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Depressione post partum come prevenirla e curarla
15 maggio 2010

Assistenza domiciliare alla puerpera (home care), nuova concezione di approccio da parte del pediatra con la neo-mamma, screening dei casi più problematici, promozione e organizzazione di nuovi corsi pre-parto nella massima apertura e collaborazione con le realtà operanti sul territorio (Asl, consultori diocesano e familiare, medici pediatri di base) perché “la maternità può diventare un potente fattore di stress” e rappresenta “una esperienza emotiva molto forte che si associa ad un cambiamento radicale nello stile di vita” e dunque “impone un periodo di adattamento psichico”. Sono solo alcuni degli aspetti più importanti emersi nel corso dell’incontro-dibattito su “Depressione post-partum, dal maternity blues alla psicosi puerperale”, patrocinato da Regione e Provincia e tenuto lo scorso 23 aprile nell’Auditorium San Domenico, organizzato da “Formasia”, la cooperativa sociale onlus a r.l. nata sette mesi fa da una nuova idea di formazione e gestione di servizi sociali, socio-sanitari ed educativi, concepita da Giuseppe Mazzola (presidente del consiglio di amministrazione), il quale ha riunito attorno a sé otto soci-lavoratori che, come si legge nello statuto, “attraverso l’organizzazione d’impresa, coniugata con i principi propri della cooperazione, sussidiarietà e della partecipazione, sono impegnati nel perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e alla integrazione dei cittadini”, soprattutto “delle fasce sociali più deboli e soggette ad emarginazione o svantaggio”, attraverso “la realizzazione di servizi per bambini, adolescenti e giovani, anziani, soggetti portatori di handicap o svantaggiati” e lo “svolgimento di attività quali la gestione di spazi aperti per bambini e adolescenti, di laboratori sociali, attività socio-educative ed assistenziali sul territorio, didattiche, ludiche, pedagogiche, e quant’altro sia funzionale allo scopo nell’ambito di un più ampio recupero di soggetti svantaggiati o socialmente a rischio (es. attività psicomotorie)”. Al tavolo dei relatori erano presenti il pediatra Ottavio Balducci in qualità di moderatore, il presidente Giuseppe Mazzola che ha illustrato principio ispiratore, attività e progetti di Formasia, e la psicologa Marirosa Squeo, la quale ha invece relazionato sul fenomeno, oggetto dell’incontro, davanti ad un pubblico composto prevalentemente da mamme e papà con bambini piccoli al seguito ed alcuni addetti ai lavori, i quali, al termine, hanno dato vita al dibattito ponendo domande, facendo osservazioni e off rendo, in generale, la propria testimonianza. “Dal concepimento alla nascita, l’attenzione di tutti si focalizza su gravidanza e parto – ha rilevato il dottor Balducci – ma è il post-partum il momento privo delle necessarie attenzioni. Mentre nella endogestazione madre e bambino sono una unica unità, nella esogestazione si verifi ca il distacco fi sico del neonato dalla madre e ne va assolutamente tutelata l’integrità, ma è sbagliato ritenerle due entità separate”. “La esogestazione, il completamento esterno della endogestazione – ha precisato Balducci - è meglio conosciuta come puerperio, quel delicato periodo che va dalla nascita alle 6-8 settimane successive, in cui avviene la riduzione dell’utero che torna alle dimensioni normali, si instaura l’allattamento al seno, nell’ambito di importanti variazioni ormonali che infl uiscono sullo stato psico-fi sico e si manifestano con vulnerabilità, malinconia, tristezza, condizioni che possono sfociare in stati psichici para-fi - siologici quali il maternity blues, fi no a forme cliniche conclamate come la depressione post partum e la psicosi puerperale”. Ma, dopo la nascita del bebè, cosa prova davvero una neo-mamma? “Instabilità psico- emotiva e paura di non essere all’altezza del compito – ha rilevato durante la sua relazione la dottoressa Squeo – perché nasce un bambino ma nasce anche una mamma, visto che durante questo delicato periodo la donna si ritrova a spostare il centro della propria identità da fi glia a madre, da moglie a genitore, da donna lavoratrice a madre di famiglia”. La giovane psicologa ha poi spiegato il fenomeno in termini scientifi ci ma semplici e diretti, evidenziando le diff erenze tra maternity blues (che è di entità lieve, si presenta 3-5 giorni dopo il parto, è di durata breve e riguarda oltre il 70 per cento delle puerpere) e depressione post partum (di grado mediograve, si presenta tra il 5° e il 6° mese dopo il parto fi no al primo anno di vita del bambino, di durata medio-lunga e che riguarda il 20-25 per cento delle neo-mamme). Diverso il caso della psicosi puerperale, fenomeno grave e di durata medio-lunga ma poco frequente (0,1-0,2 per cento) e che si manifesta entro tre settimane dal parto. Oltre a temperamento, personalità, carattere della puerpera (si parla di basso senso di autoeffi cacia) e una certa predisposizione di carattere psicologico della donna, è il condizionamento ambientale un altro fattore importante che può incidere negativamente e favorire l’insorgenza della depressione. “L’attenzione di tutti, parenti, amici, conoscenti – ha osservato la dottoressa Squeo – è calamitata dal bambino e purtroppo non si considera la madre con la dovuta attenzione, delicatezza, comprensione, anzi spesso si arriva a giudicarla e a farla sentire sotto esame, accentuandosi così in lei il timore di non essere all’altezza del suo nuovo compito”. In questo senso è importante che i nonni “siano una presenza aff ettuosa e non giudicante” e anzi sostengano la neo-mamma senza interferire perché è sempre ai genitori che spetta “l’ultima parola” su metodi educativi e, in generale, esigenze dei fi gli. Ad ogni modo, la depressione post-partum non è, come il parto, una esclusiva della donna, ma può anche riguardare gli uomini. Si calcola che il 5 per cento dei neo-papà ne venga colpito, poiché costoro avvertono un “senso di esclusione e di abbandono”, dovuto al nuovo ruolo di madre della compagna. In tal senso è importante una preparazione della coppia all’evento genitorialità che da anni il Consultorio diocesano off re gratuitamente alle coppie. Lo ha ribadito con forza la responsabile, Giovanna Parracino. La psicologa, presente tra il pubblico, ha tenuto a precisare che il Consultorio organizza nei mesi di marzo-aprile e ottobre-novembre “Accogliere la vita”, corso per genitori in attesa durante il quale, assicurando un percorso di sostegno per la vita e la famiglia, vengono aff rontati gli aspetti relazionali, medici ed etici che la nascita di un fi glio comporta grazie alla collaborazione di esperti (ginecologa, psicoterapeuta, pediatra, infermiera pediatrica, consulente etico, pedagogisti- genitori) che, in tutto, tengono un ciclo di otto incontri. Occasione grazie alla quale Mazzola ha manifestato piena apertura e collaborazione con le realtà, come il Consultorio, presenti sul territorio. Al termine del dibattito, con la consegna dei quiz a risposta multipla cui si sono sottoposti i partecipanti sugli argomenti oggetto della conferenza, sono stati infi ne rilasciati i relativi attestati di frequenza.

Autore: Giulia La Volpe
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