazione «Mani sulla città» del 23 giugno 2011, ma lascia un segnoancor più devastante. Sperpero di denaro pubblico (quasi 10milioni di euro in 7 anni). Sversamento in mare di liquami non depurati. Incalcolabile danno all’ecosistema terrestre e marino a Molfetta. Proliferazione di mucillaggine e alga tossica. Molti bagnanti si sono immersi (e hanno bevuto) acqua carica di agenti inquinanti e reflui non trattati, idrocarburi, fosfati e azoto. Qualcuno ha pescato del pesce proprio nei pressi degli scarichi fognari (Torre Calderina), qualcun altro lo ha mangiato. Una conferma alle anomalie già denunciate da Quindici sul numero di aprile 2012 in un’attenta cronistoria dei finanziamenti pubblici bruciati e dei lavori di potenziamento mai o male realizzati all’impianto di depurazione. Dopo il sequestro anche Legambiente ha commentato, chiedendo la pubblicazione dei risultati delle analisi sui reflui, l’applicazione dei limiti più restrittivi allo scarico e l’attivazione del trattamento terziario. AZZOLLINI SULLA GRATICOLA? Sarebbe al vaglio delle autorità inquirenti la posizione del sindaco di Molfetta, senatore Pdl Antonio Azzollini, presidente della V Commissione Bilancio in Senato, per aver approvato e firmato una transazione da 750mila euro con l’ATI (consorzio d’imprese che gestiva l’impianto, la cui quota maggiore è dell’Eurodepuratori spa).Infatti, dopo i controlli regionali del 2007 all’impianto mal funzionante, nonostante i 3,4milioni di euro di finanziamenti regionali stanziati al Comune nel 2005 e l’inizio ufficiale dei lavori di potenziamento, l’Acquedotto Pugliese aveva prima denunciato opere non eseguite o mai collaudate e poi invitato il Presidente dell’Emergenza Rifiuti della Puglia (Nichi Vendola) a emettere un decreto di rescissione del contratto con l’ATI. Immediata la causa civilistica dell’ATI contro il Comune, esauritasi con la transazione di Azzollini. Eppure, gli uffici comunali mai avevano eseguito una verifica sullo svolgimento dei lavori. Intanto, Azzollini si difende accusando il suo predecessore, Tommaso Minervini, di una «scelta amministrativa, sciagurata e assolutamente personale » e di «atti palesemente inopportuni», secondo una spregiudicata e (auto)lesiva politica scriminante. Il sindaco senatore dimentica, però, non solo la sua dubbia transazione con l’ATI, ma anche le proroghe concessele durante le sue due amministrazioni. Perché nel comunicato non si commentano le presunte frodi ai danni dello Stato e dei cittadini, contestate dalla Procura di Trani? Non si sa o, piuttosto, non si vuole chiarire? O forze Azzollini non ha digerito lo strappo politico (qualora ci fosse stato realmente) con Minervini nel 2005-06? Se gli atti assunti da Minervini sono stati inopportuni, perché Azzollini non li ha denunciati in questi anni o quando era assessore comunale al Bilancio, guarda caso proprio dal 2005 quando il Comune ha ottenuto i finanziamenti regionali da 3,4milioni di euro per i lavori di potenziamento dell’impianto? Perché, se sapeva, ha taciuto e non ha emesso un’ordinanza sindacale, come ha fatto, ad esempio, dopo il blitz contro i fruttivendoli, lasciando che quegli «atti palesemente inopportuni» continuassero a bruciare soldi pubblici? Che cosa ha operato e sta operando la sua amministrazione nell’interesse della collettività, visto che l’impianto, ancora in funzione, benché sequestrato, sversa liquami non trattati a mare? Quante volte Quindici e i cittadini hanno segnalato l’inquinamento del mare e, soprattutto, del tratto a Torre Calderina? Quali controlli sono stati eseguiti, dopo il proliferare dell’alga tossica a Molfetta? Il sindaco non ha mai commentato con un comunicato stampa l’operazione “Mani sulla città” e gli arresti eccellenti del giugno 2011, se non dopo le domande di Quindici, le proteste dei cittadini e le pressioni politiche (l’opposizione chiese in Consiglio comunale le sue dimissioni). Perché commentare solo quest’operazione? Qual è il messaggio che si vuole lanciare? Il clamore della stampa ha infastidito il senatore Azzollini? GLI INDAGATI L’ing. Rocco Altomare, come responsabile del procedimento, ex dirigente del settore Territorio di Molfetta, già arrestato lo scorso 23 giugno 2011 per l’operazione “Mani sulla città” (e poi scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare), e l’ing. Enzo Balducci, come direttore dei lavori, oggi dirigente del Settore Lavori Pubblici e ad interim del Settore Territorio, sono, invece, tra le 21 persone cui sono state notificati gli avvisi di garanzia. A questi si aggiungono l’ing. Fulvio Attanasio, legale rappresentante dal luglio 2010 della Eurodepuratori in liquidazione (l’impresa consorziata nell’ATI che gestisce l’impianto), l’ing. Gennaro Pisano, presidente del cda della società fino al luglio 2010, il prof. Giuseppe Gioia, presidente della commissione di collaudo dei lavori, i prof. ri Giovanni Silvestri e Vitantonio Amoruso, componenti della stessa commissione, la dott. ssa Maria Antonia Iannarelli, dirigente del Servizio di Tutela della Acque della Regione Puglia, e il legale rappresentante (da identificare) dell’Autorità Idrica della Puglia. In tutto nove indagati per Molfetta. I REATI AMBIENTALI A Molfetta la situazione peggiore. Sversati in modo incontrollato e senza autorizzazione fanghi non depurati (rifiuti speciali) lungo la costa di Torre Calderina, per abbattere i costi di gestione e ottenere profitti presunti illeciti. Per di più, quei fanghi sarebbero stati lasciati addirittura ad “aziende di compostaggio locali” e avviati al compostaggio e non all’agricoltura, perché il ciclo di depurazione era incompleto (l’impianto è ancora fermo al trattamento primario, al contrario di quanto dichiarato a Quindici dagli uffici comunali). Di che tipo di aziende si tratta? Sarà forse qualche municipalizzata locale? E quei fanghi dove sarebbero stati versati? Sarebbero in corso ulteriori accertamenti. Con il sequestro probatorio le autorità inquidi renti verificheranno lo stato d’inquinamento dei reflui, per accertare se i danni causati all’habitat marino siano irreversibili. LA TRUFFA AI CITTADINI Una macchina succhia soldi pubblici. Quasi 10milioni di euro i soldi pubblici ingozzati dal depuratore di Molfetta negli ultimi 7 anni: 3,4milioni di euro di finanziamenti pubblici per il potenziamento dell’impianto nel 2005, 3,5milioni di euro di canone anche nel periodo in cui la società Eurodepuratori era in liquidazione, 750mila euro di transazione dal Comune di Molfetta, 504mila euro di variante approvata nel febbraio 2006 per una serie di circostanze impreviste e imprevedibili (a firma dell’ing. Giuseppe Parisi, ex dirigente del Settore Territorio, deceduto), ulteriori aggravi economici di 336mila di euro per spese extracontratto a carico del Comune di Molfetta derivanti dal ritardo nella consegna, 150mila euro richiesti a luglio 2011 per la manutenzione straordinaria extraconvenzione di somma urgenza. L’elenco sarebbe infinito. Queste le eventuali frodi in pubblica fornitura e le presunte truffe ai danni dello Stato in finanziamenti pubblici, aggravate non solo dalle continue e inconsuete proroghe ottenute dall’ATI per i lavori di potenziamento (soprattutto dal 2007, senza dei controlli preventivi), ma anche dal cambiamento di quanto stabilito nel contratto con l’Eurodepuratori, prevedendo pagamenti dei lavori a misura e non a corpo, come previsto dall’appalto. Infatti, per le prestazioni a misura «il prezzo convenuto può variare in aumento o in diminuzione, secondo la quantità effettiva della prestazione», di contro per quelle a corpo il prezzo «non può essere modificato sulla base della verifica della quantità o della qualità della prestazione» (art. 53 del Codice dei contratti). Se nel contratto a corpo il prezzo è invariabile per la realizzazione di un’opera descritta nel dettaglio negli elaborati progettuali, il prezzo a misura può essere determinato nella sua effettiva entità soltanto al termine dei lavori, sommando le componenti dell’opera finita e applicando loro il prezzo unitario prefissato. Questa la presunta truffa: cambio di un contratto firmato, divenuto una scommessa o, addirittura, un espediente per ottenere a spese dell’appaltatore l’esecuzione di opere pubbliche a costi inferiori a quelli effettivi. Materia che a quanto pare sarebbe già sulla scrivania della Corte dei Conti per le eventuali violazioni alla normativa vigente. Proprio come Quindici aveva sospettato nell’articolo sul depuratore dello scorso aprile 2012. Tra l’altro, a maggio l’ing. Balducci, dopo l’acquisizione di una serie di atti da parte della GdF, avrebbe inviato una lettera all’ATI per la verifica formale dei lavori svolti e per rifissare il pagamento a corpo, così come fissato dal contratto (un passo indietro ormai tardivo). Nel caso fossero accertati i reati contestati dalla Procura di Trani, l’ATI dovrebbe restituire al Comune di Molfetta e, dunque, ai cittadini un’ingente quantità di denaro. Il Comune e l’amministrazione Azzollini si costituiranno parte civile o sceglieranno il silenzio come successo in altre circostanze simili? Chi restituirà ai cittadini tutti i soldi pubblici mangiati dal depuratore e dal maquillage politico-finanziario?

Autore: Marcello La Forgia
Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet