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Convegno di Argomenti2000 sul Mezzogiorno a Molfetta Il 24 e 25 gennaio
09 gennaio 2009

MOLFETTA - L'associazione di cultura politica Argomenti2000 organizzerà a Molfetta dal 24 al 25 gennaio un convegno sul Mezzogiorno. L'incontro si aprirà cercando di rispondere alla domanda su come si viva al Sud, in tempo di crisi e di federalismo prossimo venturo, grazie al contributo dello Smimez, della Università della Calabria e dell'Università di Bari. Seguirà un confronto con le tante realtà che rendono il Sud capace di futuro: Centro Studi Ersamo/Cercasi un fine, Progetto Policoro, Banca Etica, il centro Arrupe, la Scuola di dottrina sociale della chiesa della Basilicata... Tra i relatori alla tavola rotonda conclusiva del 25 gennaio: l'avv. Raffaele Cananzi, il cons. di Stato Pajno, l'Assessore della Regione Puglia Minervini. Durante i lavori, verrà ricordata la lettera dei vescovi italiani per il Mezzogiorno (1989-2009). Il titolo del convegno- *Sollicitudo rei meridionalis*- nasce da uno scritto del vescovo di Molfetta Tonino Bello. Introdurrà i lavori il dott. Ernesto Preziosi, Presidente di Argomenti2000.
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Senza voler sovrapporre il Convegno di Argomenti 2000 sul Mezzogiorno......, si riporta quanto detto e scritto dall'Istituto per la Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori (I.S.F.O.L.). - "La precarietà del lavoro è su livelli più alti al Sud che al Nord, con esiti preoccupanti a medio termine. Il mercato del lavoro del Sud assorbe, con tempi, quote e mesi di permanenza nella disoccupazione maggiore rispetto al Centro-Nord. Se al Nord il mercato tende al tipo anglosassone (se io perdo un lavoro, lo ritrovo velocemente), al Sud, invece, perdere il lavoro vuol dire entrare in un percorso di prove ed errori, di concorsi che non si fanno, di iniziative che partono e poi muoiono, se non anche di inziative capestro. Con risvolti demoralizzanti. La mobilità all'interno del lavoro, che pure c'è, non ha più quelle dinamiche di una volta. L'analisi costi-benefici individuale inizia a essere estremamente ragionata. Esempio: avere un lavoro da 800 euro a Bari equivale ad avere un lavoro da 1.500 a Milano, la gente prima di andare in un'altra città, magari fare mille chilometri, cerca di trovare un posto di un certo tipo. Il Sud ha livelli di scolarità molto alti e quindi le aspettative cominciano ad essere diverse rispetto agli anni '60. La mobilità sembrerebbe essere limitata ad alcuni fattori come un concorso, le grandi aziende o l'iniziativa individuale. Uno va a studiare a Milano e rimane a Milano. In questo caso però parliamo dei laureati, ovvero della punta dell'Iceberg. La mobilità in Italia non è così diffusa come altrove dove si dice che si "vota con i piedi", ovvero vado dove sto bene. D'altronde si può capire, perchè cambiare città, amici e casa per un lavoro precario per 6 mesi? I senza lavoro incidono quasi nulla nelle famiglie del Nord, per le regioni del Sud questo rapporto invece cresce di molto. In Puglia si arriva al 25% con punte del 33% in Campania. Questo vuol dire che l'azienda di welfare che si fa ricadere sulle famiglie al Sud diventa insostenibile. Qui le famiglie fanno fatica a svolgere questo ruolo di ammortizzatore sociale perchè i numeri (il rapporto disoccupati/occupati) sono troppo elevati e creano una pressione troppo forte sui pochi occupati. La qualità dei servizi pubblici, poi, nelle regioni del Centro-Sud si posizionano su livelli più bassi sia in termini di qualità che di offerta. Non è a caso che le imprese non vadano a investire in posti dove la pubblica amministrazione e il contesto locale e economico, non accolgono bene le imprese. Bisogna uscire da questo circolo vizioso." Come? Ai politici ed esperti coraggiosi e di buona volontà, passiamo la "palla". Bisogna evitare le "cattedrali" nel deserto che costano molto e portano nessun beneficio. Non deve passare l'idea che lo Stato "lascia fare", si deve evitare di abbandonare un territorio.
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