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Consiglio Comunale di Molfetta: approvata convenzione sul Pulo
28 settembre 2018

MOLFETTA Approvata in Consiglio comunale, con 16 voti a favore, uno contrario e tre astenuti, la convenzione tra Comune di Molfetta e Città Metropolitana di Bari relativa al Pulo (dolina presente nel territorio di Molfetta ma di proprietà della Città Metropolitana) che è ufficialmente chiuso ormai dal novembre 2013 e che, in base a quanto riportato nel documento, rientra nella disponibilità della nostra Città.

Ampio e articolato il dibattito (ulteriori approfondimenti sul prossimo numero di Quindici) che ha visto esprimersi contro la delibera la consigliera De Bari, che ha manifestato il dubbio che la copertura economica possa provenire dai fondi per il porto, e l'astensione dell'opposizione di sinistra che ha motivato la sua scelta con una nota stampa.

A rimarcare la soddisfazione per il risultato raggiunto, una nota stampa diffusa dal Comune, nella quale si legge dello stanziamento (nel bilancio di previsione del Comune 2018-2020) di 800 mila euro e di altri 200 mila euro finanziati dal “Patto per Bari”.
«In poco più di un anno – il commento del sindaco Tommaso Minervini – abbiamo riempito un vuoto che andava dal 2013. Gli uffici comunali, gli assessori, le forze politiche hanno lavorato in stretto contatto con i rappresentanti della Città metropolitana partendo praticamente da zero. Non c’era nulla di pronto a parte un dattiloscritto con appunti di lavoro e zero soldi comunali. La convenzione che abbiamo portato all’attenzione del Consiglio comunale, a cui, mi preme sottolineare, è allegato anche un piano di gestione, segna l’inizio della nuova era del Sistema Pulo».

Di avviso diverso, la nota stampa diffusa, come già sottolineato, da Sinistra Italiana, che ritiene insufficiente la convenzione poiché mancherebbero il piano di gestione e, nelle more della effettiva riapertura della dolina dopo i lavori di messa in sicurezza e rifunzionalizzazione, un piano per il rilancio del Museo Civico Archeologico del Pulo di Molfetta.

«Un milione di euro per riaprire il Pulo – si legge nella nota stampa di SI – finalmente, dopo mesi di inerzia, un primo passo nella giusta direzione viene fatto dal Comune e dalla Città Metropolitana, con la stipula di una convenzione che rimette al centro delle priorità del territorio la ricucitura del sistema della Preistoria».

E ancora: «La nostra mobilitazione di fine agosto ha fatto la sua parte, a dimostrazione che la partecipazione dei cittadini é un fattore sempre decisivo per determinare risultati amministrativi vicini ai bisogni reali dei cittadini. Dieci giorni dopo, l'11 settembre scorso, la Città Metropolitana ha perfezionato e trasmesso al Comune una convenzione che era pronta dal 2016, già trasmessa a Città Metropolitana insieme a una bozza di protocollo e che é rimasta inspiegabilmente nei cassetti per oltre venti mesi». 

«Con il voto di ieri il Pulo torna a casa e diventa per vent'anni patrimonio cittadino: una scelta giusta, che approviamo e sosteniamo, e che segna un nuovo inizio per la storia di questo straordinario bene. Ma la Convenzione fa acqua da molte parti e per questo ci siamo astenuti dal voto a favore. In particolare, nulla si chiarisce sulla gestione del sito, del Museo e del Fondo Azzollini dopo i lavori di messa in sicurezza e ripristino del blocco servizi, dell'illuminazione e del sistema di archeologia industriale della nitriera borbonica. Come si può pensare di partire senza un'idea di gestione? Perché il Sindaco non dice alla città che dal marzo 2016 esiste, al Comune, un piano di gestione con tanto di "analisi swot", redatto in sinergia con le associazioni che storicamente e generosamente hanno tenuto aperto e animato il sito nel periodo 2007/2013 - registrando la presenza di migliaia di visitatori tra scolaresche e turisti? Perché la Convenzione non contiene alcun riferimento né prevede alcuna copertura economica rispetto al piano di gestione?».

La nota prosegue sottolineando: «Non ci sono, ad oggi, né garanzie di coinvolgimento della cittadinanza e delle associazioni da sempre dedite alla valorizzazione e protezione archeologica e ambientale del sito, né tantomeno disposizioni transitorie che prevedano una gestione temporanea illuminata del Museo Archeologico di Casina Cappelluti, su cui sono stati investiti 800.000 euro di finanziamenti per l'ampliamento, e che dal 2016 é chiuso durante i week end e la gran parte dei pomeriggi, seguendo l'orario d'ufficio. Non possiamo lasciare il Museo in queste condizioni fino alla fine dei lavori generali, che non sono ancora stati progettati e che richiederanno mesi. Né possiamo ultimare nuovi lavori con il rischio che, alla fine degli stessi, l'aspetto della gestione sia rimasto indietro. Serve un cronoprogramma, una visione chiara che tenga insieme Museo, Pulo, Fondo Azzollini e possibili nuove acquisizioni a patrimonio del Convento e del sito delle orme dei dinosauri, nell'ottica di disegnare un'area di archeoparco tra le più importanti del Mezzogiorno. Siamo ancora lontani dalla messa in campo di una strategia convincente. Siamo pronti a nuove mobilitazioni e vigileremo perché l'Amministrazione non perda un solo altro minuto per raggiungere il risultato della piena valorizzazione della Molfetta che dalle sue origini neolitiche può rilanciare un futuro di buona economia legata al binomio inscindibile tra turismo e cultura».

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