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CORRADO LA GRASTA E GIULIA PETRUZZELLA, TEATRO DEI CIPIS
15 aprile 2019

La scelta di costruire un nuovo teatro è coraggiosa, evidenzia il grande fermento culturale della nostra città che ormai tutta la regione ci riconosce. Avere un luogo capiente, bello e a norma è necessario per tutti gli eventi della nostra città e pone Molfetta al centro delle dinamiche culturali. Sui costi per la costruzione, sembrerebbero tanti ma forse sono necessari. La nostra esperienza non ci permette di quantificare. Personalmente a noi sarebbe piaciuto che si ricostruisse il vecchio teatro di piazza Municipio dove ora ci sono gli uffici comunali, ma sarebbe stata un’impresa più complessa. La scelta di una posizione periferica è corretta perché bisogna tener conto della mobilità degli spettatori. La nostra gestione dell’Auditorium Regina Pacis ci ha insegnato quanto importanti e influenti siano i parcheggi e la facilità di raggiungere il luogo per le persone dei paesi vicini. I costi di una gestione di uno spazio culturale a norma sono sempre elevati, non esiste evento che possa coprirli tutti e questo fa parte del rischio di impresa di chi sceglie di diventarne gestore. Condividiamo il suggerimento di Mirabella di costruire uno spazio più piccolo con un segmento di ridotto per realizzare due tipi di eventi. Per le dimensioni, crediamo che il progetto possa essere migliorato con la partecipazione delle realtà locali che si occupano di vivere gli spazi. Il rischio di un non luogo è sicuramente elevato. Negli anni il nostro impegno come compagnia teatrale di creare eventi per educare il pubblico all’arte e al bello ha creato un’esigenza di spettacoli, ma sicuramente non basta. Servirà l’impegno di tutti per far vivere quello spazio, ma anche una programmazione di livello e di qualità. Non siamo d’accordo con l’idea di utilizzarlo anche in funzione di sala cinematografica. Purtroppo abbiamo troppi spazi ibridi a Molfetta che di fatto non rispondono a nessuna esigenza precisa ma cercano di essere adeguati per tutto. Per quanto riguarda la gestione dovrebbe essere affidata a gruppi imprenditoriali seri, con esperienza e con grande potere economico. Non serve costruire due spazi nuovi, ma uno fatto bene che preveda meno posti (800) e un ridotto da utilizzare per eventi più piccoli. A noi piacerebbe che fossero i molfettesi a scegliere il nome. Magari con una grande partecipazione popolare. Questo coinvolgimento forse avvicinerebbe i molfettesi a questa opera e magari a tutti gli eventi. Sara Fiumefreddo

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